"Porte chiuse, cuori aperti": Elena Pagliai e Arezzo24 raccontano in un film la grande emergenza Ar24Tv

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Elena Pagliai, giovane giornalista aretina e Arezzo24, presentano uno straordinario docu film sui mesi più duri del lockdown ad Arezzo. Vi presentiamo il lavoro di Elena, che con Lorenzo Magistrato alla parte fotografica, si è calata dentro l'emergenza. Per non dimenticare

Giulia: Parlaci del progetto.

Elena Pagliai: Il video, della durata di 30 minuti, è una raccolta di testimonianze di cittadini e associazioni. Racconta Arezzo con uno sguardo ampio e profondo che consente, da un lato, di avere una panoramica della città, della situazione economica, dello stravolgimento delle abitudini, della trasformazione degli spazi. Dall’altro di conoscere storie particolari, ricche di emotività. Di entrare nella vita di alcune persone che hanno voluto raccontarsi e raccontare le difficoltà vissute in isolamento.

Giulia: Cosa volevi trasmettere con il tuo lavoro?

Elena Pagliai: Il mio reportage cerca di far emergere, come si evince dal titolo, un’umanità che non si è persa nonostante l’isolamento. Un sentimento che ricorre nei racconti dei lavoratori preoccupati non solo di non arrivare a fine mese, ma di poter perdere il lavoro di una vita, un progetto costruito con fatica. Così come nelle parole di volontari che non hanno smesso di aiutare il prossimo, nonostante la paura.

Saltando da un’intervista all’altra mantengo uno stile asciutto, chiaro e diretto, ma allo stesso tempo cerco di raccontare ciò che c’è sotto la superficie: cosa ha significato il periodo di isolamento per alcune fasce di popolazione, forse non così adeguatamente considerate. Le conseguenze dell’isolamento infatti sono state pesanti per molti, ma soprattutto per i bambini e per gli anziani e per quei soggetti già soli che si sono ritrovati ancora più distanti da tutti gli altri, come i disabili.

Il mio racconto parla dei lavoratori che non si sono mai fermati per garantire servizi ai cittadini. Di soccorritori e volontari, veri protagonisti dell’emergenza. Di infermieri, contrari a essere considerati eroi. Di mamme costrette a casa con i figli piccoli, occupate a gestire la famiglia, le attività domestiche, il lavoro e l’educazione dei bambini. Di ragazzi giovani, la cui quotidianità è stata stravolta dal virus e che hanno dovuto sopperire in qualche modo alla mancanza di socialità. Delle condizioni di precarietà che tanti lavoratori autonomi hanno sperimentato e continueranno forse a vivere, anche superata l’emergenza economica. 

Giulia: Un video che è una fotografia, una testimonianza di ciò che accaduto in questi mesi e che non scorderemo facilmente...

Elena Pagliai: Questo documento non è solo una fotografia, ma una narrazione che porta a capire come le abitudini siano cambiate in fretta e radicalmente e come alcuni si siano adeguati meglio di altri, come in tutte le situazioni di crisi ed evoluzione. E anche se adesso sembra tutto tornato alla normalità, è bene ricordare - e questo video ci aiuta a farlo - che c’è stato uno sconvolgimento nelle vite di tutti. Tornare agli stili di vita precedenti, alla quotidianità frenetica, alla confusione è stato così semplice che quasi sembra che si sia cancellato tutto con un colpo di spugna. Ma è necessario ricordare per non ripetere gli stessi errori e per fare scelte consapevoli, sia a livello personale che comunitario e globale.

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Photo Credits: Lorenzo Magistrato

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Tags: EF-A Coronavirus lockdown

Giulia Senesi

Giulia Senesi

Laureata in Filologia, Letteratura e Storia dell’antichità. Sono una grande amante di viaggi e cinema; parlo inglese, spagnolo e un po’ di tedesco. Credo che la scrittura abbia un effetto catartico.