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martedì | 14-10-2025

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Elezioni Regionali

Elezioni regionali, la provincia di Arezzo premia Eugenio Giani. Boni a valanga nel centrosinistra, conferma Veneri per Fratelli d’Italia

La Toscana resta un fortino del centrosinistra. Nonostante le ambizioni della vigilia e la “foto di gruppo” dei leader nazionali del centrodestra sul palco di Firenze, la coalizione si ferma al 40%, lontana dall’obiettivo di espugnare una delle regioni simbolo della tradizione progressista italiana.

Delusione profonda soprattutto in casa Lega, che aveva puntato tutto sul vicesegretario Roberto Vannacci: il partito, un tempo locomotiva della coalizione in Toscana, crolla al 4,5%, segnando una delle peggiori performance degli ultimi anni. Fratelli d’Italia si conferma prima forza del centrodestra con il 26,7%, mentre Forza Italia-Udc si attestano al 6,24% e Noi Moderati all’1,5%.

Il centrosinistra, guidato da Eugenio Giani, mantiene dunque saldo il controllo della Regione, mentre la principale riflessione riguarda il crollo della partecipazione: ha votato solo il 47,7% degli aventi diritto, contro il 62% delle precedenti regionali, segnando un nuovo record negativo per la Toscana.

Gli aretini che certamente siederanno in Consiglio regionale sono Filippo Boni (PD) e Gabriele Veneri (FdI). La provincia di Arezzo ha scelto di confermare Eugenio Giani alla guida della Regione Toscana. Il governatore uscente si impone nel nostro territorio con 66.095 voti, pari al 52,36%, contro i 56.787 voti (44,99%) ottenuti dal candidato del centrodestra Alessandro Tomasi. Una vittoria chiara, che segna una svolta politica in un’area tradizionalmente contesa e che contribuisce in modo decisivo alla riconferma del presidente toscano.

Arezzo città: vince il centrosinistra, segnale per le amministrative

Ad Arezzo città, il centrosinistra si afferma con il 50,74% dei voti, contro il 46,71% del centrodestra: 17.895 voti contro 16.474, 1.421 voti di differenza che assumono un valore politico particolare in vista delle prossime elezioni amministrative. Anzi, queste elezioni regionali regalano molti spunti di riflessione proprio in prospettiva elezioni comunali di Arezzo del prossimo anno, a partire dal segnale di vivacità del campo progressista in un capoluogo oggi guidato dal centrodestra.

Cortona, Valdarno e Valdichiana: la spinta del campo largo

Il campo largo si conferma competitivo anche in altri comuni amministrati dal centrodestra.
A Cortona, il centrosinistra prevale con il 50,83% contro il 47% del centrodestra, con uno scarto di circa 300 voti.
A Montevarchi, secondo centro della provincia per numero di abitanti, roccaforte valdarnese amministrata dal centrodestra, Giani ottiene un risultato netto con il 57,15% contro il 39,9%, a Laterina Pergine Valdarno il centrosinistra raggiunge il 54,4%, lasciando al centrodestra il 42,7%.

Il centrodestra resiste in alcune roccaforti

Il candidato Tomasi si impone invece in diversi comuni del Casentino tra cui Subbiano,  Poppi, Bibbiena e Pratovecchio-Stia, oltre che a Chiusi della Verna, dove il sindaco Giampaolo Tellini, pur candidato nel fronte opposto, non è riuscito a invertire la tendenza. In Valtiberina il centrodestra prevale a Sansepolcro, in Valdichiana a Castiglion Fiorentino, Monte San Savino,
Negli altri comuni, invece, prevale la proposta del centrosinistra, confermando la diffusione territoriale del consenso a Giani.

Le preferenze: exploit di Filippo Boni e conferme nel Pd

Sul fronte dei candidati aretini, spicca l’exploit di Filippo Boni (Pd), che sfiora 11.000 preferenze, forte del sostegno compatto del Valdarno. Boni sarà come minimo Consigliere regionale, ma c’è la spinta per ambire ad un assessorato. Potrebbe giovarsene (in chiave di Consiglio regionale) Roberta Casini  sindaca di Lucignano, che ha messo a segno un ottimo risultato, avvicinandosi a 6.000 voti personali, seconda per distacco nella lista del Pd aretino, seguita dall’aretino Alessandro Caneschi (3.525), la segretaria provinciale del partito Barbara Croci (3.499), il cortonese Andrea Bernardini (2.896), il casentinese sindaco di Chiusi della Verna Gianpaolo Tellini (1.686), la castiglionese Sara Rapini (1.223) e Romina Zamponi (1.157).

Nella Lista Giani Presidente, Giovanni Grasso supera le 2.500 preferenze, un buon risultato che però — in base ad equilibri e ‘conte’ complessive — non gli apre direttamente le porte del Consiglio regionale, ragionamento valido anche per Francesco Romizi (Avs), che supera i 2.000 voti.

Centrodestra: Veneri confermato, sorpresa Chieli

Nel centrodestra il risultato è più frammentato.
Il più votato resta Gabriele Veneri (Fratelli d’Italia) con oltre 5.600 preferenze, che garantiranno la sua riconferma in Consiglio regionale.
A sorpresa, la seconda più votata nelle fila di FdI è Laura Chieli, che supera quota 3.200 voti.
Il sindaco di Bibbiena Filippo Vagnoli (lista È Ora) si ferma poco sopra le 4.200 preferenze, mentre Mennini (Forza Italia) raccoglie poco più di 1.600 voti.
Il ‘Vannacciano’ Romani (Lega), riesce a strappare l’approvazione di circa 1.500 aretini nonostante la caduta libera del partito (qua da noi al 5,19%, in tutta la Toscana ancora sotto, 4,38%); deludente la performance di Marco Casucci (Noi Moderati, vicepresidente uscente del Consiglio regionale), che supera di poco le 600 preferenze.

Rappresentanza aretina ridotta ma significativa

In base ai risultati, la rappresentanza aretina in Consiglio regionale passa da quattro (Vincenzo Ceccarelli, Lucia De Robertis, Gabriele Veneri e Marco Casucci) a due consiglieri certiFilippo Boni e Gabriele Veneri — con la possibilità di un paio di ripescaggi a seconda dei conteggi finali.

Una “svolta aretina” nella vittoria di Giani

Il voto espresso nella provincia di Arezzo ha avuto un ruolo significativo nella riconferma di Eugenio Giani, che in questo territorio ha registrato un risultato in controtendenza rispetto al 2020. Un dato che potrebbe essere tenuto in considerazione dal presidente rieletto nella definizione dei nuovi equilibri del governo regionale, come riconoscimento a un territorio che, in questa tornata, ha mostrato un sostegno particolarmente convinto.

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