Raccolta e trattamento di rifiuti speciali, agivano da 30 anni senza autorizzazioni

. Inserito in Cronaca

Sono stati emessi gli avvisi di chiusura indagini indirizzati ai titolari e ad un'amministratrice di fatto di un impianto di produzione inerti in Valtiberina. Coinvolto anche un pubblico ufficiale della Provincia di Arezzo.

Chiuse le indagini della Procura di Arezzo su un area golenale del Tevere: le ipotesi di reato sono quelle di organizzazione e gestione di un impianto per la raccolta e il trattamento di rifiuti speciali in assenza di qualsivoglia autorizzazione da addirittura oltre 30 anni. Dall'impianto deriverebbe anche un pericolo di inondazione, vista la vicinanza alle opere di difesa idraulica del fiume. Oggetto d'indagine gli scarichi industriali senza autorizzazione, le emissioni diffuse nell'aria, l'occupazione abusiva di aree demaniali, la illecita gestione di rifiuti speciali e non, la dispersione incontrollata di reflui industriali con contaminazione del suolo con idrocarburi, cromo, rame, cod e zinco. Contestato anche il falso ideologico in atto pubblico all'ex legale rappresentante della società e ad un funzionario della Provincia di Arezzo: avrebbero commesso questo reato per evitare la demolizione di un immobile dell'impianto, ordinata nel 2014 e ottenere il rinnovo di una vecchia concessione demaniale. Gli avvisi sono stati recapitati a Fernanda Serafini, Roberto Del Barna e Tiziana Citernesi, della ditta "Citernesi Secondo Calcestruzzi srl" e a Patrizio Lucci, funzionario della Provincia di Arezzo. Le indagini sono state ordinate dalla Procura della Repubblica di Arezzo, pm Angela Masiello e portate a termine dai Carabinieri Forestali di Sansepolcro.

 

Tags: Sansepolcro Carabinieri Forestali