Arezzo Streetfood: cattive premesse ed eventi a rischio nel 2020
Per il settore ristorazione ambulante e eventi a tema street food il lockdown non è finito, ma l’Associazione Streetfood si fa paladina per la causa, ovvero fa comunicazione riguardo ad azioni di sensibilizzazione nei confronti di Governo e istituzioni locali.
Seguitissima la diretta Facebook Streetfood Italia con Lucia de Robertis (Regione Toscana) e Marcello Comanducci (Comune di Arezzo). Ricciarini commenta: “Dati sconfortanti e fretta è cattiva consigliera. Norme anti Covid19 e alti costi minano il ritorno in pista”. (Unioncamere) Di 180mila attività di commercio il 18,5% sono “food” di cui 3,5mila su ruote e 20mila su gazebo. Dal lock down la perdita di fatturato tocca i 20mila euro.
Entrambi gli interlocutori, volti al bene comune e a una ripresa economica e sociale a livello comunale e regionale hanno esposto per propria competenza territoriale la situazione attuale e le prospettive, ovvero in senso figurato “la luce in fondo al tunnel”. Si sono resi disponibili per fare tutto quanto è in loro potere per il bene e la “vita aziendale” delle attività di somministrazione e per gli organizzatori di eventi a tema streetfood, categorie a tutti gli effetti indipendenti dai mercati e dagli ambulanti detentori di posti fuori mercato o decennali che già sono stati protagonisti di sommosse e flash mob per il varo della direttiva Bolkenstein.
"La fretta è cattiva consigliera. Guardatevi intorno - dichiara il Presidente dell’Associazione Nazionale Streetfood Massimiliano Ricciarini agli operatori del settore - date nuova struttura alla vostra attività e garantitevi alternative di lavoro in attesa che gli eventi di successo, da noi organizzati da dieci anni a questa parte, possano un giorno tornare ad essere organizzati con le caratteristiche che li contraddistinguono. Chi vuole investire adesso nel settore sicuramente darebbe un segno positivo ma nel proprio interesse aspetti”.
“Distanza sociale non è amica degli eventi - conclude Ricciarini - così come ulteriori costi per adempimenti alle normative anti-covid oltre alle già note voci di spesa per safety e security. Se prima sui social il pubblico si lamentava per gli alti costi dei cibi adesso si rischia che un arancino arrivi a costare quanto un risotto al tartufo bianco e champagne. Ai colleghi e concorrenti organizzatori suggerisco di non dare false speranze nell’impegno “per la causa” e in futura fase di ripresa meno spregiudicatezza. Create un vostro format senza inflazionare il tema e il nome streetfood già a rischio a fine 2019, senza pestarsi i piedi a vicenda e senza pensare solo al proprio “giardino”.
Streetfood Village, un modello nazionale. Il format ideato da Massimiliano Ricciarini con Associazione Streetfood è stato di ispirazione se non addirittura emulato in toto da sempre più numerose realtà emergenti organizzatrici di eventi sullo stesso tema indicativamente dal 2014 ad oggi. Realtà più o meno improvvisate hanno ampliato e potenziato inevitabilmente l’indotto. Una rete sempre più fitta di aziende del settore ha portato flussi di persone in numerose città italiane, attivando così la conoscenza del territorio, gli acquisti presso i negozi locali sia di prodotti agroalimentari tradizionali che di altre merceologie. Gli hotel hanno ospitato sia gli operatori partecipanti che i visitatori provenienti da varie parti d’Italia che hanno così acceduto a ristoranti, pizzerie, bar ed enoteche locali con indubbio beneficio economico.
Tags: Marcello Comanducci Lucia De Robertis. Streetfood Village Massimiliano Ricciarini