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mercoledì | 29-10-2025

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Diario di Bordo

Stefano e “Il treno dei desideri”. Viaggio verso la Stazione Medioetruria

Ci sono viaggi che iniziano da un binario e altri che nascono da un’idea. Questo racconto di Stefano Chiassai parte dalla Stazione di Arezzo, in una mattina di ottobre, ma presto si trasforma in qualcosa di più: un viaggio nella memoria, nella passione civile e nel futuro della mobilità. “Il treno dei desideri” non è solo il ricordo di un pendolare o il sogno di un architetto. È la testimonianza viva di chi crede che il progresso non debba mai essere disgiunto dal territorio e dalle persone che lo abitano. Attraverso gli occhi di Stefano, professionista aretino e cittadino attivo, il lettore riscopre il valore del treno come simbolo di connessione, sostenibilità e speranza. In questo racconto s’intrecciano storie familiari e progetti collettivi, ricordi e visioni, fino a delineare un’idea di futuro: una rete ferroviaria che non divide ma unisce, che riduce le distanze senza perdere l’identità dei luoghi. La Stazione Alta Velocità Medioetruria diventa così non solo un’infrastruttura, ma una metafora del cammino comune verso un’Italia più accessibile, verde e solidale. Un viaggio reale e simbolico, che parte alle 6:10 dalla Stazione di Arezzo e invita tutti noi a non perdere mai il nostro “treno dei desideri”.

Ore 6:10 – Stazione di Arezzo

È una giornata di metà ottobre e sono al binario 4 della Stazione di Arezzo per prendere il treno AV Freccia Rossa 9300 delle ore 6:25 diretto a Torino. A quest’ora il sole deve ancora alzarsi per illuminare e scaldare la città più antica della Toscana, Arezzo. Oggi, come del resto ogni giorno della settimana a questo orario, sono molte le persone che si mettono in viaggio grazie a questo treno che parte da Perugia.

Fin da bambino trovo piacere ad osservare, sempre discretamente, le persone che si spostano nei mezzi pubblici: in modo particolare in treno. Inizio a far correre veloce la fantasia e immagino quale gita possa attenderli: tutti con la propria storia e i propri sogni da realizzare. Questa mattina sul Freccia Rossa 9300 ci sono diversi studenti, tanti lavoratori, piccoli gruppi di turisti, alcune famiglie con bambini e un folto gruppo sportivo che si stanno recando ad un meeting in Francia.

Mi presento: sono Stefano, ho da poco compiuto 40 anni. Mi sono laureato in architettura all’Università di Firenze e lavoro come architetto ad Arezzo, città in cui sono nato e vivo.

Da circa 4 anni, insieme a tre amici, Matteo, Domenico, Luca (e molti altri), abbiamo fondato un Comitato promotore di opera pubblica, SAVA (Stazione Alta Velocità Arezzo), che si pone come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del trasporto ferroviario alta velocità. Nello specifico, ci siamo appassionati al progetto e al dibattito per una stazione Alta Velocità Medio-Etruria lungo la linea Firenze-Roma. Una stazione che potrebbe servire un territorio molto esteso, include la provincia di Arezzo–Perugia-Siena, e avvicinarlo ai principali centri di Italia ed Europa. Tutto questo potrebbe realizzarsi con il mezzo più ecologico al mondo: il treno.

La motivazione che ha spinto ognuno di noi a intraprendere questo cammino di cittadinanza attiva, è legata alle nostre esperienze personali di vita, passate e presenti. Ciascuno di noi ha trascorso e/o trascorre molte ore sui treni per motivi diversi: studio, lavoro o turismo. Nel mio caso personale, ho quotidianamente usufruito del treno durante gli studi universitari e adesso lo considero la scelta migliore per viaggi di lavoro. Tuttavia l’aspetto per cui sono così legato a questo tipo di trasporto è da trovarsi nel mio cuore: mio padre e mio nonno paterno hanno da sempre lavorato per le Ferrovie dello Stato Italiane con orgoglio e passione.

Il treno è uno dei mezzi di trasporto più importanti per la mobilità collettiva. Permette a milioni di persone di spostarsi ogni giorno per motivazioni diverse. Nelle aree urbane, il treno è fondamentale per il pendolarismo quotidiano, offrendo un’alternativa rapida, sicura ed economica all’automobile. Sui percorsi nazionali e internazionali, invece, le linee ad alta velocità hanno reso possibile collegare grandi città in tempi ridotti, favorendo scambi economici, culturali e turistici. La mobilità collettiva su ferrovia, nell’ultimo decennio, ha visto dei veri mutamenti sotto diversi aspetti: infrastrutturali, tecnologici, operativi e connessi alla sostenibilità. Il risultato più straordinario è rappresentato dallo sviluppo del servizio Alta Velocità rappresentando l’alternativa più concreta all’auto o all’aereo nei viaggi a medio e lunga percorrenza.

Il sistema ferroviario AV italiano, seppur con le sue eccezioni, si ispira al modello ferroviario francese in cui i servizi AV percorrono prevalentemente linee dedicate per l’Alta Velocità. In questo modello gli impianti AV hanno pochi scambi di collegamento con la rete tradizionale e sono utilizzati in caso di guasti. Nei sistemi improntati sul modello francese assumono un’importanza strategica le stazioni complementari, impianti in posizione intermedia rispetto alle grandi aree metropolitane, progettati con l’obiettivo di aumentare l’accessibilità all’infrastruttura AV. In questo quadro evolutivo delle ferrovie, le nuove stazioni AV sorgono direttamente sulla linea alta velocità al fine di ridurre i tempi di sosta e aumentare la frequenza dei convogli, perseguendo sempre l’intermodalità ferro-ferro. Ne sono un esempio le stazioni già operative di: Bologna Centrale AV, Reggio Emilia Mediopadana, Napoli Afragola e quelle in fase di progettazione/realizzazione, ben 16 al momento (ma tante alte in fase di studio), una tra tutte Firenze Belfiore.

In Italia, Ferrovie dello Stato Italiane (FS) ha messo in campo un piano strategico che prevede una spesa di oltre 100 miliardi di euro entro il 2029. Gran parte di questi investimenti sono destinati per realizzare un progetto molto ambizioso e volto alle prossime generazioni: una grandissima “METROPOLITANA DI SUPERFICIE D’ITALIA”. Le città principali del paese risulteranno tutte collegate in tempi ridottissimi da servizi AV.

Il comitato SAVA, promotore di una stazione AV Medioetruria nella provincia di Arezzo in località Rigutino, è stato costituito nel 2022 al fine di interessare e coinvolgere la collettività su questo tema. L’attraversamento di un territorio da parte della linea alta velocità produce un notevole impatto ambientale, ma rappresenta anche una grande occasione di sviluppo se questa viene intercettata per servirlo. Una stazione AV deve sorgere in prossimità di un bacino di utenza ampio e sicuro, nei pressi di aree urbanizzate e considerare le infrastrutture esistenti principali. Ogni nuova stazione deve essere realizzata in modo tale che sia sempre garantita l’intermodalità ferro-ferro: le tratte principali del viaggio avvengono sempre su ferrovia, ma con un cambio di treno o sistema ferroviario lungo il percorso.

Nel dibattito attuale relativo alla stazione Medioetruria, il Comitato SAVA ha sempre sostenuto, come già convenuto nel 2014 da MIT, Regione Toscana e Umbria sulla base di studi eseguiti dagli atenei di Firenze e Perugia, che Rigutino rappresenti, diversamente dalle altre localizzazioni (Creti, Chiusi), la soluzione migliore per un progetto accessibile e sostenibile. L’unica soluzione che presenta tutti gli aspetti per rendere il progetto realizzabile nel rispetto dei regolamenti europei (UE 1315/2013) e nazionali al fine di migliorare la qualità della vita delle persone di questo vasto territorio.

Ore 6:25 – Stazione di Arezzo

Sono le 6:25, il capotreno del Freccia Rossa 9300 si appresta a dare il segnale per chiudere le porte delle carrozze; tutte le persone che fino a poco fa erano in attesa del convoglio, adesso hanno preso il loro posto.

Anche io prendo il mio posto in carrozza e inizio a riflettere su come il treno sia da sempre molto più di un semplice mezzo di trasporto. Il treno è uno dei simboli più forti della modernità e del progresso: rappresenta la libertà di muoversi. Salire su un treno significa partire, cambiare orizzonte, aprirsi al mondo. È anche il simbolo delle ambizioni e dei sogni: milioni di persone hanno viaggiato in treno per costruirsi un futuro migliore, per studiare e lavorare, per motivi di religione, per seguire nuove opportunità o addirittura per cercare cure migliori a uno stato di salute a volte non buono.

Ripenso al giorno in cui, insieme a Matteo–Domenico-Luca, abbiamo iniziato questa attività di partecipazione attiva del comitato SAVA. Sono sempre più convito che sia indispensabile avere una stazione AV Medioetruria nella localizzazione più corretta per perseguire l’interesse comune. Non vorremo mai che questo vasto territorio perda un’occasione importante ed unica. La speranza è che tutte le generazioni, presenti e future, possano continuare a inseguire il proprio “treno dei desideri”.

A cura di Stefano Chiassai

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