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lunedì | 14-07-2025

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Butterflies On Flowers: diari, parole e musiche dall’Europa del ‘68 Ar24Tv

Dopo il debutto ad Anghiari e l’adattamento francese andato in scena in Provenza, torna in Italia lo spettacolo Butterflies on Flowers. Diari, parole e musiche dall’Europa del ’68giovedì 12 settembre alle 21.30 presso il Campo alla Fiera a Pieve Santo Stefano (AR), giornata di apertura del Premio Pieve Saverio Tutino.

La performance nasce nell’ambito del progetto Store The Future – Artisti, memoria e diritti civili per l’Europa del Terzo Millennio, promosso dall’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano e cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito della call dedicata all’Anno Europeo del Patrimonio Culturale del programma Creative Europe. Partner del progetto, di cui l’Archivio di Pieve Santo Stefano è capofila, sono Associação Arquivo dos Diários, Lisbona/Portogallo, Associaion Bandalena, Sigonce/Francia, Archivio di Stato, Pazin/Croazia, e in Italia, Associazione Teatrodi Anghiari e OpenCom issc.

https://www.youtube.com/watch?v=qNc_Fd5ml6w

Il progetto ha preso vita nel 2018, cinquantesimo anniversario del Sessantotto, indagando quindi le radici profonde del fenomeno in quattro paesi: Italia e Francia, epicentro della protesta in Europa, e in Croazia (ex Jugoslavia) e Portogallo, aree periferiche della ribellione negli anni ’60.

 Il nucleo dell’indagine storica e artistica è rappresentato da fonti autobiografiche – diari e memorie di coloro che negli anni Sessanta avevano 20, 30 o 40 anni –assieme a fonti orali e a una vasta e aggiornata ricerca bibliografica condotta nei quattro paesi. Completano l’atmosfera dello spettacolo il linguaggio musicale e i materiali audiovisivi dell’epoca riletti in chiave contemporanea.

La voce del racconto è quella di Matteo Caccia, autore e conduttore radiofonico, in scena con le attrici Francesca Ritrovato e Isabel Mões. Le musiche saranno eseguite dal vivo da Helena Rüegg, bandoneon, Quique Sinesi, chitarra, Saverio Zacchei, trombone.

La performance è il frutto del lavoro di ricerca svolto dagli archivi croati, italiani e portoghesi partner del progetto. Ma la nostra è assolutamente una rilettura contemporanea, una delle tante possibili – così racconta Andrea Merendelli, direttore artistico del progetto “Uno spettacolo che racconta quei tempi senza nostalgie o rimpianti (molti degli artisti in scena non erano neppure nati), guardando a un ’68 di periferia, un ’68 mai raccontato perché sconosciuto, perché fino ad oggi nascosto all’interno delle pagine di documenti autobiografici chiusi negli archivi. Ed è proprio questo che si vuole trasmettere, soprattutto alle future generazioni: l’inestimabile valore costituito dalle storie personali”.

Come conferma Nicola Maranesi, autore con Merendelli della drammaturgia “Il ’68 è un anno effimero e al tempo stesso essenziale. Effimero come il battito d’ali di una farfalla che si posa su un fiore. Essenziale, se è quel battito d’ali che modifica gli equilibri fino a provocare un uragano dall’altra parte del pianeta. Effimero perché nulla ha cambiato nell’assetto politico ed economico globale. Essenziale perché ha liberato tutte le energie che hanno portato alle conquiste sociali più importanti del Novecento”.

Dopo Pieve Santo Stefano, la successiva tappa dello spettacolo è in programma a Lisbona.