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mercoledì | 18-06-2025

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Lavoro ad Arezzo, 890 assunzioni programmate in provincia a dicembre

Le entrate saranno inferiori del 31% rispetto a quelle di novembre (-300 in termini assoluti) e del 33% rispetto a dicembre dello scorso anno (440 in meno). La situazione aretina è comunque leggermente migliore di quella nazionale, che vede a dicembre una flessione del 36% rispetto al 2019. Le informazioni sui flussi di assunzioni programmate dalle imprese riguardano le attivazioni di contratti di lavoro della durata di un mese solare come minimo – pari ad almeno 20 giornate lavorative – per il trimestre oggetto di indagine.

Il rapporto Excelsior relativo al territorio aretino“, commenta il presidente della Camera di Commercio Arezzo-Siena Massimo Guasconi, “segnala la crescente difficoltà che stanno subendo le entrate previste dalle imprese per le restrizioni imposte a diverse attività economiche con lo scopo di fronteggiare la seconda ondata pandemica“.

“Scende infatti anche la quota di imprese che programmano assunzioni, che adesso si attesta sull’8%, in calo di due punti percentuali rispetto a dicembre dello scorso anno. Tornando alle entrate programmate, come era prevedibile la flessione appare più marcata nel comparto dei servizi, compreso il commercio, con una media del -38%, mentre nel manifatturiero è di circa dieci punti percentuali più bassa (-28%).

Ma sono soprattutto i servizi di ristorazione e quelli turistici a far registrare una contrazione particolarmente pronunciata: gli ingressi di lavoratori dovrebbero diminuire infatti del 55% rispetto al 2019. Per tutti i settori una prima positiva inversione di tendenza potrà certamente arrivare con gli interventi previsti nei Decreti Ristori-ter e quater, ma è evidente che solo la piena operatività della campagna di vaccinazione anti-Covid e la conseguente ripresa della mobilità interna e di quella internazionale potranno ridare slancio ai settori maggiormente colpiti”.

Nel 29% dei casi le assunzioni previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato; il 71% sarà a termine, a tempo determinato o con altri contratti con durata predefinita. Gli ingressi di lavoratori previsti si concentreranno per il 51% nel settore dei servizi – 450 in valore assoluto – e per il restante 48%, equivalente a 430 persone, nel manifatturiero. Entrambi i comparti evidenziano un calo della domanda di lavoro rispetto a dicembre scorso, più consistente nei servizi (-38%) rispetto al manifatturiero (-28%). All’interno di quest’ultimo settore, al comparto industriale è riferibile il 41,6% delle entrate e il restante 6,7% è riconducibile alle costruzioni. Nei servizi il commercio ha una quota sul totale delle assunzioni provinciali del 18%, i servizi di alloggio, ristorazione e turistici corrispondono al 10,1%, i servizi alle impese al 13,5% e i servizi alla persona al 9%.

Le figure più ricercate sono quelle di operai specializzati e conduttori di impianti nelle industrie della moda (11% del totale), commessi e altro personale qualificato in negozi ed esercizi all’ingrosso (10%), cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici (9%) e operai nelle attività metalmeccaniche richiesti in altri settori (9%). Rispetto a dicembre di un anno fa non cambiano molto le preferenze delle aziende per quanto riguarda i titoli di studio: le richieste di laureati rappresentano il 9,6% del totale – nel 2019 erano il 9,5% -, i diplomati sono i più ricercati, il 42% delle entrate previste – 37,5% l’anno scorso -. Le qualifiche professionali scendono dal 28,5% di dicembre 2019 al 21% di quest’anno; infine gli incarichi per i quali non è previsto uno specifico titolo di studio si attestano al 29,2%, in crescita rispetto al 24,5% dello scorso anno.

L’incertezza del quadro economico“, sottolinea Marco Randellini, segretario generale dell’Ente camerale, “sta pesantemente condizionando il mercato del lavoro della nostra provincia. Una situazione estremamente preoccupante, che potrebbe aggravarsi con la fine del blocco dei licenziamenti previsto per il prossimo marzo“.

“In questo scenario quindi acquisiscono un ruolo determinante gli interventi nazionali e quelli europei per supportare il nostro sistema economico. Oltre a quelli destinati a sostenere le imprese maggiormente in difficoltà, sono gli interventi per la green economy e la digitalizzazione delle imprese quelli che potranno risultare strategici dal punto di vista occupazionale. Nei prossimi cinque anni infatti, come riportano le previsioni a medio termine 2020-2024 del sistema informativo Excelsior, il mercato del lavoro italiano richiederà 1,6 milioni di lavoratori che possano sviluppare soluzioni e strategie ecosostenibili e 1,5 milioni di persone con un elevato grado di competenze digitali.

Come Camera di Commercio, accanto agli interventi complessivi di sostegno al nostro sistema imprenditoriale stiamo cercando proprio di favorire la crescita delle competenze professionali nella sostenibilità e nella digitalizzazione. E questo attraverso, ad esempio, i contributi messi a disposizione delle imprese con i bandi per la digitalizzazione e per la certificazione o attraverso il sostegno alle attività del Polo universitario per la formazione universitaria e per quella di alta specializzazione necessaria alla creazione di profili professionali con competenze green o digitali”.

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