L'albero d'oro di Lucignano su Panorama. Sgarbi: "Con sommo gaudio lo portai all'Expo di Milano"

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Sulle pagine del settimanale diretto da Maurizio Belpietro, l'opera di Lucignano è citata dal prof. Vittorio Sgarbi, che ne descrive lo splendore definendola "opera d'arte sublime" e ricorda: "con sommo gaudio, portai l’albero di Lucignano all’Expo di Milano, nel 2015, e fu festa per tutti"

Il noto critico Vittorio Sgarbi commenta sul settimanale Panorama di questa settimana l'installazione "Abete" dello scultore Giuseppe Penone in piazza della Signoria a Firenze, a suo dire "non adatta a rappresentare l'ascesa dell'Alighieri dall'Inferno verso il Paradiso", per poi prendere come riferimento simbolico, invece, l'Albero d'Oro custodito all'interno del Museo di Lucignano, descrivendolo minuziosamente come "un'opera d'arte sublime". Inoltre Sgarbi ricorda come il manufatto sia assurto a simbolo di "Albero della Vita" e di avere portato l'opera "con sommo gaudio" ad Expo nel 2015. Una bella promozione per Lucignano ed i suoi tesori. Ecco il frammento dell'articolo di Panorama, che include anche la foto con tanto di didascalia, con la citazione di Sgarbi:

... "Le persone semplici, quando pensano alla bellezza «inconfutabile» dell’albero, pensano all’albero in fiore, che può anche essere simbolo di vita eterna. Suggerisco a Penone di fare da Cuneo, via Firenze, una breve sosta a Lucignano, dove troverà uno splendido albero d’oro, conosciuto anche come Albero della vita, un’opera sublime che, lo suggerisco a Nardella e a Schmidt, sarebbe un vero, grande, luminoso omaggio a Dante. Si tratta di un reliquiario (alto circa 2,60 m), realizzato, tra il 1350 e il 1471, da Ugolino da Vieri e Gabriello D’Antonio per la Chiesa di San Francesco. Dal fusto centrale, appoggiato su una teca a tempietto gotico a tre piani, si liberano 12 rami (sei per parte). Alla sommità un crocifisso e un pellicano. I rami hanno foglie decorate e sostengono piccole teche per reliquie ai cui apici sono medaglioni, con miniature e cristalli di rocca, incorniciati da rametti di corallo. A un’opera come questa, nell’arte, si può pensare, ricordando Dante. Io, con sommo gaudio, portai l’albero di Lucignano all’Expo di Milano, nel 2015, e fu festa per tutti. Nella natura come nell’arte la bellezza e la vita sono nell’albero in fiore, in primavera. L’albero secco è simbolo di male e di morte, come si vede nell’Allegoria della virtù e del vizio di L’Albero della vita (1350-1421), il reliquiario realizzato da Ugolino da Vieri e Gabriello D’Antonio e conservato a Lucignano (Arezzo)». 

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