Francesco Sarri, un aretino alla notte degli Oscar Video

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Dopo Benigni, Sarri. Quando nel 1999 alla notte degli Oscar l’aretino Roberto Benigni sbancava con “La Vita è bella” prendendosi tre statuette dell’Accademy Award, c’era un bambino in fasce ad Arezzo che 24 anni dopo avrebbe vissuto al Dolby Theatre di Los Angeles intense ore di attesa per la assegnazione dei premi.

Non è un attore, non è un regista, non è nemmeno un musicista: è un hairstylist. Si chiama Francesco Sarri, ha meno di 25 anni e si occupa della acconciatura delle donne di spettacolo. In questo caso di una donna molto speciale, sulla cui vita è stato costruito un documentario che ha già vinto il Leone d’oro 2022 a Venezia e che nella notte che verrà potrebbe ambire ad una delle statuette d’oro in lizza ai piedi della collina di Hollywood. Il documentario di Laura Poitras intitolato “All the Beauty and the Bloodshed” parte in pole position proprio per il riconoscimento ottenuto nella città lagunare, dove già l’aretino Sarri, membro del team del salone di Roberto D’Antonio (il parrucchiere delle star), aveva curato la capigliatura di Nan Goldin.

All the Beauty and the Bloodshed è la storia epica ed emozionante dell'artista e attivista di fama internazionale Nan Goldin, raccontata attraverso diapositive, dialoghi intimi, fotografie rivoluzionarie e rari filmati, della sua battaglia per ottenere il riconoscimento della responsabilità della famiglia Sackler per le morti di overdose da farmaco. Il film intreccia il passato e il presente di Goldin, l'aspetto profondamente personale e quello politico, dalle azioni del P.A.I.N. presso rinomate istituzioni artistiche alle immagini di amici e colleghi catturate da Goldin, passando per la devastante Ballad of Sexual Dependency e la leggendaria mostra sull'AIDS Witnesses: Against Our Vanishing del 1989, censurata dal National Endowment for the Arts. La storia inizia con P.A.I.N., un gruppo da lei fondato per indurre i musei a rifiutare i fondi Sackler, togliere lo stigma alla dipendenza e promuovere strategie di riduzione del danno. Ispirato da Act Up, il gruppo ha orchestrato una serie di proteste atte a denunciare i Sackler e i crimini della Purdue Pharma, produttrice dell'ossicodone. Al centro del film campeggiano le opere d'arte di Goldin “The Ballad of Sexual Dependency”, “The Other Side”, “Sisters”, “Saints and Sibyls e Memory Lost”. In queste opere, Goldin ritrae gli amici rappresentandoli con bellezza e cruda tenerezza.

“Nan Goldin – scrive Michela Murgia - è la fotografa americana che, famelica di verità e realtà, ha ritratto l'intima realtà delle generazioni che hanno segnato il cambiamento. Documentarista di vita, tra gli anni '70 e '90, il flash e il colore esagerato dei suoi scatti hanno raccontato le storie e i corpi della queerness, per lei "il terzo genere, un'altra opzione sessuale molto più complessa e rappresentativa degli altri", le storie e i corpi di chi ha attraversato la malattia, la droga e la violenza. Ma anche scatti pieni di amore per conservare, come in un’ossessione, il ricordo e la presenza di chi non c'è più.”

Francesco Sarri ha lavorato sulla sua capigliatura rispettando la complessa personalità di questa artista e attivista dei movimenti più radicali impegnata per decenni sul fronte dei diritti civili degli Usa e oltreoceano. Un connubio il loro che riporterà un pò di Arezzo sul red carpet più famoso del mondo.

La notte degli oscar di Francesco Sarri si potrà seguire anche su Instagram: @iamfrancescosarri e @rdarobertodantonio.

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