Un'infermiera nel presepe, Fontana: "La fede è più grande della pandemia" Ar24Tv

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Il Vescovo di Arezzo traccia un bilancio di fine anno e spiega come la Diocesi si prepara ai riti di Natale. Coldiretti e Confartigianato donano una nuova statua per il presepe: è un'infermiera

Questa mattina il Vescovo di Arezzo, Mons. Riccardo Fontana, ha tracciato un bilancio di fine anno ponendo i suoi auguri di buon Natale a tutti i cittadini.

"La fede è più grande della pandemia. Vorrei dire coraggio a tutta la mia gente. Non è possibile incontrarci, è però possibile sentirci, collegarci. Creare un rapporto tra le persone in modo che il Natale recuperi il senso della nostra tradizione cristiana. Buon natale a tutti, che sia un momento di gioia e di festa".

E c'è un nuovo personaggio nel presepe 2020: è l'infermiera anti Covid per simboleggiare l'impegno di tutto il mondo della sanità e della cura, in particolare dei più deboli. È stata donata questa mattina da parte del presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci e del Vicepresidente di Confartigianto Arezzo Luca Baglioni, e del Consigliere Ecclesiastico di Coldiretti Arezzo Don Roberto Mugnai, la statuina che raffigura l'infermiera al Vescovo Mons. Riccardo Fontana.

Consegna che si inserisce nell'iniziativa nazionale di Coldiretti, Fondazione Symbola e Confartigianato, sotto l'egida del Manifesto di Assisi con l'intento di portare un loro contributo, volto a far capire ancora meglio la straordinaria attualità e forza di questa narrazione gentile. 

 

Il presepe è la rappresentazione della nascita di Gesù, ma attraverso i suoi personaggi serve anche a raccontare la realtà della vita di tutti i giorni e quindi insieme al bambinello troviamo fra gli altri, artigiani, casalinghe, filatrici, agricoltori, pastori e gli animali, dal bue all'asinello della natività, dalle pecore alle caprette, dalle oche alle galline, fino a cani e gatti per rappresentare la multiforme dimensione del Creato che parte proprio dalla terra.

L'esperienza della pandemia, la sofferenza di molti, il distanziamento a cui costringono le regole emanate nel rispetto degli altri ci impegnano a rivisitare il modello già sperimentato e ammirato per introdurre un nuovo personaggio – quella dell'infermiera in rappresentanza dell’intero mondo della sanità – che si batte per assicurare la salute di tutti. L’iniziativa è stata quella di affidare all’abilità di un artigiano esperto nell’arte presepiale la raffigurazione in statuina dell’immagine di chi oggi interpreta la possibilità di riscatto della vita della comunità e costituisce un perno e un punto di appoggio per le nostre speranze.

"La modernità del presepe viene proprio dal suo legame con la vita di tutti i giorni che per gli agricoltori e gli allevatori vuole dire conservazione dei territori e della biodiversità", afferma il presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci nel sottolineare che "agricoltori, medici, infermieri ed operatori sanitari non hanno mai smesso di lavorare in questa difficile pandemia per garantire la salute dei cittadini e l’approvvigionamento alimentare delle famiglie, nonostante i rischi e le difficoltà. Come ha detto Papa Francesco per uscire da questa crisi dobbiamo recuperare la consapevolezza che come popolo abbiamo un destino comune. È questo lo spirito del Manifesto di Assisi e di questa iniziativa che vuole dare maggior forza alle comunità attraverso una delle tradizioni più sentite, quella del presepe, lo sforzo straordinario e generoso in difesa delle nostre vite e delle nostre comunità, svolto dal mondo della sanità, rappresentato da un'infermiera che oggi abbiamo donato al nostro Vescovo".

"C'è un atteggiamento che Papa Francesco ci ha invitato a vivere per diventare più uomini e, per chi crede, più cristiano: prenderci cura. Prenderci cura dell'altro, di noi stessi, della terra, di ogni persona, vicina o lontana, che soffre, nel corpo e nello spirito", prosegue Castellucci, "è con questo spirito che abbiamo voluto rendere omaggio a chi, in questo periodo drammatico dell'umanità diventa anche luce di speranza per un mondo migliore: gli infermieri, gli operatori sanitari, i medici".

Con questo gesto, Confartigianato Arezzo vuole onorare tutti gli 'eroi' della quotidianità che si impegnano per gli altri in questi mesi così difficili, in sintonia con il messaggio di Papa Francesco che nei giorni scorsi ha ringraziato chi si adopera per gli altri nella pandemia, paragonandoli a San Giuseppe, "l'uomo che passa inosservato".

"Artigianato per noi", spiega Luca Baglioni, vicepresidente di Confartigianato Arezzo, "significa impresa che fa comunità come abbiamo dimostrato anche in questa terribile pandemia: col nostro lavoro abbiamo garantito prodotti e servizi indispensabili alle persone e abbiamo anche contribuito ad offrire sostegno alla collettività". "Per questo, in un anno così difficile per le nostre comunità e per i nostri imprenditori –  insiste Baglioni  – abbiamo voluto mettere al centro del Presepe i valori della solidarietà e della generosità testimoniati da tutti coloro che si battono per salvare la vita delle persone: la statuina artigianale che raffigura l’operatrice sanitaria è simbolo di questi valori e della tradizione di eccellenza manifatturiera".

"Per questo", conclude Baglioni, "Confartigianato Arezzo, come le altre Confartigianato italiane, fa questo dono alla Diocesi aretina, in segno di riconoscenza verso coloro che lottano per sconfiggere la pandemia e anche a testimonianza del coraggio e dell’impegno concreto dei nostri artigiani e piccoli imprenditori per costruire la rinascita del tessuto produttivo aretino".

Tags: Coldiretti Confartigianato Riccardo Fontana Lidia Castellucci Fondazione Symbola

Massimo Gianni

Massimo Gianni

giornalista iscritto all’Ordine dal 1988, collabora con testate giornalistiche televisive e radiofoniche.