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venerdì | 18-07-2025

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Toscana, il 3,8% delle famiglie in povertà assoluta. Martelli: “Più lavoro, non basta il reddito di cittadinanza”

E’ la fotografia scattata dal Rapporto annuale sulle povertà 2019 “Semi di carità”, curato dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse della Caritas diocesana di Firenze. Lo studio raccoglie i dati della rete dei Centri di Ascolto territoriali e delle strutture della Fondazione Solidarietà Caritas. La ricerca mette in luce come il fenomeno della povertà negli ultimi 10 anni sia diventato sempre più complesso ed articolato: tende a cronicizzarsi ed è sempre più difficile uscire da una situazione di difficoltà economica. Il lavoro non basta più a far fronte alle spese con un costante e crescente ringiovanimento della povertà. Tanto che nel 2008  le persone tra 0-34 anni in stato di povertà erano il 19,9% del totale, mentre nel 2018 il 32,4%.

Se a Firenze, città ricca, la situazione è a dir poco critica, ben peggiore il quadro di altre zone della Toscana, Arezzo compresa. Vi riproponiamo il rapporto “Astanti” stilato dalla Caritas diocesana aretina, che conferma la cronicità della povertà {rwattachments}

C’è una sola ricetta per combattere e battere la povertà ed è il lavoro, perché è evidente che il reddito di cittadinanza può essere una misura utile ma non certo sufficiente. Per questo dobbiamo mettere l’occupazione al primo posto di ogni azione politica. Il mio è un appello alle istituzioni e anche a coloro che si apprestano a candidarsi alla guida della regione: la Toscana non è più un’isola felice se abbiamo un così cospicuo aumento di nuovi poveri in una città ricca e moderna come Firenze”

Così il presidente delle Acli della Toscana Giacomo Martelli commenta la ricerca presentata dalla Caritas di Firenze.

“Non mi stupisce – spiega Martelli – che l’aumento dei nuovi poveri si registri soprattutto tra i giovani perché è evidente che il mercato del lavoro è per i nostri figli respingente tanto che anche quelli più qualificati devono accontentarsi di piccoli lavori con stipendi da fame che non gli permettono di pensare al futuro ma li costringono a vivere in un eterno presente di precarietà”

“Serve una svolta vera – spiega il presidente delle Acli – per creare le condizioni di una crescita economica che sia sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale. Questo vuol dire innanzitutto che non ci si può più accontentare del numero di lavoratori che trovano un posto, ma occorre che questo posto abbia un salario dignitoso come prevede la nostra carta costituzionale. Per questo ritengo che il primo obiettivo che si debba dare una classe dirigente degna di questo nome sia investire nelle opere pubbliche per colmare da una parte il gap infrastrutturale della nostra regione e per creare nuova occupazione anche perché un territorio dotato di strutture e servizi e conditio sine qua non per attirare gli investimenti privati”. 

“Non c’è più tempo da perdere – conclude Martelli- perché se la situazione di Firenze è quella descritta dalla Caritas, è fin troppo semplice immaginare che in tante parti della Toscana – penso alla nostra costa – la situazione sia di gran lunga peggiore perché il livello economico e occupazionale di questa parte della Toscana è assai più basso rispetto a quello della Toscana centrale che ruota attorno a Firenze.”