Giulia e le altre, strage senza fine. Grida di dolore e azioni per dire basta
La violenza sulle donne è una piaga sociale che continua a mietere vittime. Sono 105 dall'inizio dell'anno nel nostro Paese. Una strage. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ospitiamo interventi, riflessioni e il calendario delle iniziative per riflettere e dire basta!
Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Arezzo in campo con tre eventi
Manuela Pisaniello (Pd):
"Con la notizia della morte di Giulia Cecchettin l’Italia si trova di fronte l’ennesima tragedia dell’omicidio di una ragazza che ha cercato di allontanarsi da una relazione tossica. È inaccettabile che nel XXI secolo, le donne debbano ancora temere per le proprie vite a causa di una violenza di genere così estrema. È giunto il momento di dire "Basta!". Il femminicidio non è solo un crimine contro la persona, ma una ferita aperta nella nostra società. È un fenomeno che va oltre il singolo atto di violenza, colpendo intere comunità e gettando un'ombra sul concetto stesso di uguaglianza e diritti umani. Come società, dobbiamo respingere energicamente questa manifestazione estrema di patriarcato e discriminazione di genere. Per porre fine al femminicidio è necessario rafforzare il sistema giuridico per garantire che i colpevoli siano sottoposti a processi giusti e che le sentenze siano commisurate alla gravità del crimine. La giustizia deve essere tempestiva ed efficace, senza spazio per l'impunità. È fondamentale investire nelle campagne di sensibilizzazione e prevenzione, promuovendo una cultura che respinga la violenza di genere in tutte le sue forme. L'educazione è la chiave per cambiare mentalità e comportamenti, insegnando il rispetto reciproco e la dignità di ogni individuo. La solidarietà della comunità è fondamentale per rompere il ciclo di violenza e per dimostrare alle vittime che non sono sole. La lotta contro il femminicidio è una responsabilità che tutti condividiamo. Come cittadini, dobbiamo essere vigili, pronti a segnalare situazioni di pericolo e a sostenere le vittime. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di porre fine a questa tragedia e costruire un futuro in cui ogni donna possa vivere senza paura. Uniamoci, alziamo la voce e diciamo con fermezza che il femminicidio non ha posto nella nostra società. Solo insieme possiamo sperare di costruire un mondo in cui ogni donna possa vivere libera e senza il timore costante per la propria vita".
Noi di Futuro Aretino ci impegneremo, perché ciò non accada più.
"Per contrastare la violenza di genere, è necessario un approccio completo che coinvolga diverse sfere della società, come l’educazione e la sensibilizzazione nelle scuole, promuovendo l’educazione di genere per insegnare ai giovani il rispetto reciproco, l’uguaglianza e la consapevolezza dei diritti delle donne.
Rafforzare le leggi, è necessario che si adottino leggi e politiche che puniscano severamente la violenza di genere e proteggano le vittime. Queste leggi devono essere applicate in modo efficace e le vittime devono essere sostenute nel denunciare gli abusi tramite servizi di supporto , come centri di ascolto , case rifugio, assistenza legale e psicologica.
Fondamentale anche promuovere la creazione di reti di sostegno tra le vittime, in modo che possano condividere le proprie esperienze e trovare supporto reciproco.
Rilevante è coinvolgere gli uomini nella lotta contro la violenza di genere, promuovendo modelli positivi di mascolinità e incoraggiando il loro impegno per il rispetto delle donne. Gli uomini possono svolgere un ruolo chiave nel cambiamento delle norme sociali e nella prevenzione della violenza di genere.
Significativo sottolineare che la lotta contro la violenza di genere richiede un impegno costante e a lungo termine da parte di tutti i settori della società, compresi governi, istituzioni, organizzazioni della società civile e cittadini. Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo sarà possibile contrastare efficacemente la violenza di genere".
I comitati Pari Opportunità della Toscana degli Ordini dottori commercialisti della Toscana contro la violenza sulle donne: “Occorre un cambiamento profondo e radicale della nostra società. Solidarietà a tutte le vittime e alle loro famiglie”.
I comitati Pari Opportunità degli Ordini dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili della Toscana prendono posizione dopo i recenti fatti di cronaca che hanno ricordato, purtroppo, come la piaga della violenza contro le donne non accenni a risolversi. “Dall'inizio dell'anno sono state uccise 105 donne e quasi tutte per mano di familiari o ex compagni – si sottolinea nella nota firmata da tutte le presidentesse dei CPO toscani - Oltre alle commemorazioni, alle fiaccolate, alle esternazioni di sdegno occorre un cambiamento profondo e radicale della nostra società, il cui cardine deve essere il rispetto per la donna, per le diversità, per la libertà, per la vita; dove la cura condivisa sia il tramite per diffondere valori di rispetto, responsabilità ed empatia; dove l'accesso libero a tutte le professioni senza la limitazione degli stereotipi di genere permetta l'espressione delle competenze e delle peculiarità di ciascuno; dove il raggiungimento di equi salari per tutti sia la liberazione dalla dipendenza economica che costituisce la prima forma e la più subdola violenza di genere - prosegue il comunicato - Tutto questo non è semplice e non può essere immediato, perché richiede il superamento delle barriere che abbiamo inserito nei nostri ruoli, ma è possibile ed è doveroso nei confronti dei nostri figli e delle nostre figlie, lasciando da parte i piccoli egoismi e le false convinzioni. Il raggiungimento di questi obbiettivi deve essere un impegno civico di ciascuno di noi, donne e uomini, affinché non ci siano più vittime o carnefici non ci siano più Giulia o Filippo, ma persone capaci di riconoscersi, amarsi e scegliersi tutti i giorni, non perché costretti dai ruoli, dalle consuetudini, dalle necessità, ma rispettosi della libertà dell'altro e della realizzazione dell'altro”. Il comunicato poi cita le parole della sorella di Giulia, Elena Cecchettin. “Spesso passa il concetto che non tutti gli uomini sono uguali, ed è vero, tutti gli uomini no, però nessun uomo si può definire diverso da coloro che commettono violenza se non fa nulla per cambiare questa società patriarcale, se si gira dall’altra parte quando sente parenti, amici o colleghi che fanno anche un solo accenno di violenza sessista o non si impegna ad educare i propri figli al rispetto". I comitati Pari Opportunità della Toscana continuano in tal senso nel loro costante impegno di superamento delle differenze di genere che sono il primo grande ostacolo all'eliminazione della violenza di genere ed intendono esprimere la propria vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime e a tutte le donne che subiscono violenza fisica, ma anche psicologica ed economica.
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