Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

martedì | 08-07-2025

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Liberazione: le celebrazioni con i veterani inglesi e neozelandesi entrati per primi ad Arezzo Ar24Tv/Foto

https://www.youtube.com/watch?v=dM7XSnY-GMQ

Giugno 1944 – Aprile 1945: furono necessari undici mesi per liberare la Toscana dai nazifascisti. In Toscana la Resistenza segnò profondamente il senso di appartenenza fra cittadini e forme di autogoverno democratico dopo la dittatura fascista, gli anni della guerra e l’invasione nazista. Il giorno della Liberazione è rimasto una data fondamentale per tante città e paesi, per la storia e l’identità delle comunità locali. In quel giorno quasi sempre fu un gruppo di partigiani ad annunciare la fine dell’occupazione nazista. In Toscana gli eserciti alleati trovarono, per la prima volta in modo così esteso nel corso della loro risalita dal Sud, forme già costituite di autogoverno locale. La Liberazione venne salutata dal suono delle campane, dai falò sulle colline, dallo sventolio di vecchie bandiere. La popolazione tornò nelle strade, si accalcò nelle piazze. In alcuni casi città e paesi, una volta liberati, dovettero far fronte, ancora per giorni, alle insidie di un esercito in ritirata e allo sbando. Date ben vive nella memoria delle comunità, i giorni più lunghi della Toscana, quando finì l’epoca in cui “la notte s’invocava il giorno e il giorno era più torvo della notte“. Due giorni prima dell’ingresso delle truppe alleate ad Arezzo, il 14 luglio, la strage di San Polo, eccidio compiuto da militari tedeschi costato la vita a 65 persone fra partigiani e civili, compresi bambini, donne ed anziani. La strage fu compiuta dal 274º reggimento corazzato della 94ª Divisione di fanteria comandato dal tenente Wolf Ewert, e da un reparto della 305ª divisione di fanteria, guidata dal generale Hauck. I 16°/5° Lancieri della 6° Divisione Armata Britannica sono state le prime forze alleate ad entrare in Arezzo il 16 luglio 1944: una delegazione di sette veterani era presente alle celebrazioni. 

Ricorrono oggi – ha dichiarato il sindaco Alessandro Ghinelli – i 75 anni dalla liberazione di Arezzo, ricordata insieme a noi da una rappresentanza del 16o Reggimento 5o Lancieri, il primo Reggimento Britannico ad entrare in città quel giorno. Giusta memoria di un passato che rimarrà a fondamento e guida del vivere nostro e di quello dei nostri giovani“.

{rwgallery}

La Liberazione di Arezzo è stata celebrata con un picchetto davanti alla Prefettura e l’omaggio ai caduti del Commonwealth nel cimitero degli Inglesi a Indicatore: presenti le autorità civili tra cui il prefetto Anna Palombi, Anpi, il gonfalone della Provincia di Arezzo, le autorità militari tutte e una delegazione di sette veterani inglesi e neozelandesi.

Il discorso completo del Sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli:

“Ancora una volta, a 75 anni dal giorno in cui le truppe alleate entrarono nella nostra città ferita, liberando dalla paura e ridestando speranze e aspettative, ci ritroviamo qui, nel ricordo commosso di quanti persero la vita, civili e militari, nella difesa dei valori di libertà e democrazia, e in memoria delle vittime degli eccidi che nei giorni immediatamente precedenti l’ingresso degli Alleati in Arezzo pagarano un pesante, drammatico tributo di sangue alla follia della guerra e di quei tempi spietati.

E’ convinzione sincera di chi parla, affermare la necessità e l’indispensabilità della memoria. Non sempre la storia ha testimoniato questa consapevolezza, ma le tragedie che in particolare il nostro continente ha vissuto nel secolo breve hanno imposto e continuano ad imporre l’esigenza del ricordo. E della riconoscenza: perché è grazie al sacrificio di tanti che, recuperando speranza e volontà, determinazione e fiducia, possiamo oggi contare su un presente che, se pur non privo di difficoltà e problematiche, è comunque un presente fondato sul bene prezioso della libertà. Nel nostro territorio così come nei confini più ampi.

Confidando nello spirito e nella forza della sua gente, operosa, volitiva, ingegnosa, solidale, Arezzo reagì alle ferite inferte dalla guerra, recuperò la sua tradizione contadina e al contempo iniziò a sperimentare nuove strade che ne avrebbero segnato un futuro, che per un lungo periodo fu di crescita e sviluppo prosperi e fiorenti. Un futuro che è il nostro presente, somma di esperienze e, appunto, di memorie.

In questi momenti, accanto alla condivisione dell’omaggio e del raccoglimento, la nostra riflessione va alle più giovani generazioni che sempre più raramente ormai possono ascoltare il racconto vivo e drammatico di quel periodo. Non disperdere la storia di tante vite innocenti sconvolte dalla violenza e dalla paura, perpetrare il racconto degli episodi di coraggio, altruismo, solidarietà che consentirono di salvare donne e uomini da morte certa, è un impegno e insieme una responsabilità grande che tocca a noi tutti. Nel corso della mia carriera di professore universitario prima, e in questi anni, nel mio incarico di Sindaco, ho incontrato per motivi diversi molti giovani, mi sono confrontato con loro, con le loro idee e con le loro aspettative. Sono ragazze e ragazzi sollecitati dall’incedere frenetico della contemporaneità, sensibili, brillanti, veloci ma anche, soprattutto le generazioni più giovani, fragili e smarriti: per loro, avere consapevolezza di cosa, in un passato non troppo lontano, ha significato la tragedia della guerra è una lezione necessaria; per noi, e nei loro confronti, è un dovere. Dovere, sollecitato anche nel messaggio che il Consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari Militari ha voluto indirizzarmi in occasione dell’anniversario dell’eccidio di San Polo, ricordato due giorni fa, e tramite il quale il Signor Presidente della Repubblica ha fatto pervenire il suo commosso pensiero all’intera comunità che ha dovuto subire le tragiche conseguenze di quel gesto vile.

 Come Sindaco di Arezzo e come Sindaco di tutti gli aretini, insieme a quello dell’intera amministrazione comunale porto il mio saluto a questa commemorazione, che segna la rinascita della nostra comunità, una comunità fiera e industriosa, culla di geni ed erede di una storia straordinaria, certo che, come oggi, nella piena consapevolezza e coscienza dei valori di libertà e democrazia quali pilastri fondanti di quella politica del rispetto custodita dalla nostra Costituzione, continueremo a riconoscere sempre la giusta memoria di un passato che rimarrà a fondamento e guida del vivere nostro e di quello dei nostri giovani”. 

I giorni della Liberazione: Provincia di Arezzo

Lucignano 2 luglio 1944
Cortona 3 luglio 1944
Foiano della Chiana 4 luglio 1944
Marciano della Chiana 4 luglio 1944
Monte San Savino 4 luglio 1944
Castiglion Fiorentino 12 luglio 1944
Civitella in Val di Chiana 15 luglio 1944
Arezzo 16 luglio 1944
Bucine 17 luglio 1944
Pergine Valdarno 17/18 luglio 1944
Laterina 18 luglio 1944
Montevarchi 19 luglio 1944
Terranuova Bracciolini 22 luglio 1944
Cavriglia 24 luglio 1944
San Giovanni Valdarno 24 luglio 1944
Monterchi 26 luglio 1944
Chiusi della Verna agosto 1944
Castelfranco di Sopra 2 agosto 1944
Pian di Scò 4 agosto 1944
Capolona 5 agosto 1944
Castiglion Fibocchi 7 agosto 1944
Subbiano 8 agosto 1944
Loro Ciuffenna 15 agosto 1944
Anghiari 16 agosto 1944
Talla 20 agosto 1944
Castel Focognano 20/25 agosto 1944
Chitignano 22 agosto 1944
Pieve Santo Stefano 23 agosto 1944
Caprese Michelangelo 24 agosto 1944
Bibbiena 28 agosto 1944
Badia Tedalda settembre 1944
Montemignaio settembre 1944
Ortignano Raggiolo settembre 1944
Poppi 2 settembre 1944
Castel San Niccolò 3/8 settembre 1944
Sansepolcro 4/8 settembre 1944
Pratovecchio 24 settembre 1944
Stia 24 settembre 1944
Sestino 1 ottobre 1944 

Articoli correlati