Una giornata speciale: cinquant’anni dopo di nuovo alla Pio Borri
Ieri, sabato 13 maggio, si sono incontrati - dopo 50 anni - gli alunni che, in via sperimentale, nel 1973 formavano le due classi prime a tempo pieno. La Pio Borri di Arezzo fu una delle scuole che in Italia avviarono questa proposta di tempo scuola
La storia dell’istituzione del tempo pieno inizia negli anni Sessanta, da quando, cioè si ebbe una rapida evoluzione del vecchio doposcuola, spesso gestito dai patronati scolastici in funzione sostanzialmente assistenziale, che passò sperimentalmente ad attività integrative pomeridiane.
La legge 820 del 1971 consolidò quella sperimentazione passandola ad ordinamento e
dispose che vi fosse un posto di insegnante di ruolo per attività integrative, per ogni posto normale, dove si svolgeva questa attività aggiuntiva. Era il raddoppio dell’organico che accompagnò l’esperienza negli anni Ottanta preparando di fatto il tempo pieno.
La Pio Borri si inserisce in questo lungo percorso didattico-educativo, che vede in un tempo scuola disteso l’opportunità di un progetto formativo più articolato, che supera l’idea della trasmissione del sapere e “immerge” l’alunno/a in un cammino partecipato, ricco di esperienze.
La scuola primaria Pio Borri resta dunque un punto di riferimento per la città, con le sue “aule all’aperto”, l’orto, un prato che ha visto generazioni di bambini correre, cadere, rialzarsi, formarsi….Rappresenta “un sistema” di convivenza tra due tempi scuola che, nella loro diversità, sono in dialogo e interscambio, proprio per mantenere vivo non il “com’eravamo” ma il “come siamo e quale strada vogliamo percorrere insieme”.
Dopo cinquant’anni dal lontano 1973, anno in cui questa storica scuola aretina inaugura la sperimentazione del tempo pieno, gli ex alunni decidono di rincontrarsi: rivedere gli ambienti tanti dopo provoca un certo effetto, non per i cambiamenti –inevitabili – ma per quello che quegli anni –vissuti in quel particolare contesto-hanno significato. Giornate caratterizzate da lezioni all’aperto, l’idea di un orto, le corse nel pratone e le attività laboratoriali che “scardinano” il concetto di una scuola trasmissiva per darle un’impronta nuova: quella del lavoro di gruppo, della sperimentazione, della diversa gestione degli spazi.
Ciò che è avvenuto sabato 13 maggio ha però un significato più profondo: non è solo una festosa rimpatriata, è il riconoscere quanto intenso sia stato l’insegnamento ricevuto, quanto significativo ne è stato il ricordo, capace di indirizzare future scelte educative e di vita.
Gli ex alunni hanno “ripreso in mano” un filo relazionale forse mai interrotto e hanno voluto lasciare qualcosa di significativo alla nuova “Pio Borri”, ad una scuola che è ancora anche la loro, con la sua capacità di rinnovarsi, di continuare a porsi domande e a sostenere idee educative in linea con il cambiare del tessuto sociale.
Hanno contribuito a portare avanti un sogno che sta diventando realtà, quello delle “ primarie musicali”, un nuovo progetto che nasce con l’obiettivo non solo di sostenere la conoscenza degli strumenti, ma di rendere l’alfabetizzazione musicale parte fondante dell’educazione degli alunni.
Musica come forma d’arte, ma anche come momento d’incontro, di formazione, di inclusione…una nuova sfida che, come sempre, la scuola Pio Borri e le altre primarie dell’ICS Cesalpino si impegneranno a vincere.