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sabato | 08-11-2025

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Politica

Emergenza: quella “terra di mezzo” istituzionale di cui avremmo tanto bisogno

È bene che si recuperi, speriamo non solo nelle emergenze, un rapporto diretto con la gente utilizzando le tecnologie. Mai come adesso è importante che la popolazione sia informata su quello che accade nel proprio comune. E’ utile conoscere l’andamento epidemico, così com’è utile sapere quello che il comune sta facendo per le fasce deboli della popolazione, come sono organizzati gli uffici, quali i numeri utili da chiamare in caso di bisogno.
Piccole cose, ma che in periodi come questo diventano importanti. Quello che però emerge, oltre l’impegno dei singoli amministratori e delle associazioni di volontariato, è che una volta bypassati i sindaci, si arriva dritti alla Regione. Con un salto spazio-temporale che non giova alla prontezza e alla rapidità degli interventi. La Regione è un ente grande che si fa carico delle aree metropolitane e dei piccoli centri, della montagna e della costa, territori non omogenei con necessità diverse. Quest’assetto, che in tempo “di pace” può bastare, rivela tutta la sua fragilità in tempo di guerra. Questo non significa che la Regione non stia facendo la sua parte, tutt’altro, sta lavorando con tutte le proprie forze e con grande impegno. Il problema è che è caricata di un peso che forse era meglio distribuire tra le Province. Manca cioè, con buona pace di quelli che predicavano l’abolizione delle province come inutili, quella terra di mezzo istituzionale in grado di raccogliere e sintetizzare le istanze dei Comuni: da Lucignano a Pratovecchio Stia, da Anghiari fino a Laterina Pergine, da Cortona fino a San Giovanni Valdarno. Sarebbe bene che chi di dovere si battesse la mano sul petto e aprisse una riflessione sul ruolo che potrebbero avere le Province come coordinamento strategico. L’”ora basta!” urlato dal sindaco e presidente della Provincia di Arezzo (due ruoli che con fatica possono convivere) Silvia Chiassai Martini, riferito alla situazione della sua vallata, rischia di essere un grido nel deserto se, alle Province, non sarà restituito un ruolo.