Occhiali "speciali", la Polizia Municipale di Arezzo precisa: "Servizio sperimentale"

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L'Autorità Garante per la privacy ha aperto un'istruttoria nei confronti di due Comuni, Arezzo e Lecce, che hanno presentato il sistema costituito da un occhiale dotato di visore e di telecamere ad alta risoluzione ideato per riconoscere e leggere automaticamente i dati dei veicoli e i documenti degli utenti. 

Per il Garante, il personale della Polizia Municipale può utilizzare tale tecnologia solo a condizione che venga stipulato il cosiddetto «patto per la sicurezza urbana tra Sindaco e Prefettura», o comunque fino all'entrata in vigore di una legge in materia. In una nota, la Polizia Municipale di Arezzo precisa che "in relazione al Progetto “LaBGlasses” e per maggior chiarezza rispetto alle ultime notizie apparse nelle maggiori testate giornalistiche locali e nazionali, il Comando della Polizia Municipale di Arezzo precisa che non è ancora nelle proprie disponibilità la strumentazione oggetto della sperimentazione che sarebbe dovuta iniziare il prossimo 1 dicembre e per la quale è stata richiesta al Responsabile della Protezione dei Dati (DPO) del Comune di Arezzo, la valutazione dell’impatto ambientale della medesima, preventivamente ad ogni futuro eventuale utilizzo possibile solo dopo l’approvazione della Giunta Comunale. Per la sperimentazione sul campo dei LaBGlasses, il Comando si avvarrà della collaborazione degli agenti che, spontaneamente e su base volontaria, si renderanno disponibili al loro impiego attraverso una manifestazione di interesse. Si precisa inoltre, che il progetto sperimentale sarà completamente a titolo gratuito, in quanto nulla sarà dovuto a nessun titolo dal Comune di Arezzo a “laBGlasses” per la fornitura dei sistemi d'impiego e reciprocamente nulla sarà corrisposto per la collaborazione accordata da “laBGlasses” al Comune di Arezzo".

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