Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

lunedì | 13-10-2025

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Focus 24

In Toscana si muore ancora di lavoro: 35 vittime nei primi otto mesi del 2025

Domenica 12 ottobre 2025 l’Italia si ferma per ricordare chi ha perso la vita lavorando. È la 75ª Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, promossa come ogni anno dall’ANMIL, l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.
Una ricorrenza che, anche in Toscana, suona come un campanello d’allarme più che come una semplice cerimonia.

La fotografia: 681 vittime in Italia, 35 in Toscana

Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre, nei primi otto mesi del 2025 in Italia si contano 681 morti sul lavoro, di cui 493 durante l’attività lavorativa e 188 nel tragitto casa-lavoro.
In Toscana i decessi registrati nello stesso periodo sono 35, un numero che conferma la regione in zona arancione, cioè con un livello di rischio superiore alla media nazionale (20,6 morti ogni milione di lavoratori).

Le regioni con più vittime restano Lombardia, Veneto, Campania e Sicilia, ma la Toscana segue da vicino, con dati che non lasciano spazio all’indifferenza.

Rossato (Vega Engineering): “La stabilità dei numeri non è un segnale di speranza”

La sicurezza sul lavoro in Italia continua a essere un’emergenza quotidiana”, commenta l’ingegner Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega.
“I dati dei primi otto mesi dell’anno parlano di una situazione sostanzialmente stabile rispetto al 2024. Ma la stabilità non è un segnale positivo: significa che non stiamo migliorando. In alcuni giorni si contano anche più di un decesso al giorno. È inaccettabile che la sicurezza venga ancora vista come un costo, quando invece rappresenta la difesa più efficace della vita, della salute e della dignità dei lavoratori.”

Edilizia e manifattura restano i settori più pericolosi

In Toscana, come nel resto del Paese, i settori delle Costruzioni e della Manifattura restano i più colpiti.
Cantieri, fabbriche, magazzini e trasporti continuano a essere i luoghi dove si muore e ci si infortuna di più.
A livello nazionale, il comparto delle Costruzioni conta 78 vittime, seguito da Attività Manifatturiere (69) e Trasporti e Magazzinaggio (65).

Un dato che rispecchia anche la struttura produttiva toscana, fatta di migliaia di piccole e medie imprese e di lavoratori spesso impegnati in ambienti dove la prevenzione non è ancora una priorità.

Gli over 55 i più colpiti, stranieri a rischio doppio

L’Osservatorio di Mestre traccia anche l’identikit delle vittime: la fascia più colpita è quella tra i 55 e i 64 anni (168 decessi in Italia), seguita dagli over 65, con un’incidenza di 66,5 morti ogni milione di lavoratori.
Aumenta inoltre la percentuale di lavoratori stranieri, che rappresentano oltre un quinto delle denunce di infortunio e per i quali il rischio di morte risulta più che doppio rispetto agli italiani.

Anche le donne pagano un prezzo pesante: sono 58 le vittime totali da gennaio ad agosto, di cui 28 sul posto di lavoro e 30 in itinere.

Il lunedì il giorno più nero

Il lunedì si conferma il giorno più pericoloso della settimana, con quasi un quarto degli infortuni mortali registrati proprio all’inizio del periodo lavorativo. Seguono il venerdì e il giovedì.
Una tendenza che, secondo gli esperti, riflette il peso della stanchezza, della disattenzione e della cattiva organizzazione dei turni.

Infortuni in lieve calo, ma l’emergenza resta

Le denunce complessive di infortunio registrano una lieve diminuzione (-0,7%) rispetto all’anno scorso: da 386.554 nel 2024 a 384.007 nel 2025.
Un calo che, tuttavia, non può essere interpretato come un miglioramento sostanziale, poiché il numero delle vittime resta alto e la percezione del rischio ancora bassa.

La Toscana in zona arancione: serve una svolta culturale

Essere in zona arancione significa che in Toscana il rischio di morte sul lavoro è superiore alla media nazionale.
Un dato che impone una riflessione: la sicurezza non può essere considerata un adempimento burocratico, ma un investimento strategico per la tutela delle persone e la qualità del lavoro.

“Serve una svolta culturale – ribadiscono dall’Osservatorio –. Solo formazione e aggiornamento continuo possono fermare questa strage silenziosa che, anno dopo anno, continua a spezzare vite e famiglie.”

Ricordare per cambiare

La Giornata nazionale del 12 ottobre non è soltanto un momento di commemorazione, ma l’occasione per trasformare il ricordo in impegno concreto.
Anche in Toscana, istituzioni, imprese e cittadini sono chiamati a fare la loro parte, affinché la sicurezza non resti uno slogan, ma diventi un valore condiviso e quotidiano.