Lavoro
Sanità Arezzo: dotazioni organiche insufficienti, pronto soccorso e reparti nel caos
Cullurà (NurSind): “Anche l’Asl si è resa conto della situazione”. Le gravi difficoltà dei pronto soccorso degli ospedali dell’Asl Toscana Sud-Est sono ormai sotto gli occhi di tutti. In queste settimane, complice anche il picco influenzale, la pressione sui servizi di emergenza ha raggiunto livelli critici, con lunghe attese, reparti sotto stress e dotazioni organiche giudicate insufficienti.
La situazione più delicata si registra all’ospedale San Donato di Arezzo, dove – secondo il NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche – si è arrivati al punto che anche la direzione aziendale ha dovuto prendere atto di una carenza strutturale di personale, denunciata da anni.
Non a caso, l’Asl ha annunciato una riorganizzazione dei servizi, a partire dall’ottimizzazione degli accessi al pronto soccorso. Una scelta che va nella direzione più volte indicata dal sindacato, ma che per NurSind rappresenta solo un primo passo.
Cullurà: “Lo diciamo da anni, servono soluzioni strutturali”
«Lo dicevamo da tempo – spiega Claudio Cullurà, segretario territoriale NurSind –. Le dotazioni organiche e il piano triennale non sono assolutamente in linea con quello che stiamo registrando. Finalmente la direzione aziendale si è resa conto della mancanza strutturale di personale nei pronto soccorso e delle conseguenti lunghe attese dei pazienti, che hanno bisogno di un’assistenza adeguata».
Secondo Cullurà, il problema va ben oltre l’emergenza contingente:
«Non possiamo limitarci a gestire i momenti di sovraffollamento, come quello attuale legato all’influenza. La carenza di personale è cronica e va affrontata con un piano strutturale, non con interventi tampone».
Piano triennale sotto accusa e confronto sindacale assente
Nel mirino del NurSind finisce anche il piano triennale del fabbisogno di personale, giudicato inadeguato e non aggiornato:
«L’Azienda ha rarefatto i momenti di confronto con le organizzazioni sindacali, ed è un grave errore. Un piano che non tiene conto dei pensionamenti, delle lunghe assenze e delle poche assunzioni non restituisce un quadro reale della situazione. È inutile se non viene costantemente aggiornato».
Cullurà solleva anche una questione di metodo:
«Se, come sostiene l’Azienda, il piano è pronto, perché non ci viene presentato? Il confronto è indispensabile per individuare soluzioni efficaci».
Accoglienza e personale libero professionista: “Bene, ma non basta”
Il segretario NurSind accoglie con prudenza le misure annunciate dall’Asl, come la rimodulazione dell’accoglienza e l’introduzione sperimentale di personale libero professionista con funzioni informative:
«Prendiamo atto che l’Azienda ha riconosciuto l’effettiva mancanza di personale, soprattutto nei pronto soccorso, che rappresentano la punta dell’iceberg. Ben venga questa sperimentazione, ma non può essere la risposta definitiva».
La richiesta: subito un tavolo di confronto
La conclusione di Cullurà è netta:
«Serve una soluzione strutturale. Come NurSind chiediamo che venga ripristinato quanto prima un tavolo di confronto, basato su dati aggiornati, per capire come l’Asl Toscana Sud-Est intenda affrontare seriamente il tema della mancanza di personale».
Un appello che arriva in un momento particolarmente delicato per la sanità territoriale e che riporta al centro il nodo cruciale dell’organizzazione e delle risorse umane, senza le quali – sottolinea il sindacato – qualsiasi riorganizzazione rischia di restare solo sulla carta.




