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domenica | 13-07-2025

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Aretini dell’anno? Ecco chi lo merita davvero. Alcune priorità in agenda per il 2020

Ereditiamo alcune consapevolezze dall’anno che se n’è appena andato. E spunti importanti che dovrebbero essere fondanti dell’agenda di chi ha potere decisionale e si troverà al governo della cosa pubblica aretina nel 2020.

Consapevolezza della fragilità e della delicatezza dell’ambiente in cui viviamo e delle nostre infrastrutture, ormai al collasso. È successo prima con la paralisi della E45 a seguito della chiusura del viadotto Puleto, evento che ha tagliato in due la viabilità tra Umbria, Toscana ed Emilia Romagna, costringendo a  lunghe percorrenze alternative. Altrettanto con le problematiche relative a Ponte Buriano: ha ragione la presidente della Provincia di Arezzo  Silvia Chiassai Martini, quando dice che “non è proprio più possibile pensare un manufatto di epoca romanica come idoneo alla moderna viabilità” e che occorra progettare una valida alternativa. Ancor più, abbiamo preso coscienza del fragile equilibrio ambientale a luglio, quando larga parte del territorio aretino è finito disastrosamente sott’acqua. Gli elementi scatenatisi sono stati di rara violenza, è vero, ma un’intera città e il suo hinterland ne sono usciti devastati, con una vittima e danni per milioni e milioni di euro che ancora stiamo pagando.

Fragili, dunque. Esposti. Con problemi ambientali da curare e prevenire, oltre a un gap infrastrutturale da colmare con urgenza.

Basti pensare alle strade: la sr71, la sr69, la sp327, la comunale di Ristradella e mi fermo qui. Croci quotidiane con tante, troppe croci ai lati. Chi ne ha responsabilità ne prenda atto e iscriva queste arterie congestionate e malmesse nell’agenda delle priorità, senza illuderci che una rotatoria in più vada a risolvere i problemi.

In tutto questo, encomiabile e prezioso è stato il lavoro delle donne e degli uomini della protezione civile e dei soccorsi, che, pur operando in stato di emergenza, hanno dimostrato spirito di servizio non comune, dedizione e generosità. Immagini emblematiche, in tal senso, quelle degli “spalatori” della Chiesa del Bagnoro invasa da acqua e fango, le forze dell’ordine e i Vigili del Fuoco con le lacrime agli occhi di fronte ai disastri, ma mai vinti, gli operatori e i volontari dei soccorsi sempre pronti di fronte a incidenti, spesso mortali, troppo frequenti lungo le nostre strade. Tra i tanti aretini dell’anno, tante classifiche e, non me ne vogliate, tante comparse, la menzione di Arezzo24 va collettivamente a tutti coloro che, professionisti o volontari che siano, angeli anonimi e silenziosi, dedicano il proprio tempo all’aiuto degli altri, nelle grandi e piccole emergenze, con incondizionata generosità. Li abbiamo spesso seguiti per ragioni di servizio e ogni parola sarebbe superflua per descriverne l’operato, anche in favore degli ultimi. Grazie.

Qui Arezzo vince. Per distacco.

Arezzo primeggia anche quando decide di pensare e agire in grande, come dimostrato dall’organizzazione del congresso nazionale Anci voluto con forza dal sindaco Ghinelli e dai suoi. Per tre giorni la città e stata “capitale politica d’Italia“, con la presenza delle più alte cariche dello stato e centinaia di sindaci e amministratori da tutta la penisola. Petrarca, Pietro Aretino e Giorgio Vasari sono ancora ammirati.

Oppure come nel caso dei frequentatissimi eventi di Natale, che, si badi bene, da soli non sono efficaci a rilanciare le sorti dell’ex città dell’oro, ma certamente possono incidere, a patto che non ci si dimentichi, come ottimamente suggerito da alcune voci critiche, di Piazza Grande, Piero della Francesca, della Giostra del Saracino e di fare “squadra” con una provincia meritevole al pari del suo capoluogo. 

Chiunque venga chiamato dagli elettori a guidare le sorti della città nel nuovo decennio appena iniziato, solo se saprà poi dare continuità, intensità e profondità, solo se avrà una vision precisa, avendo bene a mente, come ebbe a enunciare Carducci, che “basterebbe Arezzo alla gloria d’Italia”, riuscirà a traghettare Arezzo fuori dalle secche dell’anonimato e dal declassamento patito con la crisi, i fallimenti in serie, il decesso di Banca Etruria. Sapendo fin d’ora di dover necessariamente riscrivere l’agenda delle priorità alla luce degli accadimenti del 2019, una “road map” attualizzata alle nuove emergenze. Che non potrà non tenere in debita considerazione, tra le altre urgenze citate, di dover lavorare senza proclami, ma con progettualità e concretezza, per restituire alla civiltà quei quartieri, Saione su tutti, che i maxi blitz di maggio non hanno liberato dal degrado e dal quel senso di insicurezza che tanti cittadini continuano a lamentare. Di dover affrontare le tante, troppe crisi aziendali, familiari e sociali in corso, di dover costruire opportunità concrete per le migliaia (sì, migliaia), di giovani senza prospettive, senza un’occupazione stabile o in stato di perenne sotto impiego e sfruttamento lavorativo. Magari con un pensiero “smart” e di approccio concreto a quell’economia circolare sempre più spesso evocata, da cogliere in prospettiva come volano di sviluppo sostenibile.

E con consapevolezze nuove anche la nostra redazione (a proposito, bravi tutti e grazie di cuore) affronta il nuovo anno: intanto quella di aver cercato di garantire tempestività e completezza d’informazione, certamente di aver sentito la vicinanza e l’apprezzamento di un numero sempre maggiore di lettori e lettrici, attenti e critici. Non c’è miglior viatico del vostro punto di vista e delle vostre segnalazioni per migliorare il prodotto. Insieme e con responsabile spirito di servizio, come suggerito dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno.

Buon anno nuovo, Arezzo.