Processo Coingas, Rossi cala la mannaia: chiesti 6 anni per Macrì, 2 anni e 2 mesi per Ghinelli - Video/Foto

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In chiusura delle oltre tre ore di requisitoria, arrivano le richieste del procuratore Roberto Rossi: "Due anni e due mesi per Ghinelli, sei anni per Macrì, quattro anni e sei mesi per Olivetti Rason, quattro per Cocci, due anni e sei mesi per Bardelli, altrettanti per l'ex presidente della Multiservizi Amendola, un anno e sei mesi per Merelli". Alla fine: "Mi sento stanco".

Esce col sorriso e particolarmente provato il procuratore Roberto Rossi, dopo ore di requisitoria in cui ha esposto il quadro accusatorio supportato dal team dell'accusa, in primis il pm Chiara Pistolesi, in quello che è l'ultimo atto prima del passaggio ad Ancona. Sorridente, gentile, ma nessuna dichiarazione ai giornalisti: "Sapete che non è una mancanza di riguardo nei vostri confronti, mi sento stanco". Poco prima aveva enunciato le richieste di condanna: nei confronti del primo cittadino Ghinelli due anni e due mesi sostanziati in otto mesi per favoreggiamento nella vicenda Multiservizi e un anno e sei mesi per abuso d'ufficio; sei anni per Macrì: quattro anni e sei mesi per peculato e un anno e sei mesi per abuso d'ufficio. Altre richieste riguardano il commercialista Marco Cocci, quattro anni, due anni e sei mesi a testa per il consigliere Bardelli e per l'ex presidente della Multiservizi Amendola, un anno e sei mesi per l'assessore Merelli. Decadono le accuse di favoreggiamento per Mara Cacioli, Sergio Scortecci, Stefano Pasquini e Lorenzo Roggi, "perché il fatto non costituisce reato". Spazio ora agli avvocati di parte civile, poi le arringhe dei legali della difesa e il pronunciamento della sentenza: al giudice Filippo Ruggiero, con Isa Salerno e Giorgio Margheri a comporre il collegio giudicante, il compito di accogliere, ridimensionare o respingere le richieste di Rossi.

La requisitoria di Roberto Rossi

- In aula sono presenti Ghinelli e Macrì con i rispettivi legali, ci sono gli avvocati Pier Ettore Olivetti Rason e Stefano Pasquini, l'ex dipendente Coingas Mara Cacioli, l'attuale amministratore unico Coingas Franco Scortecci, il commercialista Marco Cocci, l'assessore Alberto Merelli e il consigliere comunale Roberto Bardelli.

- "La distribuzione del gas naturale è espressamente qualificata dalla legge attività di servizio pubblico e lo statuto Coingas prevede l'indicazione di una società per lo svolgimento di tale servizio". Lo ha detto in premessa, citando l'art. 14 d. lgs 164/2000, il pm Roberto Rossi, che alle 9.25 circa ha aperto alla Vela la sua requisitoria nell'ambito del processo Coingas/Estra.

- Roberto Rossi: "Le consulenze erano prive di ogni utilità. Il loro scopo era quello di dare una parvenza di regolarità, ma di regolare non avevano niente, servivano solo per dare soldi pubblici a questi soggetti. Si tratta di peculato". Poi ripercorre la vicenda della Banca Popolare di Vicenza e dell'incompatibilità di Staderini, nei confronti del quale "la Banca cambia atteggiamento dopo l'intervento di Macrì".

- "Il peso politico di Macri era immensamente superiore rispetto a quello di Staderini, che lo ha proposto come presidente e Macrì ha risolto a Staderini il problema dell’ incompatibilità di dipendente della Banca con quello di amministratore unico Coingas". Per Rossi "è uno scambio di favori, fatto non nell’interesse di Coingas".

- Per Rossi "la genesi di tutto è lo scambio di favori". Da un'intercettazione tra Sergio Staderini e Olivetti Rason "emerge che la due diligence non è stata fatta, ma i soldi sono stati presi e divisi". Poi ricostruisce le altre consulenze, quelle in favore di Bigiarini e Cocci.

- Il procuratore evidenzia che nel 2019 i contratti per le consulenze non esistevano, "sarebbero stati redatti successivamente, ex post, con copia/incolla da altri documenti e date inattendibili, fatti in un secondo tempo per giustificare le somme da erogare". Da intercettazioni emerge la preoccupazione di Merelli, Cacioli e l'avvocato Pasquini, chiamati a trovare una soluzione.

- A supporto della tesi accusatoria, Rossi cita il sindaco di Lucignano, Roberta Casini e gli ex primi cittadini di Sansepolcro, Mauro Cornioli e di Civitella in Val di Chiana Ginetta Menchetti, "a detta dei quali tali consulenze erano inutili". La definizione è di "peculato a livelli estremi".

- Rossi dà lettura in aula di alcune intercettazioni di telefonate tra Mara Cacioli e Franco Scortecci, attuale amministratore unico di Coingas, in cui l'ex dipendente della partecipata si “lamenta” delle consulenze pagate a Pier Ettore Olivetti Rason.

- Il Procuratore Roberto Rossi, dopo avere illustrato il quadro accusatorio relativo al peculato, introduce il capitolo del favoreggiamento.

- Nella sua ricostruzione, Rossi ripercorre il filone Multiservizi, in cui Bardelli "sponsorizza" la nomina di Luca Amendola alla presidenza, con l'aspettativa di ricevere favori. "E non è una questione da considerarsi privata, perché nel caso non sarebbe stato chiamato in causa il sindaco". Per Rossi si tratta di favoreggiamento e corruzione.

- Sulla nomina Macrì a Estra, Rossi riferisce in aula delle note registrazioni di Staderini. Viene presa la decisione di nominare Francesco Macrì a Estra in quanto in giunta "rompe di più i coglioni". Emerge che "Macrì crea appositamente problemi per crearsi spazio".

- "La norma sull’inconferibilità è chiarissima - dice Rossi - anche un ragazzino di terza media la capirebbe. Interpretarla in un altro modo è solo una scusa". L'incarico di Macrì è stato giudicato "inconferibile" da Anac e Tar, in quanto non poteva infatti considerarsi decorso il cosiddetto "periodo di raffreddamento" di 2 anni previsto per legge: nel caso di specie, dalla carica di consigliere comunale alla presidenza di Estra.

- "Da questa violazione scaturiscono vantaggi, poteri gestionali, firma di contratti importanti, elargizione di soldi - disegna Rossi nel suo quadro accusatorio - da un punto di vista politico è popolarità. La norma vuole evitare il conflitto di interessi, ma “Macri ha scelto i soldi”, parola del sindaco". Per Rossi "Macri usa il suo potere di consigliere comunale per forzare la nomina a Estra".

- In chiusura delle oltre tre ore di requisitoria, arrivano le richieste del procuratore Roberto Rossi: "Due anni e due mesi per Ghinelli, sei anni per Macrì, quattro anni e sei mesi per Olivetti Rason, quattro per Cocci, due anni e sei mesi per Bardelli, altrettanti per l'ex presidente della Multiservizi Amendola, un anno e sei mesi per Merelli".

- Spazio ora agli avvocati di parte civile, poi le arringhe dei legali della difesa e il pronunciamento della sentenza.

Udienza fiume

In programma dalle 9 al Tribunale di Arezzo la requisitoria del Procuratore Roberto Rossi, con le richieste di condanna verso gli imputati nel cosiddetto processo Coingas/Estra, la vicenda che ha scosso la politica e la società aretine. 

Le tappe: stamani dalle 9 la requisitoria dell'accusa, procuratore Roberto Rossi e pm Chiara Pistolesi, poi spazio alle parti civili, gli avvocati dei comuni soci Coingas: Giorgetti, Scarabicchi, La Ferla e Marraghini. A seguire gli avvocati della difesa, per un'udienza fiume che andrà avanti anche domani.

Di fronte al giudice Filippo Ruggiero, che da giugno scorso ha sostituito Ada Grignani, in congedo per maternità, con Isa Salerno e Giorgio Margheri a comporre il collegio, si celebra uno degli ultimi "atti aretini" di Rossi: per otto anni a capo della Procura della Repubblica di Arezzo, è stato infatti nominato a novembre scorso dal Csm procuratore generale di Ancona. Il trasferimento si perfezionerà solo dopo la lettura della sentenza del processo Coingas/Estra, prevista nelle prossime settimane e comunque entro febbraio.

Due già condannati, i capi d'imputazione

La vicenda che ha scosso la politica aretina, ha già portato a giudizio imputati eccellenti. In due hanno scelto il rito abbreviato e sono stati condannati: un anno e 4 mesi al legale pratese Bigiarini, due anni di reclusione per l’ex amministratore unico di Coingas Sergio Staderini, dal cui telefonino e pc sono venuti fuori audio compromettenti.

Le richieste di condanna riguarderanno oggi il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, verso il quale le accuse sono di favoreggiamento in peculato e traffico di influenze, oltre a concorso in abuso d'ufficio. Il Sindaco è esposto, in base alla cosiddetta "legge Severino", alla sospensione per 18 mesi dal ruolo in caso di eventuale condanna anche in primo grado.

L'ex presidente di Estra Francesco Macrì è accusato di abuso d'ufficio e concorso in peculato; traffico d'influenze per Amendola, Roggi e Bardelli, peculato per l'avvocato Pier Ettore Olivetti Rason, abuso d'ufficio per Alberto Merelli; tra gli imputati, anche Cacioli, Pasquini e Scortecci.

Nel frattempo, uno dei filoni oggetto d'indagine nei confronti dell'ex Presidente di Estra Francesco Macrì, relativo alle sponsorizzazioni, è stato archiviato. Le accuse del procedimento penale erano di  peculato e abuso d'ufficio, nell'ipotesi della Procura di Arezzo, commessi tra il 2017 e il 2019. 

L'inchiesta e i filoni

Il processo Coingas nasce dall'inchiesta sulla partecipata del Comune di Arezzo, partita nel 2019 dalla verifica, da parte della Digos, di consulenze sospette per circa 400mila euro.

E' questo il filone principale: le consulenze affidate negli anni da Coingas a due professionisti, l’avvocato fiorentino Olivetti Rason e il commercialista Marco Cocci. Ipotesi d’accusa, peculato. Circa mezzo milione di denaro pubblico di Coingas, la società dei comuni che detiene quote di Estra, sarebbero stati spesi con incarichi che la procura della Repubblica, pm Roberto Rossi e Chiara Pistolesi, giudicano "inutili, ripetitivi, dal costo sovradimensionato, affidati senza gara". Per gli avvocati difensori, si tratta invece di "incarichi utili e retribuiti in maniera congrua".

Poi l'inchiesta si è diramata verso altri filoni: le consulenze, con ipotesi di reato il peculato e, per il sindaco Ghinelli, quello di favoreggiamento; la nomina di Francesco Macrì nel cda di Estra, che per la pubblica accusa avvenne in violazione della legge Severino, con ipotesi di reato l’abuso d’ufficio; una vicenda controversa, sulla quale si sono espresse Anac prima e Tar poi: l'incarico è stato giudicato "inconferibile" in quanto non poteva infatti considerarsi decorso il cosiddetto "periodo di raffreddamento" di 2 anni previsto per legge: nel caso di specie, dalla carica di consigliere comunale alla presidenza di Estra. Di pochi giorni fa la decisione del Comune di Arezzo di ricorrere al Consiglio di Stato "nel pieno rispetto della sentenza n. 13058/2022, pubblicata in data 13/10/2022, del TAR del Lazio su mandato della Giunta sono state avviate le procedure per proporre ricorso al Consiglio di Stato avverso tale sentenza, nominando difensore dell’Amministrazione Comunale il Prof. Avv. Giuseppe Caia del Foro di Bologna". 

Altro filone: il presunto accordo tra il consigliere comunale Roberto Bardelli e Luca Amendola, che fu nominato presidente di Multiservizi. In questo caso con ipotesi di reato quello di traffico illecito di influenze e ipotesi di favoreggiamento per Ghinelli.

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