Fingono di rifornire e si dividono oltre 30 mila euro: scoperti dalla Stradale Ar24Tv

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La Polizia Stradale di Firenze ha sorpreso due benzinai e un camionista che avevano ideato un sistema per ingannare il titolare di una ditta di trasporti e, così, spartirsi i soldi da lui messi a disposizione per rifornire il TIR. Coinvolto un aretino

Tutto è nato dalla denuncia dell’imprenditore, un 59enne di Acireale (CT), che con la sua flotta di 10 TIR ogni giorno trasporta materiale in tutta Italia e in Francia. Lui, che in questo periodo di crisi è molto attento ai costi di gestione della sua azienda, ha notato tra gli autisti che, a parità di chilometri percorsi, un 55enne di Riposto (CT) chiedeva più soldi rispetto agli altri. Era talmente convinto dei sospetti su quell’ammanco di oltre 30.000 euro che ha denunciato tutto alla Polstrada di Catania, indicando alcune aree di servizio nel comprensorio fiorentino ove era avvenuto il rifornimento di gasolio. A quel punto sono scesi in campo gli investigatori della squadra di polizia giudiziaria del Compartimento Polstrada Toscana, che hanno studiato il dossier e monitorato gli spostamenti del TIR. I poliziotti si sono appostati presso alcuni distributori sull’A/1 e, armati di telecamere e binocoli, hanno individuato nel Valdarno l’area di servizio ove avveniva lo scambio, riuscendo a immortalare la scena. Il piano, ben congegnato, prevedeva che il camionista lasciasse il TIR a distanza e, sceso dal mezzo, si avvicinasse ai benzinai per confabulare con loro, un 53enne di Pian di Scò (AR) e un 43enne di Figline Valdarno (FI), facendosi addebitare 650 euro di rifornimento, mai erogato, sulla carta di credito del suo datore di lavoro. Poi riceveva 480 euro in contanti dai benzinai, mentre questi ultimi a fine giornata si mettevano in tasca l’avanzo dai conti di 170 euro. Tutto è andato in fumo, poiché il camion è ripartito ma è stato bloccato dalle pattuglie della Stradale di Firenze, che hanno condotto i tre in caserma, denunciandoli per truffa e appropriazione indebita. L’imprenditore dopo l’operazione è corso a riprendersi il TIR, crucciandosi per la fiducia mal riposta su quel dipendente infedele.

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