Io conosco un sacco di gente finita in terapia intensiva. Ecco perchè Bocelli dovrebbe vergognarsi

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"Io conosco un sacco di gente, ma non ho mai conosciuto nessuno che fosse andato in terapia intensiva, quindi perché questa gravità? Io, umiliato e offeso dalla privazione della libertà durante il lockdown". Firmato: Andrea Bocelli

Sono esterrefatto da questa dichiarazione. A questo personaggio non chiedo una dichiarazione rispettosa della verità, sembra non essere nelle sue possibilità, chiedo allora il silenzio. Intendiamoci, ognuno ha il diritto di esprimere la propria opinione, ma Bocelli non conosce l’etica della responsabilità che un personaggio pubblico deve e dovrebbe avere quando parla in pubblico. E questo, soprattutto, quando un artista deve tutto al suo pubblico. Ed è per questo che mi permetto di intervenire nel rivolgergli pubblicamente alcune parole. Caro Bocelli si vergogni, io a differenza sua conosco, conoscevo, anche chi è morto in terapia intensiva. E ricordo bene quelle tradotte nella notte di bare trasportate dai camion dell’esercito. Soprattutto però ho ascoltato, letto e rispettato le parole di migliaia di persone che un mese fa chiamavamo eroi. Quelli e quelle che dai corridoi degli ospedali di tutta Italia, sfiniti e devastati ci chiedevano di non uscire, ci chiedevano di stare a casa e di rispettare la legge. Cosa che, stando ancora alle sue dichiarazioni, lei non ha fatto. Andrea Bocelli non ha la compassione e l’umanità travolgente che muove qualunque artista.
Ecco perché Andrea Bocelli dovrebbe stare solo in silenzio, e pensare a tutti quei morti che dagli ospedali sono andati direttamente al cimitero, senza una cerimonia, senza un saluto ai propri cari, senza sapere neanche che sarebbero dovuti morire. Per fortuna lei è un caso isolato, in buona compagnia con Sgarbi e Salvini. Non è vietato esprimere la propria opinione ora però riprenda la parola per chiedere scusa. Gli artisti e le artiste italiane, hanno saputo fare e dare in questi mesi una grande testimonianza di umanità e serietà. E poi la bellezza. Ma Bocelli non la conosce.

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Tito Barbini

Tito Barbini

Scrittore e politico italiano, Sindaco di Cortona dal 1970 al 1980, poi presidente della provincia di Arezzo

Amico personale di Francois Mitterrand, nel 2004 ha interrotto la sua esperienza politica, lasciando tutti gli incarichi per intraprendere un viaggio lungo 100 giorni, con uno zaino come unico bagaglio, che lo ha portato dalla Patagonia all'Alaska. Al ritorno ha scritto del viaggio nel libro Le nuvole non chiedono permesso e da quel momento si è dedicato a raccontare nei suoi libri i suoi viaggi successivi[2]. Nel 2016 è uscito il libro "Quell'idea che ci era sembrata cosi bella" -Da Berlinguer a Renzi, il lungo viaggio. Cinquant'anni di vita politica e istituzionale nel filo di un racconto sul fallimento storico del comunismo. Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 ha aderito a Liberi e Uguali, in aperta polemica col PD di Matteo Renzi