Macrì ai Giudici: "Nessun dolo nella nomina, Staderini indipendente nelle scelte. Estra quinto gruppo in Italia"

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L'ex presidente di Estra Francesco Macrì in udienza al cosiddetto processo Coingas Estra, ha chiesto di poter rilasciare dichiarazioni spontanee perché "intendo chiarire le circostante che mi vedono accusato e rispetto alle quali ritengo di essere del tutto innocente".

Dichiarazioni spontanee di Francesco Macrì al Tribunale di Arezzo, durante l'udienza odierna del cosidetto processo Coingas Estra. Macrì ha ricostruito il percorso in Estra, a partire dalla nomina, dal profilo dell'azienda ai rapporti con l'avvocato Rason, quelli con l'ex amministratore Unico Coingas Sergio Staderini, fino a rivendicare la crescita di Estra durante la sua presidenza: "la quinta utility italiana".

Come nasce la nomina

"Nella primavera del 2016 si verificarono le condizioni per l’avvicendamento anticipato della presidenza di Estra. Nell’ambito della maggioranza amministrativa del comune di Arezzo e della sua giunta municipale si fece strada l’ipotesi di una mia candidatura per il ruolo di Presidente. Anche in considerazione delle mie competenze manageriali , coniugate con l’esperienza politica necessaria per il ruolo di rappresentanza territoriale adeguato ad una grande azienda che erogava servizi d’ interesse pubblico ed operava nel libero mercato a livello nazionale.

Non sarebbe stato un percorso semplice perché il Comune di Arezzo avrebbe potuto solo proporre all’Assemblea dei sindaci di Coingas la mia nomina a Consigliere d’Amministrazione, quindi Coingas l’avrebbe portata nella assemblea dei soci di Estra e, una volta nominato, ci sarebbe stata, sulla base dei patti parasociali, la mia nomina a Presidente nel cda.
Ebbi modo anche di esprimere dei dubbi sulla mia nomina anche per le ragioni giuridiche della Severino in considerazione del mio ruolo di consigliere comunale.

La risposta fu chiara: ad avviso della ns amministrazione trattasi di partecipata di secondo livello e non in controllo pubblico.

“Studiaci anche tu, noi stiamo facendo gli approfondimenti con il segretario Generale e l’Avv. Pasquini”

mi fu detto.

Mi fu chiesto di fare un approfondimento tecnico e giuridico in relazione alla mia possibile nomina in un’azienda come Estra. Anche per il mio legittimo Interesse e in quanto soggetto integrato alla maggioranza amministrativa.Sulla base di ciò, mi attivai per individuare un professionista in grado, per competenza ed esperienza nazionale, di fare una valutazione su eventuali cause ostative al progetto proposto dall’amministrazione comunale. Dopo alcune ricerche individuai una professionista di Torino, Simona Rostagno, che si era già occupata di problemi analoghi. Verificata la sua disponibilità ad esaminare il problema, gli chiesi un suo giudizio e di anticiparmi una sua valutazione perché se ci fosse stato il minimo dubbio avremmo interrotto il nostro lavoro immediatamente. Omisi di rivelare all’Avv. Rostagno - nella prima fase - che ero il soggetto interessato. Volevo escludere ogni rischio di influenza. La stessa mi chiese gli statuti di Coingas e di Estra e qualifica del candidato. A seguire mi anticipò il suo giudizio positivo e comunicai la valutazione all’Amministrazione Comunale che a sua volta attivò l’Avv. Pasquini e Coingas. La società poi, ritenne in assoluta libertà di affidarsi alla stessa Rostagno per il parere effettivo. Ritengo che Coingas prese questa decisione perché preferiva un professionista più indipendente dal comune e con competenze specifiche. Coingas aveva bisogno di un parere perché il Comune e il suo Segreterio generale avevano fatto presente con il suo Ufficio che non poteva pronunciarsi su un atto che non sarebbe stato di stretta competenza dell’Amministrazione in quanto non poteva ritenersi ente conferente. Non era cioè il Sindaco a firmare un decreto di nomina del Consigliere di Estra perché questa nomina spettava esclusivamente alla assemblea dei soci di Coingas e negli step successivi, per la presidenza , ad altri organi societari autonomi come l’assemblea di Estra spa e il suo cda. Ciò lo affermerà ufficialmente il segretario generale in una riposta ad una successiva interrogazione sulla mia nomina. Vengo quindi indicato dal Comune di Arezzo all’assemblea dei soci di Coingas spa quale Consigliere d’amministrazione in Estra in rappresentanza dei Comuni aretini che deliberano a maggioranza. A seguire Il Presidente di Coingas, Staderini, porta l’indicazione all’Assemblea dei soci di Estra e io vengo nominato formalmente consigliere. Il parere che nel frattempo era stato chiesto all’avvocata Rostagno, è tra le carte che Staderini porta a Prato ma il documento non viene nemmeno fatto allegare agli atti. Estra aveva già affrontato problemi simili e aveva a disposizione un parere degli avvocati Masi e Bianchini di Firenze e Prato ( al tempo, a me ignoti) che coincideva e integrava quello dell’avvocata Rostagno. In seguito alla formazione del nuovo Consiglio d’amministrazione, io fui nominato da quest’ultimo Presidente. Vorrei sottolineare che la mia indicazione a Consigliere da parte del Comune di Arezzo fu condivisa dai Comuni della provincia di Arezzo, in buona parte di centro sinistra e a seguire da Consiag e Intesa, le società analoghe a Coingas delle province di Prato e Siena. Realtà non solo territorialmente ma anche politicamente diverse da quella del Comune di Arezzo. Non solo: ritengo che nessuno, indipendentemente dall’appartenenza politica, avrebbe potuto mettere a rischio un’azienda con 1 miliardo di euro di fatturato e oltre 700 dipendenti soltanto per supportare la mia nomina a Presidente. Non sarebbe stato logico immaginare un favoritismo di questo tipo e tanto meno un favoreggiamento così esteso. Comprendo che possano esserci dei dubbi interpretativi su una materia così complessa e di difficile comprensione come l’applicazione della Severino. Ma non mi posso capacitare di come si possa solo intravedere del dolo in una dinamica che mi avrebbe visto così penalizzato di li a breve".

Il profilo di Estra

"Non voglio entrare eccessivamente nel merito giuridico di questo tema che è di competenza dei magistrati della giustizia penale e amministrativa e degli avvocati. Voglio solo chiarire alcuni punti che sono legati alla mia esperienza in Estra e che sono, ben visibili, sotto gli occhi di tutti. Sono molte le caratteristiche che escludono Estra dalla Severino ed è sufficiente un solo elemento per la legittimità della mia nomina. Estra non esisterebbe ormai più se dovesse operare secondo le regole del sistema pubblico tipiche di un ente in controllo pubblico. Non potrebbe acquistare agevolmente il gas sul libero mercato e secondo le regole del libero mercato come sta facendo. Non potrebbe rivenderlo praticando le logiche che la concorrenza e il libero mercato richiedono. Non potrebbe fare assunzioni come ha sempre fatto e continua a fare senza concorsi pubblici. Non potrebbe assumere decisioni nei tempi rapidi che sempre il mercato richiede. Questa valutazione non interessa solo Estra ma tutte le aziende con partecipazione pubblica che operano nei mercati. E’ una valutazione non solo di Estra ma anche di Utilitalia, la struttura che rappresenta le aziende italiane che erogano servizi di pubblica utilità. Una valutazione che la stessa Utilitalia ha rappresentato difronte al Tar e rappresenterà anche difronte al consiglio di stato che mi vedrà ricorrere contro la decisione del Tar del Lazio in merito all’iniziativa di Anac. In sintesi, se Estra fosse l’azienda in controllo pubblico di cui si parla, sarebbe impossibilitata ad operare nel mercato dell’energia. E lo stessa vale per tutte le aziende italiane con lo stesso o con similare profilo societario. Che servizi eroga? Distinguiamo lo statuto dalla realtà… eroga comodity, non servizi pubblici e nemmeno direttamente. Non eroga servizi pubblici ma di interesse pubblico, guidavo il consiglio di amministrazione di una Holding semi operativa senza aver mai avuto deleghe gestionali ne prima né dopo. Le deleghe? Gestionali e operative? Quali sono? A mio avviso sono… non ne ho mai avute. Al riguardo, avevo potere di firma connaturato alla rappresentanza, non a un potere gestorio. Firmavo atti deliberati e per conto del cda. Deleghe civilistiche e nulla più, tipiche della figura terza del presidente o di consigliere indipendente. Esempio: firma contratto sponsorizzazione Fiorentina: complessa procedura – delibera – firma. Quindi su più fronti veniva soddisfatta la Severino a mio favore e non abbiamo mai e poi mai avuto dubbi sulla legittimità della mia nomina. Era una questione tangibile all’interno di Estra il profilo giuridico societario. Altri esempi: legge Madia ed emissione bond, il controllo secondo il testo unico delle società partecipate".

La vicenda Rason e i rapporti con Staderini

"Per spiegare questa vicenda, devo fare due premesse. La prima: il mio impegno in Estra mi assorbiva totalmente. I problemi da risolvere erano molti e le prospettive dell’azienda molto motivanti. Non mi occupavo quindi di Coingas se non nella misura in cui Coingas si occupava di Estra. Avevo avuto modo di conoscere l’Avv Rason e apprezzarlo nell’ambito di un rapporto professionale per un contenzioso affidatogli dall’azienda in cui svolgevo il ruolo di DG, la PROSPERIBUS, settore costruzione e manutenzione autobus gruppo BMB che aveva un credito da riscuotere da Atari spa di Firenze Non lo vedevo da almeno 5 anni. Dopo la risoluzione del problema di lavoro di Staderini, io non ho avuto più rapporti con Rason fino a quando non è iniziata la valutazione dell’ingresso di Estra in Borsa, nell’ambito della quale lo studio Rason aveva avuto l’incarico di svolgere il ruolo di advisor legale e finanziario, entrando a far parte del comitato tecnico istituito che affiancava il cda di Estra per la modifica e la stesura degli statuti e nuovi patti parasociali - tipici e compatibili con la quotazione- e le valutazioni tecniche-finanziarie legate alla pubblica offerta della quotazione. Devo evidenziare al riguardo che ho avuto modo partecipando a numerose riunioni operative di verificare il buon lavoro svolto dallo studio, capace di produrre risultati notevoli e positivi per il socio aretino ed il territorio che rappresentava, viste anche le condizioni di minoranza in cui operavamo (rappresentando solo il 25% della società). Non ho proposto a Staderini di dare quell’incarico mai e poi mai. Per gli incarichi si confrontava con altri magari, ma non con me. Poi faceva le sue scelte con il cda e la sua assemblea dei soci. Per il resto non mi sono mai e poi mai occupato, quindi, dei rapporti tra Rason e Staderini o tra il suo studio e Coingas. In primo luogo perché non mi interessavano. In secondo perché avevo ben altri problemi sui quali concentrare l’attenzione. Per il resto, tra Estra e Coingas c’era una convenzione che garantiva alla seconda una serie di prestazioni da parte delle prima che nel tempo riuscì anche a ridurre nei costi. Costi ragionevoli, in considerazione del fatto che Coingas non aveva dipendenti. Staderini decise di rinunciare a questo rapporto contrattuale Allentando i rapporti con Estra, Staderini si avvalse di ulteriori consulenze esterne della stessa Coingas. Mi sembrò una scelta sbagliata, ma le mie valutazioni non modificarono il suo orientamento e anche i nostri rapporti personali si allentarono. Fino ad allora la consulenza esterna a me nota era quella inerente l’assistenza legale e finanziaria per quotazione in borsa".

L'impegno in Estra

"Una breve ed ultima considerazione la voglio fare sul mio incarico in Estra. Capisco che di me possa prevalere una immagine pubblica di politico, ma ho sempre lavorato come manager/dirigente di azienda/imprenditore. Lo Facevo prima di Estra e continuo a farlo dopo Estra. Sicuramente è stato un incarico prestigioso e importante di cui vado fiero ed orgoglioso Con i miei colleghi abbiamo prodotto grandi risultati che tutti hanno potuto vedere. Estra era divenuta la quinta utility italiana crescendo in tutto il territorio nazionale".

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