Duro colpo alla prostituzione: tre case d’appuntamento chiuse dai Carabinieri in Valdarno. Chi sono i clienti

nonché favoreggiamento della permanenza sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari irregolari.
I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, hanno condotto le indagini utilizzando metodi tradizionali, ovvero con le tecniche dei servizi di osservazione e pedinamento, che hanno avuto inizio nei primi mesi del 2018: confidenzialmente, i Carabinieri sono venuti a conoscenza di una presunta attività di prostituzione esercitata da donne provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese, in zona “oltrarno” di San Giovanni Valdarno.
Avviati con discrezione accertamenti preliminari volti a stabilire a chi fosse riconducibile la proprietà immobiliare in questione e, quindi, chi ne avesse la materiale conduzione, i militari dell’arma hanno individuato un primo soggetto italiano, sposato con una cinese.
Verificata quindi la fondatezza delle notizie ricevute, già dai primi servizi di osservazione sono stati individuati i clienti in uscita dalla “casa di prostituzione”, che venivano pedinati e fermati a debita distanza dall’obiettivo.
Varie ed improbabili le scuse accampate per tentare di celare l’evidenza, ma tutti, alla fine, hanno confermato ciò che avveniva nell’abitazione, per poi riferire dell’esistenza di una seconda ed una terza “casa di prostituzione”.
Gli elementi raccolti nel tempo sono stati più che sufficienti a formare un quadro indiziario concreto, con il quale l’Autorità Giudiziaria ha concordato emettendo un decreto di perquisizione al quale è stata data esecuzione nella giornata di ieri.
L’attività delegata ha portato al sequestro di elementi utili a confermare il quadro accusatorio quali, ad esempio, ricevute di pagamento per siti web di annunci erotici e cellulari “di lavoro”, nonché di quantificare il volume degli “appuntamenti”, che in media si aggirava tra i 15 ed i 20 alla settimana per prostituta.
Per quanto è stato possibile ricostruire, le prostitute variavano nel tempo e nel numero, mentre è stato inoltre accertato che nell’esercizio del meretricio, oltre alle stesse due maitresse, era attualmente impiegata anche una loro connazionale sprovvista di permesso di soggiorno, alla quale era richiesto il 50% dell’incasso derivante da ogni prestazione sessuale.
Variegata la clientela identificata, comprendente un ampio ventaglio si soggetti di varia levatura culturale sociale, dal libero professionista, al medico, all’impiegato pubblico, così come artigiani, disoccupati anche in età avanzata, ovviamente quasi tutti con una famiglia