In Duomo la celebrazione della patrona dei Carabinieri: un minuto di silenzio per Giulia

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I carabinieri hanno celebrato in Duomo ad Arezzo la “Virgo Fidelis”, l’82° Anniversario della “battaglia di Culqualber” e la “Giornata dell’Orfano”. Un minuto di raccoglimento in ricordo di Giulia, vittima di femminicidio, e di tutti i soggetti deboli che ogni giorno sono vittime di violenza

Questa mattina, alle ore 10.00, nella Cattedrale di Arezzo officiata dall’Arcivescovo Mons. Andrea Migliavacca, i carabinieri del Comando Provinciale hanno celebrato la Virgo Fidelis, Patrona dell’Arma dei Carabinieri. Al termine della Santa Messa, il Comandante Provinciale dei carabinieri, Col. Claudio Rubertà, dopo aver ricordato due carabinieri della Compagnia CC di San Giovanni Valdarno, recentemente rimasti feriti nell’adempimento del dovere, si è soffermato anche sulle ricorrenze dell’82° Anniversario della Battaglia di Culqualber in Africa orientale e della Giornata dell’Orfano. Ed è agli orfani, amorevolmente assistiti dall’Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari Arma Carabinieri, e alle vedove dell’Arma, primi destinatari del dolore per le gravi perdite di affetto, che è stato rivolto un affettuoso e riverente pensiero.
La ricorrenza della Virgo Fidelis ha un profondo significato che idealmente riunisce i valori di  militarità e religiosità.
L’impegno che è stato solennemente rinnovato nella odierna celebrazione ha onorato la memoria di quei carabinieri che, continuando a credere nella Patria e sublimando il significato delle parole fedeltà e onore, caddero valorosamente nella cruenta battaglia di Culqualber, che ebbe fine proprio il 21 novembre del lontano anno 1941, durante la 2a Guerra Mondiale.  
Per l’epica resistenza del I° Battaglione Carabinieri mobilitato a difesa del caposaldo di Culqualber, venne concessa la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera dell’Arma, con la seguente motivazione:
“Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa d'impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi, contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell'intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l'ultima volta in terra d'Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri, fusi in un sol eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell'Arma”.
(Culqualber - Africa orientale agosto-novembre 1941).  
Al termine della cerimonia il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Arezzo ha ringraziato tutte le Autorità civili e militari presenti, i cittadini aretini che con la loro partecipazione hanno voluto dimostrare la loro vicinanza all’Arma, i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’Arma, i Carabinieri in servizio e in congedo. Sua Eccellenza il Vescovo ha colto l’occasione per osservare un minuto di raccoglimento in ricordo di Giulia, ragazza che recentemente è stata vittima di femminicidio, e di tutti i soggetti deboli che ogni giorno sono vittime di violenza.

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