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giovedì | 06-11-2025

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Divieto di trasferta per i tifosi amaranto: Perugia-Arezzo senza ospiti. Orgoglio Amaranto: “Ricorso al Tar”

La decisione è ufficiale: per il Derby in programma domenica 9 novembre alle 14.30 allo stadio Stadio Renato Curi di Perugia, sarà vietata la vendita di tagliandi ai residenti nella provincia di Arezzo. La misura, adottata dalla Prefettura di Perugia al termine del tavolo di sicurezza convocato dal GOS (Gruppo Operativo per la Sicurezza), giunge dopo una serie di valutazioni condivise all’interno del CASMS (Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive) sull’elevato profilo di rischio della partita.

Tra le motivazioni alla base del provvedimento figurano la rivalità storica tra le tifoserie, aggravata dal precedente del 27 novembre 2024, quando un pullman con i tifosi amaranto venne preso di mira da un lancio di sassi nei pressi dello svincolo di Corciano durante una trasferta a Perugia. Inoltre, la contemporaneità del match di Serie D tra Foligno Calcio e Siena — anch’esso domenica alle 14.30 e nel medesimo territorio — avrebbe aumentato i rischi di incrocio tra gruppi tifosi e turbative d’ordine pubblico.

Reazioni amare

La decisione è stata accolta con forte disappunto dalla tifoseria aretina. Il comitato Orgoglio Amaranto ha annunciato un ricorso urgente al TAR per contestare il divieto: «Non è accettabile che si penalizzi impropriamente una folta comunità di tifosi solo per motivi cautelativi», recita il comunicato emesso nella sere.

Divieto di trasferta inaccettabile: Orgoglio Amaranto annuncia il ricorso al Tar

Il Comitato Orgoglio Amaranto, ancora una volta, ha deciso di percorrere la via giudiziaria per tutelare i propri soci e la tifoseria dell’Arezzo più in generale ricorrendo al Tar dell’Umbria per contrapporsi alla decisione degli organismi preposti che hanno deciso di vietare la trasferta di domenica 9 novembre ai tifosi amaranto in occasione del derby con il Perugia. Questo anche in forza di un preciso mandato della sua assemblea.

“A nostro giudizio tutto questo non è più calcio e siamo i primi a rammaricarci di dover ricorrere a questi mezzi per impedire l’ennesima prevaricazione che i tifosi calcistici, cittadini con pieni diritti e doveri come ogni altro in questo Paese, sono costretti a subire. Proprio le forze preposte all’ordine e alla sicurezza pubblica dovrebbero essere le prime sostenitrici dei valori costituzionali che determinano, per tutti gli italiani, la libertà di circolazione e la responsabilità personale di fronte alla legge. Viceversa, in questo specifico caso, con pretesti a nostro giudizio risibili si evita di risolvere i problemi, magari coinvolgendo in un dialogo più maturo e proficuo gli stessi tifosi, e si procede per la scorciatoia della repressione.”

“La nostra opinione è che a lungo andare questo stillicidio induce molti a rinunciare alla propria passione, penalizzando lo stesso movimento calcistico e le stesse società che perderanno seguito e relativi introiti. Anche da questo fronte, e in particolare dalla Lega di serie C, sarebbe importante ricevere segnali di attenzione e interesse verso questo fenomeno. Nello specifico segnaliamo come nella stagione appena trascorsa in ben due occasioni le due tifoserie sono state presenti allo stadio Curi senza che avvenissero fatti violenti.”

“Nelle motivazioni del divieto di trasferta si cita il caso di un sasso lanciato contro i tifosi amaranto del quale però non c’è traccia, nessuno lo ha visto e nessun danno è stato segnalato. La stessa tifoseria perugina in questi giorni si è espressa in maniera distensiva verso la presenza dei rivali amaranto sugli spalti lasciando ipotizzare scenari completamente diversi rispetto a quelli disegnati dalle questure.

Pertanto ci pare doveroso intraprendere ogni strada utile a rendere possibile quel sogno che ancora deve poter cullare nel cuore di ogni tifoso: assistere, ovunque si svolga, alla partita della propria squadra, contro scelte per noi ottuse, contro dinamiche a cui mai ci piegheremo.”

Cosa cambia per i tifosi amaranto

Con il divieto formale alla vendita dei biglietti ai residenti nella provincia di Arezzo, il settore ospiti del Curi resterà, come a Terni, inaccessibile per la maggior parte dei sostenitori amaranto. Non sono al momento previste eccezioni, né canali alternativi annunciati.

La decisione trae origine anche da alcuni precedenti:

“… preso atto che la suindicata richiesta è stata avanzata in considerazione della fortissima rivalità esistente tra le tifoserie delle due squadre che, nel recente passato, ha trovato conferma nei fatti verificatisi il 27 novembre 2024, in occasione dell’incontro di calcio Perugia-Arezzo, valevole per la Coppa Italia di serie C. Nella circostanza, nel tratto di avvicinamento a Perugia dei due pullman con a bordo la tifoseria aretina (debitamente scortati), all’altezza dello svincolo di Corciano, uno degli autobus veniva fatto oggetto di lancio di sassi i quali causavano la rottura parziale di un vetro sul lato destro del mezzo senza provocare feriti tra i passeggeri. L’accaduto ha acuito la rivalità esistente tra le due tifoserie e ha animato un forte sentimento di rivalsa.

Successivamente a tale aggressione, le due tifoserie non si sono più incontrate, poiché la gara di ritorno del campionato nazionale di serie C “Arezzo-Perugia” del 5 aprile 2025 si è svolta in assenza dei supporter perugini, nei cui confronti, con decreto del Ministro dell’Interno, era stato disposto il divieto di trasferta a seguito di quanto accaduto in occasione della partita Lucchese-Perugia.

L’esistenza di una situazione di pericolosità risulta ulteriormente acuita dallo svolgimento nella medesima giornata del 9 novembre (sempre con inizio alle 14.30) dell’incontro di calcio del campionato nazionale di serie D Foligno-Siena. I tifosi dell’Arezzo e del Siena, infatti, si connotano per rapporti reciproci improntati ad una forte rivalità. Dette tifoserie per raggiungere, rispettivamente, gli impianti sportivi di Perugia e di Foligno, si troverebbero a percorrere il medesimo tratto stradale, con conseguente elevato rischio di turbative per l’ordine e della sicurezza pubblica;

Letto il verbale della riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutasi il 29 ottobre 2025, all’esito della quale, il predetto organismo ha convenuto sull’opportunità di disporre, per l’incontro di calcio Perugia-Arezzo, il divieto di vendita dei tagliandi ai residenti nella Provincia di Arezzo per le ragioni in precedenza indicate;

Vista la nota in data 30 ottobre 2025, con la quale la Questura di Perugia, sulla base di quanto convenuto nella riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutasi il 29 ottobre 2025, ha segnalato all’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive l’opportunità di disporre, per il suindicato incontro di calcio, il divieto di vendita dei tagliandi ai residenti nella provincia di Arezzo;

Vista la determinazione n. 39 con la quale l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive ha sottoposto l’incontro di calcio Perugia- Arezzo alle valutazioni del Comitato di Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive;

Considerato che, in relazione a quanto precede, può fondatamente ritenersi altamente probabile che, anche in occasione della gara Perugia-Arezzo” in programma il 9 novembre 2025, possano verificarsi gravi turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica;

Ritenuto che, nella fattispecie, sussistono imprescindibili esigenze di urgenza e di grave necessità connesse alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, che rendono indispensabile l’adozione di un provvedimento ai sensi dell’art. 2 del R.D. 18 giugno 1931, n. 773;

Dispone che per i motivi indicati in premessa, in occasione dell’incontro di calcio Perugia-Arezzo, in programma domenica 9 novembre 2025 alle ore 14.30 presso lo stadio “Renato Curi” di Perugia, è vietata la vendita dei tagliandi ai residenti nella Provincia di Arezzo. La Questura di Perugia è incaricata della notifica alle società interessate e dell’esecuzione del presente provvedimento. Avverso detto provvedimento è ammesso ricorso gerarchico al Ministero dell’Interno o ricorso giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale dell’Umbria, rispettivamente nel termine di trenta e sessanta giorni dalla data della sua notifica”.

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