Rigutino, addio allo storico parroco Don Virgilio
E' deceduto ieri don Virgilio Annetti, storico parroco di Rigutino. I funerali nella sua parrocchia dei Santi Quirico e Giulitta saranno celebrati domani, lunedì 12 giugno alle ore 10.
Don Virgilio Annetti, classe 1939 e ben 59 anni di presbiterato spesi al servizio della chiesa aretina, torna alla Casa del Padre lasciando al comprensorio di Rigutino ed alla Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro la più importante delle eredità: la chiesa di persone.
Una comunità di oltre 800 famiglie e 13 associazioni si stringe al suo amatissimo parroco, il donVI: prete con l'ascetica del sorriso, vicino al mondo della cultura, della carità, del lavoro e della politica, nella concretezza che lo ha sempre contraddistinto, lontano da carrierismo, ipocrisia e comodità.
Insegnante, assistente della Coldiretti, promotore di tantissime iniziative di solidarietà sociale perché padre spirituale di molti. Segretario del Vescovo Bassetti, durante l'episcopato aretino e prima della nomina ad Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve.
Proprio ieri il Cardinale Bassetti ha voluto sussurrare al telefono di don Virgilio, assistito dal fratello Daniele, la gratitudine di tutta la chiesa per l'esempio e per tutto il bene che continua a compiere.
Fino all'ultimo dei suoi giorni ha difeso con tutte le sue forze la scuola Meacci di Rigutino e le Suore Oblate Salesiane del Sacro Cuore che da ben 73 anni assicurano a quest'opera educativa, voluta dal Cav. Meacci e da mons Alfredo Barbagli, una proposta di vita cristiana a tutto il comprensorio.
Colorito nel carattere e buono verso chiunque, ha sempre desiderato un funerale col baroccio e col somaro, ricordando fino all'ultimo suo respiro il senso dell'esistenza cristiana.
Ha puntato tutto sulla chiesa di persone, attualizzando il coraggio di una chiesa vicina a tutti, realizzando il coraggio del Concilio Vaticano II fino alla enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco, riuscendo con efficacia in ogni sua opera che verrà ricordata in un libro.
Un pastore con l'odore del gregge, come lo ha ricordato più volte il Vescovo emerito di Fiesole mons. Luciano Giovannetti. Don Virgilio è spirato alle 19.20 di sabato 10 giugno 2023 pregando al telefono con il Cardinale Gualtiero Bassetti ed il fratello Daniele.
Oggi, solennità del Corpus Domini, la salma sarà esposta in parrocchia, a Rigutino, fra la sua gente.
Oggi, solennità del Corpus Domini, la salma sarà esposta in parrocchia, a Rigutino, fra la sua gente.
Don Virgilio, il Pastore con “l’odore delle pecore”
Pregavamo perché non accadesse, ma quello che ci diceva il fratello Daniel non lasciava speranze. E ieri 10 giugno alle 19,20 don Virgilio Annetti è tornato alla Casa del Padre.
Quanti ricordi! Da quando arrivò a Rigutino quale assistente dell’antico Arciprete don Alfredo Barbagli, nel 1964, si può dire che don Virgilio sia stato anche un po’ il pastore di Vitiano. Sia perché tutti i bambini vitianesi che andavano alle Medie di Rigutino lo avevano come insegnante di Religione, sia perché veniva spesso a Vitiano per la festa del Patrono o per le Confessioni comunitarie. C’era anche il fatto che era stato per un periodo parroco della vicina Ottavo. E lì a Ottavo aveva scoperto e incominciato ad apprezzare il santo pellegrino penitente sepolto in quella chiesa: Baldassarre Audiberti. Don Virgilio voleva bene a Baldassarre e mi ha sempre incoraggiato e sostenuto nelle mie ricerche sul “Santo delle croci”.
Con don Virgilio ho scritto e pubblicato due fra i miei libri più belli, con presentazioni incredibili, veri eventi. Il primo è dedicato a Rigutino ed è uscito nel 1996, il secondo parla dell’insorgenza aretina del “Viva Maria” e della “battaglia di Rigutino”.
È stato durante i lavori per il libro sulla storia di Rigutino (Rigutino, l’antica “Bricianum”), che ho “scoperto” un altro don Virgilio. Ho toccato con mano la sua capacità organizzativa, il suo impegno per far restaurare e mantenere al meglio, sia la chiesa parrocchiale che l’antica Pieve alla Sassaia, sia l’Asilo “Meacci” che le varie “Edicole” mariane della parrocchia; l’ho visto all’opera, assieme ai suoi più stretti collaboratori, nel creare nuovi locali, nuove occasioni di aggregazione, il giornalino, nuove “feste”. A Rigutino era sempre festa: una festa per chi festeggia i 25-50-60 anni di matrimonio, una festa per chi compie i 50 anni; una festa per la mamma; una festa per il babbo; e poi la cioccolata calda la Notte di Natale, la via Crucis sul Lignano, la montagna occupata “manu militari” da don Virgilio e dai suoi rigutinesi.
E come dimenticare la “Gallorinata”, nata nel 1995 da un’altra idea di don Virgilio, figlio di una Gallorini: mesi e mesi a ricercare tutti i Gallorini negli elenchi telefonici d'Italia, poi a contattarli tutti e quindi, un giorno di fine primavera, la partenza per Galloro, vicino a Palazzo del Pero, da dove provengono e il cui toponimo ha dato vita al cognome “etnico”.
Don Virgilio è stato uno dei sacerdoti più generosi, tra tutti quelli che ho conosciuto (e posso dire che sono davvero tanti). Posso testimoniare di tante volte, con lui nel suo ufficio o di fronte alla canonica, che si è sentito suonare il campanello o si è visto arrivare qualche persona. Ho assistito a certe richieste di aiuto, a volte vere, a volte palesemente false, che invitavano a cacciare il questuante, e sempre ho visto don Virgilio frugarsi in tasca, salire in casa, aprire qualche cassetto o qualche scatolone. E dare. Tanto, poco, giusto, non lo so. So che l’ho visto sempre dare con il sorriso, un sorriso solidale con i veri bisognosi, un sorriso un po’ smaliziato con i “trappoloni”, ma solo dopo aver dato anche a questi ultimi, mi sussurrava: “Adesso se ne va a bere o a giocare, ma l’opera buona rimane. E poi, almeno non andrà a rubare …”.
Ricordo quando ospitò per alcuni mesi dei musicisti di strada, che di giorno si recavano a suonare nelle strade e piazze di Arezzo e dintorni, per tornare a sera nella canonica di Rigutino, a mangiare, a dormire, a trovare un tetto amico. E con il loro ospite, si intrattenevano a parlare, a ricordare, ringraziandolo con l’esecuzione di loro brani.
Senza dire dei tanti denari personali che ha messo per i restauri delle due chiede di Rigutino ed anche per il tetto della Pieve di San Cassiano, dove fu battezzato.
Di don Virgilio erano apprezzati il carattere gioioso, la sua simpatia, le sue omelie profonde, ma leggere perché infarcite di aneddoti e storie, la sua profonda fede.
Ci sarebbe da scrivere tanto e tanto. Basti dire che don Virgilio è stato davvero un Pastore “con l’odore delle pecore” e oltre che ad andare a cercarle, si inventava nuovi momenti, religiosi e no, per radunarle e per stare in mezzo a loro.
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