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martedì | 14-10-2025

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Notiziario Aretino

Boati elettorali, Trump disponibile ad accordi di pace anche per storiche diatribe aretine. Mercato Internazionale, gente tanta

È stata la settimana che precede le elezioni Regionali e molti esponenti politici, candidati e non, hanno sparato le loro “cartucce” da campagna elettorale, ognuno a suo modo. Ha cominciato la Vice Sindaco Tanti che, alla Cena della Vittoria di Porta del Foro è salita sul palco e ha agitato il fazzoletto del Quartiere come quando alla Stazione o al porto si saluta qualcuno in partenza. Forse per ricordare e far notare che era lei che salutava il Gruppo Noi Moderati per tornare a Forza Italia. Qualcuno presente alla cena avrà pensato: “Meno male che s’è vinto il Saracino… che le elezioni me sa non se vincono”. Poi durante la settimana il Presidente candidato alla rielezione Eu/Genio Giani, chiamato a rispondere ad un quiz, ha dichiarato, da vero e proprio… Genio, che la Toscana confina anche con la Lombardia. Dopo aver notato che questo strafalcione è stata la cosa più ascoltata della sua campagna elettorale, Giani ne ha preparate altre, sperando di attrarre attenzione, in particolare sull’elettorato aretino. Ovviamente altri strafalcioni geografici del tipo la Chiana sfocia nel Tirreno, il Matto più che confinare va confinato, dopo Montione c’è Montitwo, che al Poggio del Sole andrebbe cambiato nome quando c’è la Fiera Antiquaria sennò sembra de pigliare per il culo (e qui ha ragione), e inoltre che sopra Pratovecchio c’è la Fortezza Vecchia. Poi strafalcioni culinari, del tipo che nella panzanella ce sta bene la besciamella perché ce fa rima o che per fare il battuto bisogna avere picchiato da qualche parte. Poi Giani, finiti i fiumi, i torrenti, i ruscelli e le pozze dove fare i suoi storici tuffi inaugurali, ha concluso la campagna elettorale. Invece il suo sfidante Tomasi dice che non conosce paura alle sfide, non conosce limiti e non conosce pessimismo, ma il problema per lui è che… non lo conosce nessuno.
Come anche la terza candidata a Presidente, Antonella Bundu, che è soddisfatta che si voti anche di lunedì perché, sapendo che ne ha bisogno, il lunedì le parrucchiere sono chiuse.
In bocca al lupo a tutti… soprattutto a noi!
Galvanizzato dal successo speriamo duraturo del suo accordo per la pace in Medio Oriente, il Presidente USA Trump si è reso disponibile ad accordi di pace anche per storiche diatribe e rivalità in terra aretina, con accordi firmati alla presenza di Trump stesso in luoghi neutrali tra i due territori contendenti. Verrà firmata la pace tra Subbiano e Capolona e lo si farà col “Trattato del Dini (o se fa pace o son casini)”. Poi la pace storica tra Montagnano e Alberoro, con l’accordo sulla nana (a Alberoro si son resi conto che la fame col cocomero non ce se cava). E quindi il patto della nana verrà firmato nel “Trattato del Borghetto (a chi la coscia e a chi il petto). Poi altra raggiunta pace, dopo tanta rivalità storica e sui prodotti di stagione, tra Caprese e Chiusi della Verna, col “Patto dello Spino (a noi la castagna a voi il porcino). Invece, nonostante l’unificazione tra i due Comuni, resta difficile per ora anche per Trump, mettere d’accordo Pratovecchio e Stia, anche perchè questi ultimi sono stati chiari con uno striscione tra i due paesi: “Ognuno STIA a casa sua”. Comunque resta il fatto che Trump nuovo paladino della pace (…) seppur trombato al Premio Nobel, ha sempre detto che per il successo delle sue trattative diplomatiche si è sempre ispirato ad Arezzo, dove per arrivare alla Pace, basta andare a mangiare la pizza Dal Merda.
Mistero nei cieli aretini per un paio di grossi boati avvertiti da molte persone. Si è poi saputo che si trattava di due aerei dell’aeronautica Militare che hanno infranto la barriera del suono.
Pare che i due piloti fossero a mangiare alla Sagra della polenta a Rigutino e richiamati per un’emergenza aerea, sono ripartiti con troppa velocità e dopo aver fatto il tonfo con la polenta han fatto di conseguenza il tonfo anche per aria. D’altronde i due piloti avranno pensato che dopo le tante bombe e botti sparate dai candidati in campagna elettorale, ai loro boati non ci avrebbe fatto caso nessuno e invece non è andata così. Per fortuna ovviamente nessuna conseguenza, anche perché di solito gli aretini quando alzano il naso in aria, dagli impianti di San Zeno ogni tanto arrivavano strani odori e se stavolta invece che il tanfo è arrivato il tonfo è andata bene per tutti.
È il weekend dei mercatini internazionali del cibo, con banchi super affollati e con colesterolo, trigliceridi e prezzi che in altezza hanno superato le mura dell’Arena Eden. Tra i banchi c’è la novità di quello portoghese, il quale, nonostante popolarmente i portoghesi sono famosi per non pagare, stavolta, come tutti gli altri, fan pagare eccome. Per doveri di ospitalità gli aretini dovranno rinunciare alle loro frasi usate in queste occasioni, tipo: “Me ce metta più cudenna”, o “me cavi la merolla”, oppure “me lo alegumi de più”, ma si tratta solo di sopportare tre giorni. Prodotti comunque ottimi e che attirano giustamente tanta gente, in attesa, tra un mese, della Citta del Natale, che quest’anno ha un ulteriore anticipo visto che in città sono apparse le prime luminarie già nella prima metà di ottobre, a maniche corte e con le zanzare che avran pensato: “Se incominciano anche a mangiare il panettone sai che sangue dolce che se trova”. Qualcuno. preso dall’euforia, è andato in cantina a prendere le statuine per il Presepe, ma avvicinatosi alla scatola, da dentro un pastore e un Re Magio gli hanno giustamente gridato: “Non te ce provare neanche per scherzo o se dice alle pecore e i cammelli de immerdarti la casa!”. Come dargli torto?!
Per lo sport continua la cavalcata del cavallino dell’Arezzo che stavolta ha domato il lupo del Gubbio. Qualcuno ha anche scritto Don Alvaro batte Don Matteo 1-0. Tutti sanno che Gubbio è famosa per i ceri, ma stavolta gli sono rimasti solo… i moccoli!
E per finire il proverbio della settimana. A Arezzo il Natale arriva sempre più presto. E sarà originale, col cocomero al posto del panettone dentro il cesto.