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lunedì | 23-06-2025

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“Lapidarium: dalla parte dei vinti”, la Giunta di destra promuove l’arte che commemora i migranti


Una scelta culturale coraggiosa e controcorrente.

Attualità senza coscienza?

 

Il criterio della mostra: le parole dell’artista Gustavo Aceves.

“Lapidarium nasce come progetto nelle acque nel Niger:

Una piroga piena di uomini, donne e bambini,

metà Barca di Caronte metà Cavallo di Troia.

Lapidarium è un testimone muto.

Silenzioso come il silenzio dei migranti che si trovano a metà del tragitto.

Lapidarium non è un’installazione.

Ogni singola scultura in Lapidarium è un necrologio. Tutte assieme formano un obitorio.

Lapidarium non è un‘archeologia delle migrazioni umane benché il vagare ne sia a fondamento. Il vagare e l’occultamento.

Lapidarium è una rilettura di un nuovo lessico che inizia con la B di Barbaro e finisce con la X di Xenofobia;

tra queste, come un ponte ignominioso, la S di “Sans Papier”.

Lapidarium risale al giorno in cui l’uomo è partito dall’Africa.

Lapidarium testimonia il giorno in cui l’uomo continua a partire dall’Africa.

La topografia di Lapidarium è modellata solo dalle acque.

Il Mar Rosso che si apre agli ebrei nel loro cammino alla Terra Promessa e oggi si chiude al ritorno dei “senzaterra”.

Il Mar Nero che testimonia le migrazioni verso l’Oriente tanto prossimo dei “Peuples de la Mer”,

gli stessi che ancora oggi continuano ad affogare nell’indifferenza di tutti.

Il Mar Morto, mare senza onde, desolato. Mare dove è nata la idea della resurrezione per tutti gli uomini

e oggi mare degli erranti nel loro ultimo giorno.

Il Mare Nostrum.

Finalmente, l’altra riva”.

 

GUSTAVO ACEVES

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Link correlato: “Lapidarium: dalla parte dei vinti” I cavalli di Gustavo Aceves arrivano ad Arezzo

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