Diario di Bordo
Medioetruria, Alberti: “Fino alla Corte di Giustizia Europea”

Il dibattito sulla mobilità sostenibile e sul futuro della stazione Alta Velocità Medio Etruria torna al centro dell’attenzione pubblica. Tra proposte, rinvii e visioni di sviluppo per l’intero territorio, abbiamo raccolto la voce di Domenico Alberti, segretario del comitato SAVA (Stazione Alta Velocità Arezzo), che da tempo sostiene con convinzione la realizzazione della stazione a Rigutino, ritenendola la scelta più razionale ed equilibrata per il sistema aretino e per l’intera area vasta toscana-umbra.
Quasi quattro anni fa nasceva il comitato SAVA, cosa avete fatto?
Poco a dire il vero, avendo in programma di sensibilizzare maggiormente le istituzioni, la politica e la pubblica opinione intorno a Medio Etruria. Aggiungendo quel che manca agli oltre duecento incontri istituzionali, quasi trecento comunicati stampa, due interpellanze parlamentari, circa diecimila firme raccolte e tre studi universitari.
Perché insistete ancora?
Siamo pendolari, professionisti e studenti: ogni giorno, tutto il giorno. Specialmente i giovani, gli anziani e i disabili stanno scoprendo l’opportunità di restare collegati al resto d’Italia e d’Europa e questo ci esorta a proseguire la strada. Anzi, la via del ferro.
Cosa c’entra Medio Etruria con l’economia?
Una stazione AV sprigiona il dieci per cento di pil nel raggio di cinquanta chilometri. Dieci anni soltanto e migliaia di imprese saranno solo un ricordo. Il mondo, specie economico, cambia rapidamente e le crescenti povertà saranno maggiormente avvertite da molte famiglie. Più di un treno in direttissima.
Non sarebbe l’ora di un accordo con le altre province anziché far saltare il banco e danneggiare così tutti?
Ce la stiamo mettendo tutta. Tendendo la mano a quanti, in ogni schieramento politico e senza alcun pregiudizio ideologico, realizzano il coraggio di scelte a vantaggio di tutti. Valorizzando le potenzialità di ogni territorio, secondo le specifiche vocazioni d’ognuno di essi.
Il Ministro dei trasporti vede diverso da voi e rivendica il merito tecnico, spese più contenute per scelte maggiormente efficaci.
Da quasi cinquanta mesi insistiamo con le compensazioni perequative. Già il patto del Trasimeno, gli oltre trenta milioni del governo per l’aeroporto di Ampugnano ed il raddoppio con elettrificazione del tracciato ferroviario Siena Firenze Empoli, sono l’avvio di questo percorso che non deve escludere alcun territorio. Siamo tecnicamente certi che Medio Etruria alle porte di Arezzo resta la scelta meno onerosa e più vantaggiosa. Per tutti.
Vi hanno definito comitato parrocchiale, campanilistico e di interessi personali.
Ne siamo ben contenti. Anche la parrocchia, quando vuole, custodisce la comunità ed allarga lo sguardo. Dialogando con tutti. Tutti tutti, non tutti alcuni! Il campanile, per come lo intendiamo noi, è richiamo che trascende la vita. Anche quella terrena, proponendo di guardare più in alto ed oltre sé stessi. L’interesse personale è non lasciare indietro nessuno.
Molti dicono che Medio Etruria non si farà e che state perdendo solo tempo.
Intanto, nell’era della rivoluzione ferroviaria, stanno realizzandosi stazioni AV a Foggia, Salerno, Frosinone, Peschiera e Vicenza. Già nel 2031 entra il terzo operatore sull’alta velocità offrendo servizi maggiormente competitivi. Arezzo rappresenta ancora il più antico ed importante distretto orafo d’Europa ed è capoluogo provinciale con oltre quarantamila aziende. Esporta oltre il doppio di tutta l’ Umbria. Se vuole continuo fino a dopodomani…
Cosa chiedete ai politici de territorio?
Di usare più il treno e scoprire opportunità concrete di rilancio dei territori. Specialmente il futuro dei loro figli.
Perché siete così convinti della cura del ferro?
Accorcia i tempi, abbatte l’inquinamento, permette maggiori collegamenti e sicurezza, sostiene la mobilità per quanti non possono più avere o guidare l’automobile.
Alcuni dicono che non ci sono neppure più i soldi per Medio Etruria …
Dieci milioni sono già stanziati per la progettazione di Medio Etruria Creti, ipotesi secondo noi da rivedere considerando tutti i parametri tecnici oltre all’analisi multicriteri stabilita dal tavolo ministeriale. Nei prossimi nove anni il gruppo ferrovie dello stato italiane conta di investire oltre duecento miliardi di euro. Una cifra mai vista prima d’ora. I danari per Medio Etruria ce ne sono fin troppi, questo il vero problema: speriamo non servano a svendere i territori in privilegio di alcuni.
Che farete adesso?
Tutto quel che possiamo. Fino alla Corte di Giustizia Europea.