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sabato | 17-05-2025

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Fimer Terranuova, preoccupazione per dipendenti e indotto. Sindacati pronti a scendere in piazza

I lavoratori della Fimer, società leader nella produzione di inverter fotovoltaici, le organizzazioni sindacali Fim-Fiom-Uilm e i sindaci della vallata, scenderanno in piazza lunedì prossimo, 29 novembre, per alzare la propria voce di protesta e preoccupazione riguardo la situazione che si sta vivendo all’interno della fabbrica di Terranuova Bracciolini, che assieme a tutto l’indotto occupa circa 800 persone. La manifestazione prevede il ritrovo dei lavoratori FIMER alle 13,30 di fronte al proprio stabilimento, allo stesso orario i lavoratori dell’indotto si troveranno di fronte all’azienda Opificio 4.0. Successivamente si svilupperanno due cortei, che alle 16.00 si ritroveranno in piazza della Repubblica a Terranuova dove sono invitati ad unirsi cittadini, rappresentanti pubblici e associazioni.

“Il difficile reperimento delle materie prime e soprattutto la mancanza della liquidità necessaria a garantire la continuità aziendale destano forte preoccupazione – affermano gli organizzatori della manifestazione -. Negli incontri che si sono succeduti tra sindacati, enti pubblici e i proprietari dell’azienda è emerso un quadro che vede un’importante esposizione debitoria nei confronti di terzisti e fornitori, molti dei quali hanno sede in Valdarno e danno lavoro complessivamente a centinaia di persone. Quotidianamente circa un centinaio di dipendenti della Fimer sono posti in cassa integrazione”.
“Il ciclo produttivo procede con forti rallentamenti, nonostante che il mercato di riferimento sia in forte espansione. Per invertire la rotta e attuare un business plan efficace è necessario che la proprietà immetta immediatamente risorse oppure consenta l’ingresso di nuovi investitori. L’iniziativa ha la finalità di evidenziare l’impellenza di un intervento e mira al massimo coinvolgimento non solo dei lavoratori interessati, ma anche di tutte le comunità valdarnesi. Fimer impiega 450 dipendenti diretti e circa 20 interinali. Includendo l’indotto (stimato in oltre 300 unità) si arriva complessivamente a circa 800 persone, una forza lavoro molto significativa che nel corso degli anni ha contribuito allo sviluppo industriale e che costituisce una fonte di entrata fondamentale per tantissimi nuclei familiari”.

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