Coronavirus, Mugnai: “Chiuda chi deve chiudere, prima la salute”

Cinque i punti inseriti nella lettera al prefetto. Il primo: “Ci sono ancora aziende che formalmente non rispettano il protocollo del 14 marzo e che sostanzialmente non garantiscono la salute dei lavoratori e quindi anche quella delle loro famiglie. Chiediamo, per queste situazioni, un intervento di controllo ispettivo“. Seconda riflessione: “Il caso di Bucine evidenzia l’eccezionale fragilità delle strutture per anziani e per disabili. Sia le RSU che le nostre categorie hanno evidenziato situazioni che non possono essere accettate. È perciò necessaria una generale verifica e un monitoraggio immediato di tutte le strutture da parte delle autorità competenti, non solo a tutela degli addetti ma in particolar modo degli ospiti“.
Ancora: “Ci sono aziende che non rientrano nei codici ATECO per rimanere aperte. Chiedono deroghe. Il sindacato è assolutamente contrario, perché con le deroghe si apre una breccia dalla quale non sappiamo chi e quanti possano passare. Diciamo quindi no alle deroghe e chiediamo alla Prefettura di essere informati della richiesta. Siamo consapevoli che in questa fase non sono possibili i tradizionali meccanismi di concertazione, per cui la responsabilità finale della decisione rimane agli organi dello Stato. Ma, lo ripeto, noi siamo contrari alle deroghe se non a quelle assolutamente valide, motivate e necessarie“.
Il quarto punto: “Più complessa la decisione su aziende che hanno, per così dire, il codice giusto ma che in realtà non svolgono attività essenziali. Chiediamo alla Prefettura un’attenta verifica non solo per settore di appartenenza al codice ATECO ma, in particolare, per effettiva attività di emergenza. A tal riguardo ci rendiamo disponibili, anche attraverso RSU e federazioni di categorie, ad esprimere un parere alla Prefettura, nella consapevolezza che essa ha prioritario titolo e responsabilità anche postuma per gli effetti nel garantire la salute di tutti i cittadini, l’ordine pubblico e la funzionalità e il rispetto dell’intero sistema emergenziale“.
Quinta e ultima istanza: “Sulle aperture di supermercati e grande distribuzione“, conclude Mugnai, “chiediamo che la Prefettura fornisca indicazioni a tutti i sindaci della provincia per una rapida armonizzazione di orari e giorni di apertura, che consentano una gestione del personale e di rifornimento/approvvigionamento merci con gli indirizzi già noti delle nostre categorie sindacali di riferimento. Questo vale anche per il contingentamento delle persone che si recano a fare la spesa“.
Questi sono i cinque punti inseriti nella lettera dei sindacati alla Prefettura, in attesa che le confederazioni nazionali concordino con il Governo le modifiche all’elenco delle attività produttive indispensabili in questa fase per il Paese, cambiando l’allegato del decreto del Governo varato domenica 22 marzo. Lo stesso Governo si è impegnato, attraverso il Ministero dell’Interno, a dare indicazioni ai prefetti di consultare le organizzazioni sindacali territoriali rispetto alle autocertificazioni delle aziende.