Prima il furto da un'auto, poi la rapina: in quattro finiscono in manette

. Inserito in Cronaca

Erano quasi le due di notte quando alla Sala Operativa della Questura di Arezzo è arrivata la segnalazione di un furto da una vettura parcheggiata in piazza Sant'Agostino per mano di quattro persone

Chi ha dato l'allarme ha riferito che i responsabili continuavano a stanziare sul posto e che a loro si era aggiunto un quinto soggetto, con cui alcuni del gruppo avevano iniziato a spintonarsi violentemente. Immediatamente due volanti dell'Ufficio Prevenzione Crimine e Soccorso Pubblico hanno raggiunto la piazza e provato ad accerchiare i presenti, impedendo loro ogni via di fuga.

Così i poliziotti sono riusciti subito a fermare tre dei cinque malviventi e solo qualche minuto più tardi hanno catturato anche gli altri due. Dai diversi accertamenti gli agenti hanno appurato che tre del gruppo (tutti di origini marocchine, pluripregiudicati e due dei quali clandestini sul territorio italiano) avevano commesso una rapina impropria successiva al furto dall'auto per cui era partita la segnalazione; sono stati ritenuti responsabili anche di resistenza a Pubblico Ufficiale contro gli operatori intervenuti. Il quarto delinquente, anche lui di origini marocchine, pluripregiudicato ma in regola con il permesso di soggiorno, aveva evitato di prendere parte al secondo reato in ordine di tempo.

I malviventi sono stati trovati con la refurtiva addosso; uno aveva una profonda ferita alla mano destra, dovuta verosimilmente alla rottura del vetro posteriore del veicolo per rubare al suo interno. Da ulteriori indagini si è scoperto che i tre rapinatori avevano compiuto, in quella stessa occasione ma poco dopo, anche un'altra rapina ai danni di uno dei cinque fermati - pure lui di origine marocchina e regolare sul territorio italiano -: l'avevano aggredito minacciandolo con una bottiglia di vetro frantumata e, picchiandolo, gli avevano portato via il cellulare, una banconota da 20 euro e un accendino.

I quattro sono stati arrestati e condotti presso il carcere di Sollicciano a disposizione dell'autorità giudiziaria.

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