Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

giovedì | 20-11-2025

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Cronaca

Chi ci salverà da questo dolore?

Oggi il Casentino ha pianto insieme, unito Ha sospeso la quotidianità, ha chiuso le attività, ha ascoltato il silenzio. Non c’è consolazione sufficiente per una famiglia che perde un bambino. Ma oggi il territorio ha scelto di esserci. Di stringersi. Di non lasciare soli Caterina, Alessandro e il fratellino di Leo.

Il cielo plumbeo del Casentino e una pioggerellina gelida hanno accompagnato nel pomeriggio l’ultimo viaggio terreno del piccolo Leo Ricci, il bimbo di due anni e mezzo morto il 12 novembre nel giardino dell’asilo di Soci. La comunità si è stretta alla famiglia nella Pieve di Romena, luogo simbolo di memoria e spiritualità, dove sono state celebrate le esequie.

Il sindaco di Bibbiena Filippo Vagnoli ha proclamato il lutto cittadino, mentre i genitori hanno chiesto una funzione silenziosa, senza applausi né parole superflue. Al posto dei fiori, hanno invitato a donazioni per un progetto destinato ai bambini del Casentino, in memoria di Leo: un seme di luce in un giorno di buio.

La comunità si ferma: il tributo del territorio

L’abbraccio del territorio è stato tangibile. Confcommercio e numerosi commercianti casentinesi hanno aderito alla richiesta di silenzio: dalle 15 alle 18 molti negozi hanno abbassato le serrande, in segno di rispetto e partecipazione al lutto.

Un gesto simbolico ma profondo: la comunità che si ferma perché una famiglia soffre.

La cerimonia: musica, silenzio e parole che scaldano nel gelo del dolore

La Pieve era gremita, con centinaia di persone anche all’esterno. Presenti cittadini, istituzioni, conoscenti e molte famiglie con bambini. In prima fila, Caterina e Alessandro, i genitori, accanto al fratellino maggiore, seduti vicino alla piccola bara bianca su cui era poggiato un pupazzetto del piccolo Leo.

La Messa è stata officiata da don Luigi Verdi, fondatore della fraternità di Romena, insieme al parroco di Soci, don José Salgado. Don Luigi aveva battezzato Leo proprio a Romena.

La liturgia è stata scandita dalla musica: il pianoforte ha spezzato il silenzio all’ingresso, poi “Cucciolo d’uomo” di Eugenio Finardi, “Supereroi” di Mr Rain, e la poesia di Ungaretti “Giorno per giorno”, dedicata al figlio scomparso, citata da don Luigi durante l’omelia.

«Davanti al dolore del babbo e della mamma possiamo solo essere una presenza per raccogliere le lacrime», ha detto il sacerdote. «Mi sono chiesto: chi ci salverà da questa tragedia? Io credo che ci salveranno i bambini e gli innamorati. Perché sanno che senza amore non si può vivere.»

Poi un invito alla famiglia:

«Dovete cercare la luce, ritrovarla nei piccoli frammenti di vita. Il giorno del suo compleanno, fate una festa nei prati di Romena. Una festa per tutti i bambini del Casentino.»

In un momento struggente, i compagni dell’asilo di Leo si sono avvicinati all’altare e hanno accarezzato la piccola bara bianca.
Al termine, i genitori e il fratellino hanno posato tre rose bianche, prima che il feretro uscisse tra due ali di folla. All’esterno, i Carabinieri hanno reso omaggio, salutando la bara mentre veniva caricata sul carro funebre.

La tragedia: le indagini e l’autopsia

La morte del piccolo Leo resta al centro dell’inchiesta della Procura di Arezzo. L’autopsia, eseguita dal professor Mario Gabbrielli all’ospedale di Siena, ha escluso patologie pregresse: il decesso sarebbe avvenuto per asfissia meccanica, con possibili contributi da blocco circolatorio e shock neurologico.

Secondo la ricostruzione emersa, il cappuccio della giacca si sarebbe impigliato su un ramo, trasformando un gioco in una fatalità tragica. Nonostante l’intervento immediato del personale, non c’è stato nulla da fare.

Le indagini proseguono per omicidio colposo. Sono indagate tre educatrici, un’assistente e la coordinatrice dell’asilo “Ambarabà Ciccì Coccò”. La maestra che ha dato per prima l’allarme non risulta coinvolta. Gli approfondimenti della magistratura serviranno a definire tempi, dinamiche e eventuali responsabilità.

Un lutto che è ferita di tutti

Nel Giardino della Resurrezione, accanto alla Pieve, dove ogni famiglia pianta un simbolo di memoria, il nome di Leo continuerà a parlare.
Perché come ha detto don Luigi:

«I bambini sono come marinai: dove si posano i loro occhi, c’è l’infinito.»

E vogliamo credere che forse è lì che oggi guarda Leo: nell’infinito.
Da un posto dove non si soffoca, non si cade, non si ha paura.