Cosa stiamo diventando?

. Inserito in Cronaca

Recentemente una rubrica sul quotidiano La Repubblica ha stigmatizzato un episodio accaduto ad Arezzo, dove un ragazzo è stato derubato delle scarpe e il colpevole, una volta individuato e fermato, ha iniziato a minacciare la vittima e i suoi familiari.

Un accadimento che si inserisce in una lunga sequela di atti più o meno criminali che segnano, con chiarezza adamantina, che il termometro dell’inciviltà e della piccola criminalità si sta alzando.

Da qui una domanda: cosa stiamo diventando in quella che un tempo era la “Provincia Felix?”

Ti rubano perfino le scarpe nella via principale della città e a leggere le cronache c’è un po’ di tutto, quasi ogni giorno piccoli o grandi gesti odiosi: baby-gang, maleducazione imperante. Se qualcuno rimprovera un gruppo di ragazzotti che piscia per strada rischia di finire all’ospedale.

Cosa stiamo diventando?

Non sono un nostalgico del passato ma nemmeno amo questo presente che ci viene propinato come inevitabile frutto della modernità e di una malintesa tolleranza.

No, non è impossibile riportare le cose dentro le regole. Non è impossibile chiedere il rispetto del vivere civile. Ma tutti tacciono. La destra di governo (locale) tace perché la promessa della sicurezza appare sempre più un miraggio e non c’è niente di peggio delle promesse mancate.

La sinistra tace per scrupolo di coscienza sociale. Perché non puoi dire nulla altrimenti rischi di passare per reazionario o peggio razzista e si sa che anche dentro i partiti contano più le minoranze rumorose che le minoranze silenziose. E in mezzo ci rimangono strette le persone perbene, di qualunque nazionalità e di qualunque colore.

Cosa stiamo diventando?

Tags: Sicurezza baby gang

Paolo Brandi

Paolo Brandi

Laureato in filosofia a Pisa e in storia a Siena. Amante dei cani, dell'Inter e della Sicilia. Fin da piccolo impegnato in politica ma col tempo ha assunto un atteggiamento più contemplativo.