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sabato | 08-11-2025

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Politica

Scuola, diciamola tutta

In troppi, tra i cervelloni del Ministero, dimenticano che la scuola è fragile come cristallo. La scuola non è solo un edificio con la bandiera al vento, la scuola sono le famiglie, gli alunni, i docenti, il personale Ata. La scuola sono i servizi come il trasporto, le mense. La scuola sono i librai e le cartolerie. Un mondo intero ruota intorno alla scuola. Ma soprattutto la scuola dovrebbe essere la palestra dove si formano cervelli e spirito critico. Per questo, al pari dell’economia, andrebbe considerata una priorità. Purtroppo la scuola è da sempre, non da ora, la cenerentola. E gli stessi che oggi urlano contro la ministra Azzolina, non mi pare si siano mai preoccupati, in passato, del ruolo dei docenti, della loro dignità professionale, della didattica, delle dotazioni, dello stato di usura degli edifici. Un menefreghismo assoluto che ha prostrato la scuola italiana. A quelli che oggi sbraitano domando umilmente: come affrontereste il ritorno a scuola di milioni di ragazzi? Mettiamo pure, come sostiene qualcuno, che il virus sia ormai morto, chi se la sente di rimettere i nostri ragazzi, stipati come sardine, negli scuolabus e in aule inadeguate?
Una cosa che rimprovero al governo è la mancanza di chiarezza, qui, come in altri casi. Abbiano il coraggio di dichiarare la verità: non si può rimediare, nei pochi mesi che ci separano da settembre, allo sfacelo prodotto in anni di abbandono.
Basta con le illusioni, diciamo le cose come stanno. Per reinventarsi la scuola e renderla adeguata ai tempi che ci attendono, non solo quelli dettati dall’epidemia, ma anche quelli imposti da un mondo in costante cambiamento, ci vogliono progetti, tanti soldi e non bastano 100 giorni. Nel frattempo occorre trovare delle soluzioni immediate, assumendo nuovi insegnati e individuando spazi alternativi. I comuni in questo senso devono muoversi senza aspettare troppe circolari ministeriali. Perché la soluzione non possono essere le gabbie in plexiglas, pensate forse per polli tecnologici, ma non per ragazzi in carne e ossa.

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