Il silenzio dei colpevoli

. Inserito in Diario di Bordo

Quanto accaduto nel tardo pomeriggio di sabato ad Arezzo è di una gravità assoluta. La vicenda della bimba (si, bimba) di 11 anni aggredita dal branco di decine di coetanei o quasi, lascia sbigottiti  e non può essere derubricata a "fatterello" tra ragazzini.

Un agguato organizzato via social, pare da giorni, dal branco. Un tam tam che dai messaggini si è concretizzato in un'imboscata sfociata in "botte, calci, pugni, strattonamenti, offese, sputi". Dai video registrati dagli stessi autori del pestaggio e dalle immagini della videosorveglianza del parcheggio Cadorna, emergono inquietanti i 30 (trenta!) minuti di violenza ai quali è stata sottoposta la ragazzina. Violenza ripresa dai telefonini dei ragazzi che poi si sono scambiati le immagini dell'agguato, violenza reiterata via social nelle ore successive, tra conferme del gesto e vanterie. Inquieta, a distanza di giorni, il silenzio di chi ha il dovere di dire e di chi ha autorità, ma evidentemente non autorevolezza. Sul fatto di cronaca si esprimeranno gli inquirenti e il Tribunale dei minori, ma, lasciatemelo dire, un verdetto c'è già e riguarda gli adulti educatori, dove per educatori devono essere intese le famiglie, la scuola, la politica. E' la nostra Costituzione ad assegnare ai genitori e alla scuola il compito di istruire ed educare i figli, in una partnership educativa tra famiglia e scuola che dovrebbe essere fondata sulla condivisione dei valori e su una fattiva collaborazione, nel rispetto reciproco delle rispettive competenze e responsabilità. Invece non una parola privata verso la madre della bimba, che come ha riferito a Rai 2, "nessuno mi ha chiamato, né scuola, né altri genitori". Non risulta nemmeno una presa di posizione pubblica, tolta la solidarietà del sindaco alla vittima e alla famiglia, espressa via social. L'auspicio è che chi di dovere ammetta, pur tardivamente, l'eclatante fallimento degli "adulti", il clamoroso insuccesso della delega in bianco delle regole di base di una civile convivenza, conferita per colpevole comodità e superficialità allo smartphone e al web. Ci aspettiamo ben altro, a livello riparatorio verso una undicenne ferita nel corpo e nella mente e di presa d'atto del fallimento da parte del "sistema" di una ormai ex (possiamo dirlo o commettiamo reato di lesa maestà?) "civilissima e tranquilla" città di provincia.

Tags: bullismo agguato

Guido Albucci

Guido Albucci

Di tante passioni, di molti interessi. Curioso per predisposizione, comunicatore per inclinazione e preparazione