Martina Rossi, appello bis: Albertoni e Vanneschi condannati a 3 anni per tentata violenza di gruppo

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Si è concluso il processo bis di secondo grado sul caso della morte di Martina Rossi. La corte di appello di Firenze ha condannato a 3 anni ciascuno Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, confermando così la sentenza di primo grado di tentata violenza sessuale di gruppo. 

La sentenza

Sono stati condannati a tre anni per tentata violenza sessuale di gruppo, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, residenti a Castiglion Fibocchi. Lo ha deciso la Corte d'appello di Firenze al termine del processo bis dopo il rinvio disposto dalla Cassazione. La lettura della sentenza è stata fatta da parte del Presidente del Tribunale Alessandro Nencini intorno alle 16 di questo pomeriggio, alla presenza in aula dei due imputati e dei genitori di Martina, Bruno Rossi e Franca Murialdo. E' il reato in conseguenza del quale sarebbe morta Martina Rossi, la studentessa genovese di 20 anni precipitata la notte del 3 agosto 2011 dal sesto piano di un albergo a Palma di Maiorca, dove si trovava in vacanza con le amiche. Accolta quindi la richiesta del sostituto procuratore generale Luigi Bocciolini formulata lo scorso 7 aprile: al termine della sua requisitoria aveva chiesto la condanna dei due giovani a 3 anni di reclusione, che si estinguerà per prescrizione tra la fine della prossima estate e l'autunno. Le difese dei due imputati nell'udienza dello scorso 14 aprile avevano chiesto l'assoluzione per i loro assistiti. 

La ricostruzione

Secondo la ricostruzione dell'accusa, accolta dai giudici dell'appello bis, la notte tra il 2 e il 3 agosto Martina Rossi salì in camera dei due giovani perché nella sua stanza le amiche erano in compagnia degli altri due ragazzi della comitiva di aretini e avevano formato due coppie. All'alba Martina precipitò dal balcone della stanza 609 dell'hotel 'Santa Ana' di Palma di Maiorca, la stanza occupata da Albertoni e Vanneschi, per sfuggire a un tentativo di stupro. In Spagna il caso fu archiviato come suicidio, ma i genitori di Martina, Bruno Rossi e Franca Murialdo, sono riusciti a far riaprire il caso. In primo grado ad Arezzo il 14 dicembre 2018 i due imputati vennero condannati a 6 anni di reclusione per tentato stupro e morte in conseguenza di altro reato, poi estinto per intervenuta prescrizione. Il 9 giugno 2020 la Corte d'appello di Firenze aveva assolto Albertoni e Vanneschi "perché il fatto non sussiste". La Suprema Corte di Cassazione lo scorso 21 gennaio aveva annullato la sentenza di assoluzione disponendo un nuovo processo per i due imputati come aveva sollecitato, nel corso della requisitoria, il sostituto procuratore generale Domenico Seccia e accogliendo i ricorsi presentati dalla procura generale di Firenze e dalla parte civile.

Le reazioni

L'avvocato Stefano Savi, legale della famiglia Rossi, ha espresso "soddisfazione per il provvedimento emesso dalla Corte d'Appello di Firenze, che è in linea con la sentenza di condanna di primo grado e con il pronunciamento della Cassazione e al tempo stesso in linea con la realtà dei fatti". Stefano Buricchi, legale di Vanneschi: "E' un passaggio doloroso ma non finisce qua, sicuramente impugneremo la sentenza, siamo convinti che sia errata come ritenevamo errata la condanna di primo grado".

Bruno Rossi e Franca Murialdo: "I giudici hanno riconosciuto che nostra figlia è stata ammazzata, non è morta per un gioco" e poi: "I due condannati potranno continuare a vivere, nostra figlia no. Dicono che il sole vada ai belli ma oggi è andato anche ai giusti. Questa è la fine di un tentativo di fare del nuovo male a Martina. Ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Il mio primo pensiero è andato a lei, ai suoi valori, a lei che non ha fatto niente e ha perso la vita. Se non fossimo stati economicamente all'altezza, non avremmo potuto fare un processo lungo 10 anni". 

Il presidio

Fuori dal palazzo di Giustizia di Firenze, un presidio del movimento femminista 'Non una di meno', con le manifestanti che hanno esposto uno striscione con la scritta "Sorella noi ti crediamo, la prescrizione non la accettiamo". Il padre di Martina si è avvicinato alla manifestanti per ringraziarle.

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Guido Albucci

Guido Albucci

Di tante passioni, di molti interessi. Curioso per predisposizione, comunicatore per inclinazione e preparazione