Export su, consumi giù. E la politica fa gli annunci

“E’ pur vero che i dati riferiti ad Arezzo sono migliori della media regionale ma, in ogni caso, visto l’andamento ciclico dell’economia, richiederebbero un maggior approfondimento.
Di fronte a questo scenario che si fa?
Da tempo la politica ha smesso di studiare i numeri per poi indicare soluzioni. Oggi quello che vale è l’annuncio, il proclama. Se poi non sortisce effetto non importa, tanto nel flusso dell’informazione scomparirà ben presto dalla memoria e un altro comunicato, un altro grido occuperà il suo posto.
Questo è avvenuto un po’ in tutta Italia e la nostra provincia non è esente da tale costume.
Qualcuno forse ha memoria che, negli ultimi anni, la politica locale abbia solo immaginato un modello di sviluppo in grado di difendere produzione e lavoro?
“Finché la barca va, lasciala andare” cantava Orietta Berti. Un ritornello che fa da sottofondo all’impotenza congenita della politica aretina nell’affrontare i problemi. In passato in pochi hanno dibattuto il tema di una crisi devastante per settori tradizionali della nostra economia e oggi, quasi nessuno, è capace di prefigurare il futuro.
Non posiamo chiederlo ai Sindaci, impegnati a gestire con fatica l’esistente e talvolta più preoccupati della buona riuscita di una festa che non della soluzione di una crisi industriale. Non possiamo chiederlo a una Provincia colpevolmente svuotata di denari e competenze. Non possiamo chiederlo alla Regione, vocata all’amministrare ma ormai depauperata di un’anima politica.
Toccherebbe ai partiti questa gravosa incombenza ma non lo fanno. I partiti parlano a se stessi ma sono incapaci di affrontare le paure e le speranza della gente. I problemi restano confinati in un “altrove che la politica non vede e non sente”.
Questo è il tema principale che il centro-sinistra nel suo complesso sarebbe chiamato a prendere in esame anche dalle nostre parti. Invece noto che nel dibattito politico la fanno da padroni i bizantinismi, le alchimie da salotto, le trattative da mercatino delle pulci.
Insomma anche in questa bellissima provincia di Arezzo, dove, nell’indifferenza generale, la sinistra ha ceduto il passo alla destra, sarebbe vieppiù utile un salto di qualità della politica. Tuttavia questo non accade. I partiti sono diventati un autobus dove si sale e si scende a piacimento, senza regole, senza che nessuno chieda il biglietto. Di questo passo gli autobus saranno sempre più vuoti”.