Inchiesta per corruzione, Amendola verso le dimissioni, Bardelli e Roggi "tranquilli". Arezzo in imbarazzo

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Il pc che parla, quello di Staderini, analizzato per l'affaire Coingas, apre un nuovo filone di indagini che coinvolge Bardelli, Amendola e Roggi. Politica aretina sotto pressione, fibrillazioni nella maggioranza, opposizioni all'attacco. La giornata, tra cronaca e politica

Luca Amendola, amministratore unico di Arezzo Multiservizi, ha rinunciato al suo incarico e, pur dichiarandosi estraneo alla vicenda, ha annunciato che andrà a parlare con i pm per spiegare la sua posizione in merito alla nuova inchiesta partita dalle indagini in corso sul caso Coingas.

Il suo legale, l'avv. Marco Manneschi, dichiara che "la partecipata che gestisce i servizi cimiteriali in provincia è del tutto estranea all'inchiesta. Ci sono aspetti da approfondire, ma il mio assistito è tranquillo, non è stato intercettato e vuole andare dai magistrati per chiarire. In ogni caso, stiamo preparando una lettera di dimissioni da presentare al sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli. Amendola rimette il mandato da presidente di Multiservizi nelle mani di chi l'ha nominato come atto di responsabilità".

Gli accertamenti hanno preso il via dall'analisi delle conversazioni contenute in un pc in uso all'ex presidente Coingas Sergio Staderini. In esso sarebbe contenuta una conversazione tra il consigliere comunale del Gruppo Misto Roberto Bardelli e Lorenzo Roggi, presidente di Arezzo Casa. In tale scambio, Bardelli sosterrebbe "di essere stato contattato da Amendola poco prima della decisione sul vertice di Multiservizi. Lo stesso Amendola, secondo il consigliere comunale, avrebbe promesso di fargli avere 200mila euro attraverso l'intervento di una banca. In cambio, da Bardelli avrebbe dovuto avere un sostegno alla sua designazione ad amministratore unico di Multiservizi, tramite pressioni su chi doveva decidere la nomina". Ma la promessa di intervenire sulla banca per i 200mila euro in cambio di pressioni per la nomina non si sarebbe concretizzata. Infatti, successivamente, lo stesso Bardelli, sempre nelle conversazioni ricavate dal computer di Staderini, "si sarebbe lamentato di non aver ricevuto nulla, insomma Amendola", che non partecipa al dialogo ma è citato, "non avrebbe mantenuto la promessa fatta".

Perquisiti dalla Digos, su ordine del pm Andrea Claudiani che indaga sul caso, casa e ufficio, dispositivi elettronici privati messi sotto sequestro per Lorenzo Roggi: lo ha confermato lui stesso alla stampa, aggiungendo che l'inchiesta non riguarderebbe atti amministrativi collegati ad Arezzo Casa.

Il terzo indagato, Roberto Bardelli, non si è lanciato in commenti, tranne il fatto che si è definito "tranquillo". Ha ammesso però che il suo difensore gli ha suggerito di "mantenere il riserbo" per il momento.

Tutti e tre i protagonisti di questo secondo fascicolo di indagine sono stati sottoposti a perquisizioni: agli inquirenti interessano soprattutto i loro pc e cellulari. Stamani, non a caso, abbiamo titolato "C'è un pc che parla", perché pare proprio che le indagini si concentrino soprattutto su alcuni files audio conservati nel personal computer di Sergio Staderini, ex presidente di Coingas. Fra le voci registrate, custodite all'interno del computer che ha dato origine all'inchiesta, ci sarebbe anche quella del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli.

Sarebbero 2 in particolare le tracce scottanti, tra l'altro datate, visto che risalgono entrambe a metà 2016. Si ipotizza che le registrazioni siano stati carpite di nascosto ai suoi interlocutori da Staderini. È tutto scritto nel decreto di perquisizione.

Nel primo, a parlare sono Ghinelli, Staderini, Bardelli e Roggi. Gli ultimi due, ma in particolare "Breda", cioè Roberto Bardelli, accusano Amendola di non aver "onorato la promessa fatta a suo tempo di far ottenere 200mila euro al Bardelli in cambio di una indicazione al sindaco, da parte dello stesso Bardelli, dell'Amendola quale amministratore da nominare" per Arezzo Multiservizi Srl. L'accordo in questione, secondo chi indaga, comportava che Amendola trasferisse i conti della partecipata gestrice dei servizi cimiteriali in provincia, di cui è presidente dimissionario, in uno sportello di una banca perugina. L'istituto, come "ringraziamento indiretto" per l'ingresso finanziario, avrebbe fornito "200mila euro al consigliere comunale", che aveva bisogno del denaro per risolvere le "gravi difficoltà delle sue attività economiche personali".

Nell'audio registrato n. 2 sarebbe protagonista solo il duo Ghinelli - Staderini: lì dentro la prova, stando all'atto degli inquirenti, che il primo cittadino di Arezzo sapeva dell'operazione. 

Il nuovo "affaire", che si aggiunge all'avviso di prosecuzione indagini su Coingas ricevuto dal sindaco Alessandro Ghinelli, ha avuto come effetto immediato reazioni politiche durissime da parte delle opposizioni, susseguitesi per tutta la giornata:

Il primo a intervenire Luciano Ralli, capogruppo Pd in consiglio comunale, poi Francesco Romizi, capogruppo Arezzo In comune, Ruscelli e Caneschi, segretari provinciale e comunale del Pd e poi ancora Luciano Ralli, che ha rilasciato un'intervista ad Arezzo 24:

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