Il lupo da problema economico a problema sociale. Azienda subisce un attacco ogni tre giorni

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Lo sostiene Cia Arezzo: “La presenza del predatore non è più solo una questione del mondo agricolo che, da anni, chiede attenzione e misure di contenimento. Adesso, diventa una minaccia anche per le persone e i cittadini cominciano ad avere paura. Occorrono interventi urgenti e decisi”

I filmati e le fotografie diffusi in questi giorni restituiscono immagini che terrorizzano. Il lupo ormai è sempre più prossimo agli abitati e fa stragi di animali ovunque.

Serena Stefani e Massimiliano Dindalini, Presidente e Direttore di Cia Arezzo lanciano un appello a istituzioni regionali e nazionali: “Adesso non è più una questione pesante e delicata per il mondo agricolo, che da anni segnala l’aumento esponenziale del predatore e lamenta danni ingenti agli allevamenti”.

Fino ad oggi il tema dell’esubero della presenza del lupo è stato portato dalle campagne ai tavoli istituzionali senza alcun successo. Sottovalutato probabilmente perché circoscritto, adesso, è scoppiato in tutta la sua gravità.

Dopo aver pensato che molti gridassero al lupo, ingigantendo il problema, ci siamo improvvisamente resi conto che il lupo c’è davvero ed è pericoloso per l’intera comunità”, aggiungono, raccontando le disavventure con pesanti risvolti economici vissute negli ultimi anni dagli allevatori.

Un esempio per capire le dimensioni: l’azienda agricola Ascione, in Valdarno, che alleva ovini e produce formaggi, denuncia dagli 80 ai 100 attacchi l’anno, di media uno ogni tre giorni, con pesanti ripercussioni sui bilanci: anche quando non vanno a segno, infatti, le incursioni dei lupi causano stress e paura e gli animali rallentano la produzione di latte. Gli stessi cani, utilizzati per la difesa del gregge, cominciano a non essere più efficaci: hanno paura! Il mondo agricolo, che paga le maggiori conseguenze di mancate decisioni e assenza di interventi adeguati, da solo non è riuscito ad ottenere la necessaria attenzione e soprattutto soluzioni efficaci. Adesso è la comunità ad avere paura e a chiedere di affrontare la questione lupo perché il problema non è più solo economico ma diventa sociale”, aggiungono Stefani e Dindalini che, proprio in questi giorni stanno raccogliendo le testimonianze degli allevatori. “Sono i cittadini a sollecitare decisioni che non sono più rinviabili. Richieste che la nostra organizzazione sosterrà con forza”.

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