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domenica | 12-10-2025

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Elezioni Regionali

Sara Rapini: “Dalla sanità al lavoro, la Toscana deve ripartire dalle persone e dai territori”

Imprenditrice di Castiglion Fiorentino, 52 anni, Sara Rapini è candidata alle elezioni regionali nel collegio aretino con il Partito Democratico. Dopo essere stata consigliera comunale dal 2014 al 2019, oggi mette la sua esperienza professionale e il suo impegno sociale al servizio di una visione di Toscana più giusta, sostenibile e solidale.

Cosa l’ha spinta a candidarsi per il Consiglio regionale della Toscana?

“Ho accettato la proposta di candidarmi perché la politica la vivo da oltre vent’anni con passione e dedizione. In questi anni ho imparato che anche i piccoli passi possono generare grandi cambiamenti nella vita delle persone, se fatti con ascolto e responsabilità.
Da una parte ho ancora tanto da imparare, dall’altra porto con me un bagaglio di esperienze e di emozioni che nasce dal contatto diretto con la gente e dal desiderio di trasformare le difficoltà in opportunità. La politica, per me, è questo: prendersi cura delle persone e dei territori.”

Quali sono le tre priorità che intende portare in Regione se eletta?

“Le mie priorità riguardano sanità, lavoro e infrastrutture, tre ambiti strettamente connessi tra loro.

La sanità deve restare un diritto e non un privilegio. Credo nella sanità pubblica e nella necessità di rafforzare la medicina territoriale, per essere più vicini agli anziani e ai soggetti fragili. Serve investire nella prevenzione, non solo con gli screening, ma anche attraverso la formazione su stili di vita sani.

Il lavoro è la base del benessere di una comunità. Senza lavoro crescono le disuguaglianze e si indebolisce la coesione sociale. Occorre investire su innovazione, filiere produttive e tutela delle piccole e medie imprese, che sono la spina dorsale dell’economia toscana. Il lavoro deve offrire dignità, riportando la persona al centro, con i suoi bisogni, i suoi diritti e i suoi doveri.

Infine, le infrastrutture: nessun territorio può crescere senza collegamenti adeguati. Serve mettere in sicurezza le strade, migliorare il trasporto pubblico e potenziare i collegamenti ferroviari regionali e nazionali, così da garantire mobilità, sicurezza e sviluppo economico sostenibile.”

In che modo la sua esperienza personale e professionale può contribuire a migliorare la realtà del territorio aretino e toscano?

“La mia esperienza parte da una storia di fragilità trasformata in opportunità. Dalla preoccupazione per le persone con autismo e le loro famiglie è nata ‘La Conserveria’, un’impresa di trasformazione alimentare che ho fondato e che oggi è un esempio di integrazione sociale e sostenibilità.
Abbiamo creato un marchio che valorizza i prodotti agricoli locali, combatte lo spreco e offre lavoro anche a persone svantaggiate. È un progetto che ha attirato l’attenzione anche dei mercati esteri, dimostrando che è possibile coniugare inclusione, qualità e innovazione.
Da imprenditrice, credo che esperienze come questa possano ispirare un nuovo modello di economia toscana, capace di generare valore sociale oltre che economico.”

Quali sono, a suo avviso, le principali emergenze o criticità che la Regione deve affrontare nei prossimi anni?

“La sanità resta la priorità assoluta. Dobbiamo rafforzare l’emergenza-urgenza, aumentare il personale e potenziare gli ospedali minori per garantire servizi di medicina specialistica su tutto il territorio.
Allo stesso tempo, serve ripensare l’assistenza agli anziani e alle persone fragili, con progetti di cohousing e nuove forme di comunità solidali.
Una società che invecchia deve trovare risposte moderne e umane, senza lasciare nessuno indietro.”

Quali, a suo avviso, le priorità per Arezzo e provincia?

“Per Arezzo e la sua provincia è urgente intervenire sulla viabilità e sulla mobilità sostenibile. La messa in sicurezza della SR 71 è una priorità non più rinviabile.
Inoltre, occorre migliorare le condizioni dei pendolari e favorire gli spostamenti su rotaia, nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale.
Una rete di collegamenti più efficiente può ridurre l’isolamento di molte aree e rilanciare l’economia locale.”

Come immagina il rapporto tra il governo regionale e i cittadini, in particolare nelle aree più periferiche o montane?

“Penso che la Regione stia già andando nella direzione giusta, destinando il 30% dei fondi europei alle aree interne.
Questa scelta deve essere il punto di partenza per rafforzare servizi, infrastrutture e cultura locale, rendendo i territori più attrattivi e meno marginali.

Per valorizzare i borghi più piccoli, serve un approccio che migliori sia la qualità della vita sia l’attrattività turistica.

Dobbiamo promuovere stili di vita più lenti, incentrati sul benessere delle persone, sull’agricoltura di qualità, sulla tutela ambientale e sulla coesione sociale.

Parallelamente, bisogna favorire la residenza permanente, migliorando i servizi digitali e la connettività: oggi è possibile lavorare anche nei centri storici o nei piccoli borghi, ma servono strumenti tecnologici e formazione per farlo davvero.”

Vuole lanciare un messaggio diretto agli elettori del collegio aretino?

“Credo di aver dimostrato tenacia e determinazione, riuscendo a trasformare le difficoltà in opportunità di crescita, sia personale che collettiva.
Chiedo agli elettori di accordarmi la loro fiducia, perché il mio impegno sarà quello di ascoltare, proporre e costruire insieme.
Voglio una Toscana più giusta, più solidale e più attenta ai bisogni delle persone, dove nessuno venga lasciato solo.
Con il vostro voto, possiamo continuare a costruire una Regione che crede nel futuro, nel lavoro e nella dignità di ogni cittadino.”

Con la sua esperienza di imprenditrice e amministratrice, Sara Rapini propone una Toscana che riparte dal lavoro, dalla sanità e dall’inclusione sociale, con un’idea di sviluppo radicata nei valori democratici e nella forza delle comunità locali. Una candidatura che parla di concretezza, solidarietà e speranza.