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giovedì | 03-07-2025

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Banca Etruria, Faltoni: “Perché si ritrovò in una ‘tempesta perfetta'”?

La crisi della nostra vecchia Banca Etruria venne risolta, come ben ricordiamo, con un provvedimento di ‘risoluzione’, vennero cioè sacrificati i soldi degli azionisti e dei clienti che possedevano le obbligazioni subordinate“, spiega Faltoni. “Dopo la separazione della banca fra una parte ‘bad’ e una parte ‘buona’, questa venne messa all’asta, assieme ad altre tre banche dette anch’esse ‘regionali’. Poi, l’intervento di UBI e siamo già all’oggi. Ma oggi continuiamo a vedere come altre crisi bancarie (Popolare di Bari e Carige, ad esempio) vengano per fortuna risolte in maniera molto meno violenta della nostra, con giusti e doverosi interventi pubblici o del sistema bancario, tramite il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Per non parlare di altri Paesi europei, che usarono e ancora usano soldi pubblici per salvare le loro banche“.

Nessuno parla più, per fortuna, di bail-in“, continua il sindacalista, “anzi, anche in questi giorni abbiamo letto autorevoli pareri sulla necessità di abolirla, quella legge; una legge che venne applicata – seppur in maniera molto strana – per la piccola Banca Etruria che, evidentemente, non si poteva (voleva?) salvare diversamente, non si poteva salvare come invece erano sempre state salvate le banche prima, e come si sarebbero salvate anche dopo. Il presidente del Fondo Interbancario Salvatore Maccarone (che si rese all’epoca disponibile a salvare Etruria) ha definito il bail-in ‘gravoso, minaccioso, iniquo, sostanzialmente inutile’. Il presidente dell’ABI-Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli sostiene, non da oggi, che va abolito, anche perché in contrasto con la nostra Costituzione“.

Insomma, lo sconquasso del ‘caso Etruria’ nei nostri territori e nel sistema bancario nazionale“, dice il segretario provinciale coordinatore FABI, “la gogna mediatica per i lavoratori e i processi a loro carico, nonché la fine ingloriosa di una banca, si sarebbero potuti evitare benissimo, se solo qualcuno avesse voluto. Nell’interessante libro ‘Risoluzione di una crisi’ (Bancaria Editrice, di vari autori e a cura di Roberto Nicastro, ex presidente delle banche-ponte e ora vicepresidente di UBI) si legge che, se la Commissione europea avesse consentito all’Italia di gestire le crisi delle 4 banche utilizzando il Fondo Interbancario, non si sarebbe consumata una palese ingiustizia a danno dei possessori di obbligazioni subordinate, sottoscritte anche anni prima dell’entrata in vigore del bail-in. Non solo, ma si legge pure che nelle 4 banche si è assistito, nell’ambito delle procedure di risoluzione, a una sovrapposizione di competenze tra le varie Autorità che hanno ingenerato conflitti e ritardi nell’assunzione delle decisioni“.

Insomma, anche se serve a poco“, conclude Fabio Faltoni, “non siamo più i soli a sostenere che per Banca Etruria, tutto quello che non doveva succedere, accadde. Ma ancora non è tardi per capirci qualcosa di più“.

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