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lunedì | 29-12-2025

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Diario di Bordo

Giordana Giordini, prima donna dopo 80 anni alla guida degli Industriali: «Unire le forze per affrontare un 2026 complesso, ma ricco di opportunità»

Abbiamo incontrato Giordana Giordini, da poco eletta alla guida di Confindustria Toscana Sud che comprende le province di Arezzo, Grosseto e Siena, per tracciare un bilancio dell’anno che si chiude e guardare alle sfide del 2026, tra difficoltà congiunturali e la necessità di una strategia condivisa per il sistema produttivo.

Aretina, 56 anni, Giordini è titolare, insieme al fratello Alessandro, della Giordini srl, realtà orafa di oltre 40 dipendenti, giunta alla terza generazione e che nel 2024 ha celebrato 60 anni di attività. La sua elezione, avvenuta a metà novembre, segna anche un passaggio storico: è la prima donna dopo 80 anni a ricoprire questo incarico.

«Sono profondamente riconoscente agli associati che mi hanno sostenuto. Essere la prima donna dopo tanti anni è un onore e una responsabilità. Spero che dopo di me ce ne siano molte altre», afferma. «Sono in associazione da oltre dieci anni: ho iniziato come presidente degli orafi, il comparto più importante di Confindustria Toscana Sud e ho fatto un percorso di crescita che oggi mi ha portato qui».

Un’azienda di famiglia, con lo sguardo sul mondo

Il racconto parte dalla storia imprenditoriale.

«La nostra azienda è nata più di sessant’anni fa da un’idea di mia madre. Poi si è aggiunto mio padre, che purtroppo non c’è più, quindi mio fratello Alessandro, mio figlio Jacopo che coordina il commerciale e mia figlia che disegna gioielli. Siamo un’azienda familiare, con clienti in tutto il mondo».

Distretto orafo aretino: eccellenza europea in una fase difficile

I numeri parlano chiaro: export al 95%, con mercati di riferimento soprattutto arabi e americani. Ma il quadro attuale è tutt’altro che semplice.

«I dati dell’export mostrano una situazione contraddittoria: picchi straordinari, ma gioielleria e bigiotteria che faticano. Stiamo risentendo della situazione geopolitica mondiale, dei dazi statunitensi e di una tassa imposta dalla Turchia».

A pesare è soprattutto il costo della materia prima.

«L’oro ha superato i 121 euro al grammo, un record. Lavoriamo una materia prima che oscilla continuamente e noi avremmo bisogno di stabilità».

Il distretto orafo di Arezzo resta però una colonna dell’economia nazionale.

«È il distretto più importante d’Europa: oltre 1.200 aziende, più di 8mila dipendenti, senza contare l’indotto. Rappresentiamo quasi un terzo dell’export toscano e oltre il 30% dell’export di gioielli italiani».

Il 2025 si chiude dunque con fatica.

«È stato un anno complesso, soprattutto per l’introduzione dei dazi Usa, uno dei nostri principali mercati insieme a Dubai e Turchia. Riapriremo il 2026 consapevoli che sarà un anno impegnativo».

Lo sguardo è già puntato su Vicenza January, dal 16 gennaio, appuntamento chiave per misurare il mercato.

«In quei cinque giorni capiremo gli ordini, i mercati trainanti e le reali prospettive».

«Fare squadra è l’unica strada»

Alla domanda su quale consiglio dare agli imprenditori, Giordini è netta:

«Fare squadra. Non solo tra orafi, ma in generale. Uniti abbiamo maggiore capacità di reazione. Lo abbiamo dimostrato nel periodo dei furti, con comunicazione costante e collaborazione. L’unione tra imprese, associazioni e istituzioni è fondamentale».

Sicurezza: «Un periodo drammatico che ci ha resi più forti»

Durante l’emergenza furti nel comparto orafo, Giordini è stata spesso in prima linea, anche nei tavoli con il Prefetto Clemente Di Nuzzo.

«Non abbassiamo mai la guardia. Ci siamo sentiti affiancati da Prefettura, Carabinieri, Questura e Polizia Municipale. Abbiamo attivato un tavolo sulla sicurezza davvero collaborativo».

«È stato un periodo drammatico, che però ci ha unito molto. Questo spirito deve continuare anche su altri fronti: crisi, dazi, tariffe, internazionalizzazione».

Dazi e peso sulla manifattura: «Colonna portante dell’Italia»

Quali settori soffrono di più?

«Praticamente tutti, a parte forse il farmaceutico e l’agroalimentare. La manifattura in generale è in difficoltà».

Giordini richiama le parole del presidente nazionale di Confindustria, Orsini:

«La manifattura è la colonna portante dell’economia italiana. Serve sostenerla, creando le condizioni per investire e far crescere il sistema Paese».

Moda e territorio: segnali timidi ma incoraggianti

«Il settore moda è in sofferenza, con molte casse integrazioni. Tuttavia, parlando con alcuni imprenditori, colgo timidi segnali di ripresa. Potrebbe essere l’inizio di una risalita da consolidare nel 2026».

Infrastrutture, giovani e credito: le richieste ai decisori

«Chiediamo infrastrutture, a partire dalla viabilità: la Due Mari è un’opera di cui si parla da decenni. Servono poi progetti di formazione, per rafforzare manualità e artigianalità e un rapporto più stretto tra scuola e lavoro».

Il tema dei giovani è centrale.

«Dobbiamo rendere il territorio più attrattivo. Non possiamo permetterci di perdere ragazzi che vanno a Milano o all’estero. Servono accesso al credito, anche per le start-up, e collaborazione tra imprese, amministrazioni e università».

Alta Velocità: «Prima miglioriamo ciò che già abbiamo»

Sulla stazione dell’Alta Velocità Medioetruria, la posizione è pragmatica.

«Rappresentiamo tre province, quindi non prendiamo le parti di nessuno. Prima di tutto, però, lavorerei su treni più comodi e frequenti per collegare Arezzo con Roma e Milano, con gli aeroporti, portare clienti in azienda e alla Fiera orafa».

«Sistemare e potenziare l’attuale stazione sarebbe già un grande risultato. Medioetruria può arrivare, ma intanto il nostro territorio merita più attenzione».

Lo sguardo al 2026

In chiusura, l’augurio agli imprenditori:

«Auguro pace, serenità e tanta voglia di investire. Investire significa creare sviluppo, crescita e valore per il nostro territorio e il sistema Paese».

Grazie Giordini e buon lavoro.

«Grazie, e tanti auguri a tutti».