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martedì | 26-08-2025

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Arezzo, porte girevoli: tanti vanno, alcuni arrivano. La piazza “botolesca” borbotta e s’interroga

Dopo gli addii di Dal Canto e Serrotti, a stretto  giro si è consumata la fuoriuscita di Massimo Anselmi dalla società con strascico di conferenza stampa polemica, l’accordo per “l’appalto” del settore giovanile a terzi, le voci sui possibili e presunti nuovi soci di Giorgio La Cava (o al posto di Giorgio La Cava) ed infine la partenza, inattesa e dolorosa, di Carlo Pelagatti per Padova.

E la piazza, secondo tradizione “botolesca”, borbotta e si interroga sul futuro. Proviamo allora a ragionarci un momento, cercando di razionalizzare, cosa difficile perché se Dio vuole e nonostante i costanti attentati, il calcio resta soprattutto una questione di cuore e di pancia e l’istinto prevale spesso nella reazione e nel commento. Dunque cos’è accaduto sino ad ora: l’Arezzo ha perduto l’allenatore e 6 titolari su 11 dei protagonisti della magnifica stagione appena conclusa;  però sapevamo da sempre che Brunori, Sala e Pinto sarebbero tornati alle case madri, soprattutto dopo l’ottima stagione disputata. Pelagotti non è stato confermato e credo che nessuno si sia stracciato le vesti per questo. Dal Canto se n’è andato disdicendo un contratto biennale  per ragioni probabilmente inconfessabili davanti ai microfoni e mascherate dietro la faccenda delle motivazioni. La trattativa col Siena (l’ha detto lui non appena arrivato sotto la torre del Mangia) andava avanti da tempo e quindi è stato un colpo di scena solo per noi. Matteo Serrotti: a chi scrive risulta con una qualche certezza che l’accordo col giocatore era cosa fatta. Poi sono arrivate le sirene senesi e il centrocampista si è sentito in dovere di saldare un debito di riconoscenza verso il tecnico che lo ha valorizzato. Si potrebbe obiettare che un po’ di riconoscenza sarebbe spettata anche al club che nella scorsa estate gli aveva dato fiducia togliendolo dalla prospettiva di un’altra anonima stagione tra i dilettanti, ma si vede che la bilancia pesava di più dall’altra parte (saranno stati i ricciarelli).

Inaspettata, invece, l’uscita di Carlo Pelagatti, ma anche qua pare davvero che le ragioni familiari (oltre al ricco contratto offerto dal Padova) siano stati determinanti.  Più delicata la faccenda del settore giovanile. Posto che il mecenatismo è morto e sepolto da tempo , appare evidente che chi prenderà in gestione i baby amaranto vorrà avere il proprio tornaconto. La cosa fondamentale sarà che sia ben chiaro e stabilito che su ognuno dei ragazzi che andranno in giro per l’Italia coi nostri colori, la S.S.Arezzo ha diritto di prelazione e/o di  partecipazione ai proventi  in caso di cessione. 

Lato arrivi: da questo assurdo calciomercato extralarge ( arlo durare fino al 2 settembre è solo la conferma che i vertici calcistici sono ormai ostaggi dei procuratori, figure dalla cui eliminazione passa l’unica possibilità di risanamento del calcio) l’Arezzo ha sin qui pescato prospetti giovani ma interessanti (e richiesti anche in categoria superiore) come i portieri Pissardo e Daga, i difensori Maestrelli e Baldan,  il centrocampista Raja, la punta Caso. Particolare non secondario:  tutti questi sono arrivati a titolo definitivo e rappresentano una importante patrimonializzazione della società. Da non sottovalutare il fatto che è rimasto un giocatore come Niccolò Belloni che dopo le traversie della scorsa stagione è un potenziale nuovo acquisto di grande livello. Ad oggi sono poi  sempre in rosa Buglio e Basit

Insomma, se pure sono comprensibili i grattacapi ed i dubbi,  di tempo per costruire una squadra che ci possa far gioire ce n’è a iosa ed anzi, proprio per le caratteristiche della sessione di mercato, è probabile che i “colpi” veri verranno dopo Ferragosto. Intanto da Bagno di Romagna fioccano gli apprezzamenti sul lavoro del nuovo tecnico e allora calma e gesso fratelli amaranto, l’obiettivo vero è di lunga gittata