Processo Coingas, parola alle difese: "Scortecci ha agito in trasparenza, Ghinelli marginale"

. Inserito in Cronaca

E' ripreso stamani alla Vela, il Tribunale di Arezzo, il cosiddetto processo Coingas Estra. In programma ancora le arringhe degli avvocati difensori. Il giudice ha fissato per il 28 febbraio la lettura della sentenza per gli 11 imputati.

In aula sono presenti il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, oltre a Francesco Macrì, l'assessore Alberto Merelli, l'avvocato Rason,  l'amministratore unico di Coingas Franco Scortecci e l'ex dipendente Mara Cacioli.

L'avvocato Romagnoli, difensore di Franco Scortecci, amministratore unico di Coingas, ha tenuto ad evidenziare, nel suo intervento, la "massima trasparenza nel passaggio da Staderini a Scortecci a capo di Coingas. Franco Scortecci è persona stimata". Romagnoli contesta il fatto, più  volte venuto a galla nel corso delle udienze, che Coingas non svolga attività: "In realtà  svolge quelle necessarie al profilo che ha. È una holding, detiene le partecipazioni sociali, ha una particolare cura dei patti parasociali. Ha delle proprietà immobiliari, quindi c’è da gestirle. Finanzia nel territorio le società sportive e svolge quindi attività sociali". L'avvocato evidenzia come "Staderini avesse demandato a professionisti, mentre Scortecci ha inteso riportare la contabilità all’interno di Coingas". Sui rapporti di Scortecci con i professionisti che avevano incarichi: "Cocci darà le dimissioni spontaneamente, con  Rason non c’è sintonia, la sua nomina viene percepita in maniera sfavorevole. Quando Scortecci assume l’incarico e si trova a gestire il problema delle notule e dei compensi non può contare sull’aiuto dei professionisti che sono in conflitto di interessi. Lui è di fatto solo. Inizia a lavorare per trovare la documentazione per predisporre una bozza di rilancio da presentare all’assemblea; non si esprime mai sulla congruità delle notule: primo per ché nel 2018 non c’era, poi non ha le capacità tecnico giuridiche per esprimere un parere di congruità. Mai le prestazioni professionali sono state messe in discussione. Nessuno sa esattamente cosa è stato fatto. Nessuno ha le competenze. Quello che fa Scortecci lo fa di comune accordo con il collegio sindacale". Romagnoli si sofferma sulla definizione di congruo: "è tutto ciò che rientra nelle tabelle professionali, anche se non è economico. Il concetto di congruo e quello di esorbitante possono coesistere. Non è sbagliato dire che forse il fine era arrivare all’approvazione dl bilancio, ma le "richieste pressanti" sono escluse dai testimoni. Scortecci è sempre stato collaborativo e in ottimi rapporti con il collegio sindacale". Conclusione: "chiedo assoluzione perché il fatto non sussiste".

A seguire è intervenuto in aula Corrado Brilli, legale dell'avvocato Stefano Pasquini, che ha precisato come il suo assistito "entra in scena non già per valutare quello che è stato fatto dai consulenti e come, ma perché i sindaci dicono che come collegio sindacale non hanno le competenze per fare valutazione di congruità. Nella misura in cui ha emesso un parere di congruità, non si è occupato di tutto il resto. E' quindi stato incaricato per volere dell’amministratore per la questione della congruità". Poi Brilli cita il pm Roberto Rossi: "questo non è un processo in cui il dato della congruità ha un valore. Bisogna vedere se era utile o no, ma non è un problema di congruità". L’accusa di favoreggiamento risiede nel parere di congruità dato da Pasquini, ma "un parere di congruità - si chiede Brilli - è in grado di interferire i fatti? O ci troviamo nell’ambito del soggettivo giudizio circa un fatto?". Il fatto non sussiste per Corrado Brilli.

Parola all'avvocato Piero Melani Graverini, difensore del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, che si appella al principio di congruità: "la procura è inciampata sul sindaco durante le indagini, la figura di Ghinelli è molto marginale". E rievoca quelli che definisce "processi politici, come quello all'ex sindaco di Arezzo Lucherini". Poi cita sentenze della Corte di Cassazione e conclude: "non c'è favoreggiamento, non c'è abuso d'ufficio nella nomina di Macrì alla presidenza di Estra. Macrì non viene favorito, ma spostato per motivi interni". Infine chiede "l'assoluzione perché il fatto non sussiste".

La procura ha chiesto 7 condanne e 5 assoluzioni. Per Ghinelli 2 anni e due mesi, di cui 8 mesi per favoreggiamento nella vicenda Multiservizi e 1 anno e 6 mesi per abuso d'ufficio. Per Francesco Macrì 6 anni, di cui 4 anni e 6 mesi per peculato e 1 anno e 6 mesi per abuso d'ufficio. Per Merelli un anno e sei mesi per abuso d'ufficio. Per Marco Cocci 4 anni per peculato, Pier Ettore Olivetti Rason 4 anni e sei mesi per peculato. Per Bardelli 2 anni e 6 mesi per corruzione, per Amendola 2 anni e 6 mesi per istigazione alla corruzione. Decadute le accuse di favoreggiamento per Mara Cacioli, Sergio Scortecci, Stefano Pasquini e Lorenzo Roggi, "perché il fatto non costituisce reato".

In aggiornamento

Tags: Coingas Franco Scortecci

Nicola Brandini

Nicola Brandini

Nasco nell'anno del crollo dell'URSS, cresco in Valdichiana, corro in giro, mi laureo prima ad Arezzo e poi a Bologna, vivo ad Arezzo, faccio il giornalista. Sono quello nella foto.