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sabato | 23-08-2025

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Arezzo, cercasi squadra prima di rimanere impantanati in maniere irreversibile

L’Arezzo, dopo una ventina di minuti decorosi, si andava consegnando con ineluttabile fatalità alla sorte che l’accompagna dall’inizio di questo campionato. Si perdevano progressivamente le distanze tra i reparti, la misura nei passaggi, la posizione in difesa. E sì che davanti avevamo una squadra partita con il dichiarato obiettivo della salvezza e non una big del girone, ma la Virtus Verona a confronto ha fatto un figurone per concretezza e disciplina tattica. Gli amaranto, invece, hanno confermato tutti i limiti derivanti da un mercato che aveva lasciato più di un dubbio e che ora, alla prova del campo, conferma che in rosa ci sono elementi che probabilmente non sono all’altezza della categoria e figurarsi di una maglia gloriosa come la nostra. Potenza ha lanciato tra i pali Tamma dopo il siluramento (brutale) di Tarolli. L’Ex Pro Sesto è capitolato non senza responsabilità sulla prima conclusione avversaria, concedendo il bis con una incertezza sul terzo gol veronese. In mezzo, una provvidenziale uscita a salvare la porta dopo l’ennesima amnesia difensiva. Là dietro Cipolletta e Baldan se la possono cavare nel corpo a corpo in virtù della stazza, ma sono estremamente vulnerabili se presi in velocità. Tutto il reparto, poi, pecca di organizzazione e concede agli avversari spazi pericolosissimi. In fase di costruzione si arranca, difficile mettere insieme un’azione partendo dal basso e non è raro che l’appoggio del portiere al difensore finisca, sotto la pressione altrui, per costringerci a rilanci alla disperata. Males ha tecnica e si vede, ha grinta e si vede, ma la condizione appare ancora lontana. Luciani si danna l’anima, ma la precisione non è mai stata una sua caratteristica, Nader  e Maggioni sono ancora acerbi, come incerto è apparso Mosti. In più la condizione atletica preoccupa. Per stessa ammissione del tecnico, domenica, dopo venti minuti, parecchi erano in debito di ossigeno e lo si è visto, perché c’erano spesso venti metri tra i reparti, con gli attaccanti isolati oppure con la difesa scoperta se la squadra va in avanti ad accompagnare l’azione d’attacco. Poco può fare Pesenti, al quale non arriva una palla giocabile, poco possono i ragazzini Merola e Sane, che pure hanno qualità, ma che si perdono nel caos disorganizzato che è in questo momento il gioco (?) della squadra. Cutolo  e Foglia da soli non possono cantare e portare la croce, tanto che, spremuti e presumibilmente sconcertati, finiscono con il perdersi anche loro. Un punto arraffato allo scadere a Gubbio in 4 partite è un bottino tristissimo, ma non è nemmeno questo ciò che più preoccupa. Servirebbero innesti di qualità pronti da schierare e servirebbe anche capire perché per l’ingaggio di altri calciatori debba essere necessario (come si mormora) un ulteriore ritocco alla già cospicua fidejussione di 750.000 euro. In quali ingaggi si è esaurito il plafond ? Il debito per stipendi (di calciatori ed addetti ai lavori giacché la garanzia copre l’intero monte ingaggi) è notoriamente la voce più pesante nel bilancio di una azienda calcistica. Se è esaurito il plafond, coperto dal lodevole raddoppio dell’impegno fideiussorio ed i risultati sportivi sono quelli che abbiamo davanti agli occhi, viene da porsi qualche domanda anche in merito alla gestione. Nell’attesa, c’è da andare a caccia di punti per non rimanere impantanati in maniera irreversibile. Non sarà facile ma bisognerà provarci.

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