Politica
Il Patto Educativo del Casentino, inclusione e giovani al centro. Boni: “Ambasciatore e sostenitore del progetto”
Il Consigliere Filippo Boni, in quella che è da considerare la prima uscita pubblica ufficiale da neo eletto Consigliere Regionale: “Il Patto del Casentino, una Barbiana diffusa di cui mi farò ambasciatore e sostenitore”. A circa un anno e mezzo dalla sottoscrizione del Patto educativo territoriale del Casentino, ieri presso la sala Polivalente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino, ex Ospedale Santa Maria della Misericordia, si è svolta la riunione del tavolo di coordinamento del Patto per fare il punto sui lavori svolti e sulle nuove prospettive.
A una sala piena di rappresentanti di associazioni culturali, insegnanti, imprenditori e operatori pubblici, hanno portato le loro relazioni tanti rappresentanti istituzionali. Eleonora Ducci Assessora all’istruzione del Comuni Montani del Casentino ha aperto i lavori, Giovanna del Gobbo del Dipartimento della Formazione UNIFI ha coordinato la tavola rotonda sulle potenzialità e i possibili sviluppi del Patto, Daniela Nocentini Responsabili dei Servizi alla Persona dell’Unione dei Comuni e Andrea Rossi hanno parlato di risorse da e per il patto e Filippo Boni consigliere regionale ha fatto le considerazioni finali. Nel contesto della tavola rotonda sono poi intervenute tante persone legate alla scuola, alla cultura, alla formazione ma anche alla sanità come Marzia Sandroni, Direttrice del Distretto Casentino Usl Toscana Sud Est, Alessandra Mucci e Cristina Giuntini Dirigenti Scolastiche, Vittoria valentini Assessora alla Pubblica istruzione del Comune di Bibbiena, Francesca Terenzi Ufficio Educazione Trasformativa Oxfam Italia, Francesca Piccini per ARTI Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego.
L’Assessora Eleonora Ducci ha aperto così il suo intervento: “Il Patto educativo è l’unica esperienza del genere a livello provinciale e un caso studio riconosciuto dalla Regione Toscana. A un anno dalla costituzione dei gruppi di lavoro – orientamento, sviluppo sostenibile, inclusione, patrimonio culturale – credo sia arrivato il momento di stare tutti dentro al patto in maniera più consapevole, prendendoci delle responsabilità su quello che intendiamo portare avanti per i prossimi anni. La nostra comunità si è dimostrata capace di raccogliere tanti soggetti differenti intorno a questo obiettivo e questo ritengo sia già un modo per essere e agire come comunità educante negli interessi diretti dei cittadini e cittadine del casentino di tutte le età”.
Nel maggio 2024 fu sottoscritto presso il Castello di Poppi, il Patto educativo territoriale del Casentino, un documento che rappresenta la sintesi di un percorso articolato di durata pluriennale attivato nell’ambito della strategia delle aree interne Casentino -Valtiberina.
Il patto – promosso dall’Unione dei Comuni del Casentino con il coordinamento scientifico del dipartimento FORLILPSI dell’Università di Firenze – mira nello specifico a dare concretezza ad un nuovo modello di governance incentrato sul coinvolgimento degli attori del tessuto amministrativo, economico e associativo della vallata all’interno dei processi di co-programmazione e co-progettazione del settore educativo e formativo.
Al centro, di tutto questo c’è il tema della valorizzazione strategica del patrimonio culturale inteso quale asset dello sviluppo sostenibile di vallata.
Tra gli aderenti al patto tutte le amministrazioni comunali del comprensorio, gli istituti scolastici di tutti i livelli, la provincia di Arezzo, la ASL, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, l’Agenzia Regionale per il Lavoro Arti, il consorzio di Bonifica, Prospettiva Casentino e un nutrito gruppo di rappresentanti del terzo settore impegnati in azioni educative di diversa natura o in attività di valorizzazione e salvaguardia del patrimonio.
Molte sono state le idee condivise dai vari gruppi di lavoro. Per l’orientamento è stata indicata la necessità di un coinvolgimento maggiore delle famiglie, ma anche quella di un’educazione inclusiva che tenga conto di un dato, ovvero dell’incidenza del quasi l’11%, degli stranieri sulla popolazione casentinese, 33.600 unità circa. E’ stato inoltre attivato uno strumento per mettere in contatto i soggetti che nella valle si occupano di sostenibilità e definite schede progettuali per percorsi sul recupero del patrimonio immateriale all’intero delle scuole.
Per quanto riguarda le risorse messe a disposizione della strategia delle aree interne, la Dottoressa Nocentini ha evidenziato l’impegno di mantenere tutti i servizi educativi dei territori montani, in particolare i nuovi 7 servizi educativi 0-6 tra Casentino e Valtiberina, ma anche i percorsi contro la dispersione scolastica. Nella seconda fase delle aree interne, sul fronte educazione/istruzione e sociale saranno investiti circa 190 mila euro. Andrea Rossi della rete CRED-Ecomuseo ha evidenziato anche l’importanza dei percorsi di educazione per gli adulti promossi grazie ai canali FSE – Riserva Aree Interne e anche grazie alla Rete Bibliotecaria Aretina, gli obiettivi raggiunti con le Feste Sagge e la Summer School di Moggiona e ribadisce il ruolo di “strumento” concreto della comunità educante casentinese e non di “sovrastruttura” del Patto educativo stesso. Da parte delle scuole del Casentino, come è stato testimoniato attraverso le voci di Mucci e Giuntini, si stanno attivando laboratori legati a diversi ambiti disciplinari che si prevede di rendere strutturali, attraverso il loro inserimento nel Piano dell’Offerta Formativa, portando a valore il tema dell’inclusione. Il consigliere regionale Filippo Boni ha concluso così la giornata: “Sono venuto qui in punta di piedi e sono grato perché ascoltarvi mi ha trasmesso grande ricchezza. Don Milani ha creato la scuola di Barbiana che ha fatto storia, questo Patto del Casentino somiglia a una Barbiana diffusa. Sapere che in una terra bella come il Casentino, ma che spesso soffre come area interna, esista una rete umana e professionale come questa mi dà speranza. La Regione Toscana sostiene il Patto, ma io vorrei andare al di là del mero sostegno, facendomi ambasciatore di questo percorso”.





