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giovedì | 06-11-2025

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Cronaca

Morte di Antonella Peruzzi, riesumazione e autopsia per chiarire le cause del decesso

Nuovi sviluppi nell’inchiesta sulla morte di Antonella Peruzzi, la donna di 66 anni deceduta nella notte tra il 25 e il 26 ottobre nella propria abitazione di Alberoro, frazione del comune di Monte San Savino.
La Procura della Repubblica di Arezzo ha disposto la riesumazione della salma, prevista per domani, seguita dall’autopsia affidata al professor Mario Gabbrielli dell’Università di Siena, che si svolgerà presso le strutture delle Scotte.

Il provvedimento, firmato dal sostituto procuratore Marco Dioni, mira a fare piena luce sulle cause del decesso e su un possibile collegamento con i trattamenti antitarlo eseguiti nei giorni precedenti in alcune stanze dell’abitazione della coppia.
Il marito della donna, Domenico Tavanti, noto imprenditore orafo aretino di 69 anni, era stato infatti ricoverato all’ospedale San Donato pochi giorni dopo, accusando gli stessi sintomi che avevano preceduto la morte della moglie — nausea, vomito, spossatezza — poi rientrati dopo alcuni giorni di degenza.

Altri esami verranno svolti nei prossimi giorni da un perito tossicologo, individuato in Luca Morini, attuale Vice-presidente del Gruppo Tossicologi Forensi Italiani (GTFI), professore dell’Università di Pavia, che dovrà analizzare in laboratorio le provette contenenti i campioni di sangue e urine dell’uomo, prelevati durante la degenza al San Donato

Le indagini, coordinate dalla squadra mobile di Arezzo, si concentrano sulla possibile intossicazione da sostanze chimiche usate per la disinfestazione del legno.
Secondo quanto emerso, il trattamento era stato eseguito da una ditta di Sansepolcro, con oltre sessant’anni di attività nel settore. Gli operatori erano intervenuti per trattare le travi di legno in una stanza adiacente alla camera da letto della coppia.

Nel fascicolo d’indagine, inizialmente aperto contro ignoti, è stato ora iscritto il legale rappresentante della ditta, un 62enne biturgense, indagato per omicidio colposo e lesioni colpose come atto dovuto, al fine di consentirgli la partecipazione agli accertamenti tecnici irripetibili, tra cui l’autopsia.
L’uomo si è affidato agli avvocati Piero Melani Graverini e Gianluca Gambogi, mentre la famiglia Tavanti/Peruzzi è assistita dal legale Osvaldo Fratini, che ha già chiesto ulteriori analisi su indumenti e campioni biologici del marito, oltre che su alcuni materiali prelevati all’interno dell’abitazione.

L’inchiesta si preannuncia complessa. Gli inquirenti vogliono chiarire quale tipo di prodotto antitarlo sia stato utilizzato, in che quantità e con quali modalità di aerazione e sicurezza, considerando che alcuni principi attivi impiegati in questo genere di interventi possono risultare altamente tossici se respirati in ambienti chiusi o poco ventilati.
L’abitazione della coppia resta sotto sequestro, in attesa che i vigili del fuoco completino gli accertamenti ambientali e i rilievi chimici per verificare la presenza di eventuali residui tossici.

Proprio il ricovero di Tavanti aveva fatto scattare, giovedì 30 ottobre, la segnalazione al posto di polizia dell’ospedale San Donato di Arezzo, dando origine al fascicolo d’inchiesta.
Da lì, i sopralluoghi della scientifica, i campionamenti, il sequestro della casa e ora la decisione della Procura di procedere con la riesumazione della salma per ricostruire con precisione la catena degli eventi che ha portato alla morte della 66enne.

L’autopsia, che sarà eseguita giovedì 6 novembre, dovrebbe fornire le prime risposte: se il decesso di Antonella Peruzzi sia effettivamente legato a un’intossicazione chimica e, in caso affermativo, se ci siano responsabilità umane o procedurali.

Il dolore della famiglia della donna e della comunità di Alberoro resta profondo. Ora si attende la verità scientifica per dare alla famiglia un primo chiarimento su quanto accaduto.

Foto: d’archivio