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sabato | 04-10-2025

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Cronaca

Giovani valdarnesi a Polistena: una settimana nei campi confiscati alla ’ndrangheta

Dal 21 al 26 luglio un gruppo di ragazze e ragazzi valdarnesi ha partecipato al campo estivo “E!state Liberi”, organizzato da Libera a Polistena, nel cuore della Piana di Gioia Tauro. L’iniziativa rientra nel progetto comunale “Terranuova Bracciolini. Un ecosistema solidale ed inclusivo”, promosso dall’Amministrazione terranuovese con il sostegno dell’Unione Europea, dello Stato e della Regione Toscana, e in collaborazione con Conkarma Aps, Libera e Legambiente Valdarno. Il soggiorno calabrese ha rappresentato un’occasione di incontro tra territori, in continuità con il Patto di Amicizia siglato tra i Comuni valdarnesi e quelli di Polistena e Cinquefrondi: un ponte simbolico e concreto per rafforzare la cultura della legalità. I giovani hanno vissuto una settimana a stretto contatto con la Cooperativa Valle del Marro – Libera Terra, che da anni gestisce terreni e strutture confiscati alla criminalità organizzata. Hanno lavorato nei campi, dalla raccolta dei peperoncini alla pulizia dalle erbacce, partecipando anche a momenti di formazione, incontri con testimoni, familiari di vittime innocenti e rappresentanti delle istituzioni. Il racconto delle intimidazioni subite dalla cooperativa – attrezzi sabotati, campi incendiati, minacce ai lavoratori e agli amministratori locali – ha reso ancora più tangibile la difficoltà e il valore del lavoro quotidiano. Durante il campo, i partecipanti hanno conosciuto figure simbolo dell’impegno antimafia come don Pino De Masi, parroco del Duomo di Polistena e referente di Libera, i sindaci di Polistena e Cinquefrondi, i volontari di Legambiente e i familiari di vittime innocenti. Storie spesso dolorose, come quella di un giovane ucciso solo per una relazione sentimentale indesiderata da una famiglia mafiosa. Accanto alla formazione non sono mancati momenti di socialità e condivisione: una caccia al tesoro tra le vie del paese, incontri con gli abitanti, convivialità. “Pensavamo che la mafia fosse un fenomeno lontano, invece a Polistena l’abbiamo toccata con mano – raccontano i ragazzi –. Ci ha colpito il coraggio di chi continua a lavorare nonostante incendi e intimidazioni. Prima avremmo risposto che la lotta alla mafia si fa con la legge; oggi diciamo che si fa anche con il lavoro quotidiano nei campi confiscati”. Dall’esperienza, i giovani tornano con nuove consapevolezze, amicizie e un impegno rinnovato: “La cultura della legalità è fondamentale per una società civile. Non ci si deve girare dall’altra parte. Ora vogliamo portare anche nel nostro territorio questo spirito”.